rotate-mobile
Attualità Borgo Milano / Corso Milano

Polveri sottili e soprattutto ozono, nel Veronese la qualità dell'aria peggiora

In una relazione, Arpav ha analizzato i dati raccolti nel 2019 nelle cinque stazioni posizionate nel territorio scaligero. Rispetto all'anno precedente l'inquinamento è aumentato

L'Agenzia regionale per l'ambiente del Veneto (Arpav) ha pubblicato la sua relazione sulla qualità dell'aria della provincia di Verona. Nel documento si analizzano i dati raccolti nel 2019 nelle cinque stazioni posizionate nel territorio scaligero.

L'analisi dei dati è stata sviluppata attraverso la produzione di tabelle e grafici che riportano i principali parametri statistici. Ed è stato analizzato l'andamento dei principali inquinanti nell’ultimo decennio. Nel 2019, gli inquinanti più critici sono stati le polveri sottili (PM10) nel periodo invernale e l'ozono (O3) in estate, come è accaduto in tutto l'ultimo decennio.
La concentrazione di polveri sottili ha superato il valore limite in tutte le stazioni, ad eccezione di quella di Bosco Chiesanuova. Mentre l'ozono ha superato i tetti imposti per legge in tutte le stazioni in cui tale inquinante è monitorato. E il 27 giugno dell'anno scorso è stata anche superata la soglia di allarme, fatto che non si verificava dal 2006.
Gli altri inquinanti monitorati non presentano particolari criticità, essendo stati rispettati tutti i limiti normativi.

In generale, il livello dell’inquinamento nel 2019, in provincia di Verona, è stato peggiore di quello dell'anno precedente per polveri e ozono. Mentre nel corso dell'ultimo decennio si è assistito a una generale progressiva diminuzione della concentrazione di tutti gli inquinanti, con eccezione dell'ozono.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Polveri sottili e soprattutto ozono, nel Veronese la qualità dell'aria peggiora

VeronaSera è in caricamento