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Un mezza maratona per la ricerca, edizione speciale di Run for Science

L'iniziativa è stata organizzata dal dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento, insieme al Centro Maratona dell'ateneo di Verona, e ha visto la partecipazione di 21 maratoneti non professionisti

Questa mattina, 11 ottobre, nelle strutture della facoltà di scienze motorie, nei quartieri di Borgo Venezia e Montorio, a Verona, si è tenuta la settima edizione di «Run for Science». L'iniziativa è stata organizzata dal dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento, insieme al Centro Maratona dell'ateneo di Verona, e ha visto la partecipazione di 21 maratoneti non professionisti.

L'edizione di quest'anno non poteva essere organizzata come quelle passate a causa del coronavirus e così sono state sperimentate pratiche diverse per questo evento scientifico incentrato sul mondo dell'endurance e della corsa.
Run for Science si basa sulla consolidata collaborazione tra diversi gruppi di ricerca che permette di realizzare analisi multidisciplinari ed ogni anno affronta e approfondisce un tema diverso. Ad oggi, gli esperimenti scientifici e le ricerche condotte sono 950. Quest’anno, date le circostanze, la forma è cambiata e la ricerca scientifica è diventata sempre più protagonista.
Due le campagne di raccolta dati. La prima ad ottobre, la seconda a novembre. E c'è già stata una fase di stadiazione con le valutazioni del volume di ossigeno, delle soglie metaboliche, del carico massimale di forza ed esami della massa ossea. Prima e dopo la gara di oggi, i test riguarderanno la forza muscolare, l'analisi della funzionalità vascolare e del particolato espirato, rappresentativo dello sforzo sostenuto. L’interesse di quest'anno riguarda il training. Infatti nelle sei settimane successive i partecipanti verranno suddivisi in tre gruppi e svolgeranno in laboratorio tre differenti tipologie di allenamento: concentrico, eccentrico, misto.
Si vuole capire, considerando diverse pendenze della superficie, quale sia l'allenamento che apporta più benefici sia in termini generali, che di cinematica del passo, e a livello prestativo.

«Ci tenevamo ad organizzare, seppure in forma ridotta e con modalità diverse, anche l'edizione di quest'anno - ha spiegato il responsabile scientifico di Run for Science Federico Schena - Gli studi che condurremmo, grazie alle collaborazioni con gli atenei di Milano, Torino, Roma Foro Italico, e da remoto, ma sempre presenti, le università di Kent, Besançon, Eindhoven, Qatar e Ontario, sono propedeutici per un confronto tra la corsa in piano e su dislivelli, attraverso un paradigma laboratoriale creato ad hoc».
«Atleti di tutti i livelli usano frequentemente la salita come mezzo per incrementare le loro prestazioni - ha proseguito il docente Cantor Tarperi - Questo progetto permette di discriminare differenti impegni metabolici, muscolari, biomeccanici e cognitivi utili a comprenderne la reale efficacia».

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