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Report Mal’aria di Legambiente, Veneto non sorride e Verona piange: polveri sottili più del doppio dei valori Oms

Secondo la classifica di Legambiente la città di Verona è tra le 17 più inquinate d'Italia da Pm10 nel 2021

In Italia l’emergenza smog resta un problema cronico e, stando ai dati del report di Legambiente, il 2021 è stato un anno nero, non solo per via della pandemia ancora in corso, ma anche e soprattutto per la qualità dell’aria. Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è infatti riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ossia una media annuale di 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media di 5 μg/mc per il PM2.5 e 10 μg/mc per l’N02. In particolare sono ben 17 le città con i valori più alti di polveri sottili, ovvero che superano i valori Oms per più del doppio, Verona è tra queste insieme ad altre quattro province del Veneto (Vicenza, Treviso, Venezia e Padova).

Città più inquinate Pm10 - Legambiente 2022-2

Città più inquinate Pm10 - Legambiente 2022

«Il report di Legambiente, purtroppo, non porta alcuna novità positiva: cinque capoluoghi del Veneto si confermano tra le città più inquinate di Italia. Sono necessarie misure più stringenti e strutturali per tutelare la salute pubblica, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni. In particolare la Regione non lasci soli i Comuni, ma assuma la regia con provvedimenti validi per l’intero Veneto». A chiederlo, commentando il rapporto annuale Mal’aria di Legambiente che "salva" soltanto Belluno e Rovigo, è il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Ferro Fini Giacomo Possamai, anche a nome dei colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.

Scarica il report Mal'aria 2022 - Legambiente

Lo stesso consigliere dem Giacomo Possamai poi aggiunge: «È impressionante leggere che per rientrare nei limiti previsti dall’Oms le città italiane dovranno ridurre in media del 33% le concentrazioni di Pm10, addirittura del 61% quelle di Pm2,5 e del 52% per il biossido di azoto. Segno evidente che i provvedimenti presi finora sono stati inefficaci. Ciascuno ha il dovere di fare la propria parte, dalle amministrazioni locali al Governo: i fondi del Pnrr ad esempio sono una grande occasione per la transizione ecologica dei Comuni, che devono farsi trovare pronti con progetti adeguati. Si tratta però di interventi che non incidono nel breve periodo, sono quindi indispensabili anche misure per l’immediato su cui la Regione deve essere chiamata in causa: essere soddisfatti perché i dati sono migliori rispetto a dieci anni fa è davvero una troppo magra consolazione».

Malaria 2022 - Legambiente - Città più inquinate Pm2.5-2

Legambiente - Città più inquinate Pm2.5

«Sono sulla stessa lunghezza d’onda del presidente regionale di Legambiente quando afferma che ciascuno deve fare la propria parte perché, la partita dell’ambiente non è e non deve essere una partita dove esiste un solo giocatore, ma dove devono entrare in campo più giocatori. La palla deve essere calciata da tutti e, solo così, alla fine potremo fare gol». Lo afferma l’assessore all’Ambiente della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin, dopo aver appreso le dichiarazioni di Legambiente «preoccupata, come tutti, del precario stato di salute dell’aria veneta di queste ore». Lo stesso assessore Gianpaolo Bottacin ha però poi aggiunto: «Conosciamo la situazione dell’inquinamento dell’aria nel nostro territorio, su cui la Regione del Veneto mantiene sempre altissima l’attenzione. Un’attenzione che è stata confortata e gratificata dagli ultimi dati di ARPAV che evidenziano, in Veneto, un dimezzamento degli inquinanti nell’aria. Qui si parla di numeri, non di opinioni, di statistiche, fatte da tecnici e scienziati: gli stessi che ci ricordano come sia difficile aver opportuni ricambi di aria in Veneto per la sua specificità territoriale unica nel mondo. Per questo motivo - ha proseguito l'assessore Gianpaolo Bottacin - sappiamo e dobbiamo onestamente esserne consapevoli tutti, che i parametri proposti da OMS sono tecnicamente improponibili nella nostra regione, a meno che non chiudiamo il bacino veneto come ha suggerito qualcuno di recente, spostando i veneti e le loro attività altrove».

Bottacin ha quindi voluto «rassicurare Legambiente e anche tutti i cittadini sulle azioni che man mano la Regione ha messo e mette in campo per contrastare lo smog. Ricordo, infatti, che l’accordo del Bacino Padano (oltre al Veneto ci fa parte la Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna) è stato integrato, l’anno scorso, con misure straordinarie e condivise e che è in fase di revisione anche il nuovo Piano dell’aria: significa che le azioni messe in campo per contrastare l’inquinamento dell’aria da parte delle quattro Regioni sono le medesime, anche se con amministrazioni regionali di colore diverso. Per chi non lo sapesse o gli fosse sfuggito, inoltre, - ha concluso l'ass. Gianpaolo Bottacin - rammento che, negli ultimi tre anni, la Regione del Veneto ha investito circa 1 miliardo di euro, dando avvio a oltre una settantina di misure, tra efficientamento energetico degli edifici, aggiornamento del parco circolante, quindi rottamazione di vecchie auto, di veicoli commerciali, ma anche di vecchie stufe, aggiornamento del trasporto pubblico locale, ecc. La Regione c’è e continuerà ad esserci, ma teniamo presente che non è la sola a dover lavorare su questo fronte: anche i Comuni hanno delle competenze in campo ambientale ed è quindi fondamentale che le amministrazioni comunali declinino a livello locale azioni connesse al locale, come ha evidenziato anche Legambiente». 

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