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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ristoratori Veneto e Green Pass: «Il Governo ci deve aiutare: tamponi gratis, voucher, flessibilità e riforme»

Per la rappresentante dell'associazione, Alessia Brescia, tali proposte servirebbero a «garantire una sopravvivenza alla ristorazione»

«Abbiamo sempre ritenuto l’obbligo del green-pass una misura inefficace, economicida e discriminatoria, anche prima della sua estensione ai lavoratori. Ma a questo punto il Governo deve aiutare il nostro settore ad affrontare i riflessi di questa misura. A oggi un 15-20% di dipendenti non dispone del green pass, sostituire i lavoratori è sempre più complicato e l’inverno porterà a nuove perdite di fatturato poiché anche tra i clienti in possesso del certificato verde c’è chi preferisce evitare le consumazioni al chiuso». L’associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., dunque chiede di valutare soluzioni come «tamponi gratis, voucher, flessibilità, riconoscimento della malattia da Covid per partite Iva/soci lavoratori e un canale diretto con chi studia all’alberghiero». Proposte, queste, per «garantire una sopravvivenza alla ristorazione», dice Alessia Brescia, portavoce dell’associazione nata a Verona, che rappresenterebbe oltre 2mila imprenditori rappresentati in tutta la regione.

Secondo l’associazione, le soluzioni per aiutare il comparto di fronte all’obbligo del green-pass per i lavoratori sono almeno cinque. Intanto, «tamponi gratuiti nelle farmacie per i lavoratori privi di green-pass» e «riconoscimento della malattia da Covid per partite Iva e soci lavoratori». Quindi l’introduzione, sottoforma di misura temporanea, dei voucher, in quanto «strumento che consente le assunzioni in modo regolare ma flessibile». In terzo luogo, Ristoratori Veneto chiede comunque «una riforma completa del contratto nazionale del lavoro: per un imprenditore, oggi, sostituire chi per un motivo o per l’altro rimane a casa, anche attraverso nuove assunzioni, comporta tempi e burocrazie lunghissime». Infine, l’associazione propone una riforma degli istituti alberghieri che preveda «programmi come il tirocinio obbligatorio nei ristoranti per tre o quattro mesi, sulla scia della precedente riforma degli istituti tecnici: una scelta che andrebbe incontro sia agli studenti sia a chi gestisce le attività in quanto anticiperebbe e agevolerebbe il momento fondamentale della formazione».

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