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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Via Santa Giuliana

Per Natale gli adolescenti ricoverati all'ospedale Santa Giuliana chiedono un pulmino

È stata avviata una campagna di raccolta fondi a cui tutti possono partecipare con una donazione, anche piccola, attraverso un bonifico sul conto corrente della Fondazione della Comunità Veronese

Un pulmino per uscire dalla struttura e andare al maneggio per l'ippoterapia o in piscina o a una mostra d’arte o alle attività riabilitative. È il regalo di Natale che hanno chiesto i ragazzi ricoverati all'ospedale di Santa Giuliana, la struttura sulle Torricelle che si occupa della cura e della riabilitazione di persone con disturbi psichici e che è centro di riferimento regionale per gli adolescenti.

I ragazzi in cura al Santa Giuliana, oltre a frequentare le lezioni scolastiche grazie alla Scuola Digitale avviata con la Fondazione San Zeno, possono partecipare a diverse attività educative o a interventi assistiti con gli animali, anche uscendo dalla struttura. Da qui l’esigenza di avere un mezzo per condurli fuori: un pulmino a nove posti. E per assecondare la loro richiesta, l'ospedale si è mosso insieme alla Fondazione della Comunità Veronese ed è stata avviata una campagna di raccolta fondi. «Tutti fuori! Un pulmino per gli adolescenti ricoverati dell'ospedale Santa Giuliana», questo è il nome dell'iniziativa a cui chiunque può partecipare con una donazione, anche piccola, attraverso un bonifico sul conto corrente della Fondazione della Comunità Veronese (Iban: IT 85X 05034 11711 000000006210, specificando nella causale "Progetto TUTTI FUORI! Un pulmino per gli adolescenti ricoverati dell’Ospedale Santa Giuliana").

«L’idea è quella di acquistare un mezzo sicuro con il quale entrare in città a Verona e conquistare i cittadini con i nostri guerrieri adolescenti con le loro emotività e psicologie traballanti - ha spiegato lo psicologo Amedeo Bezzetto, responsabile dell'area riabilitativa adolescenti di Santa Giuliana - Con il nostro pulmino contiamo di introdurci dentro le mura e dentro le menti e i cuori dei veronesi, e combattere lo stigma sociale della diversità e del paziente psichiatrico, anche in età adolescenziale. Privati cittadini, aziende ed enti possono dare il loro contributo per realizzare un’opera di solidarietà sociale per questi straordinari giovani del futuro».
L'area adolescenti dell’ospedale Santa Giuliana si occupa della cura e riabilitazione di ragazzi con fragilità psicologiche e disturbi psichiatrici. Il reparto ospedaliero riservato ai giovani tra i 14 e i 23anni può accogliere fino a 19 ospiti per un tempo massimo di degenza di 90 giorni. Nel 2021 ne ha accolti oltre 100 e si stima una crescente richiesta per il 2022. Il loro trattamento in struttura segue un approccio psicodinamico che pone al centro la persona con la sua storia individuale e familiare, le problematiche del sintomo e le risorse su cui far leva per il recupero. Ogni adolescente, dunque, viene preso in carico con l’obiettivo di ridurre la sofferenza e ritrovare un funzionamento psicologico orientato alla salute mentale adeguato all’età anche con il reinserimento nel tessuto sociale. «Il programma degli interventi terapeutici e riabilitativi - ha detto Bezzetto - si compone di proposte specialistiche come l’arteterapia e la scrittura creativa, e iniziative socioeducative appartenenti al mondo e ai linguaggi propri dell’adolescenza. L’esperienza della musica, del gioco, dello studio, del laboratorio digitale sono le mille occasioni di lavoro riabilitativo con il personale e tra coetanei organizzati in piccoli gruppi di lavoro di 6-7 ospiti. L’approccio di gruppo viene generalmente condotto in ospedale, ma sempre più spesso operiamo con efficacia in ambienti esterni non sanitari come il maneggio di Corte Molon, i musei della città di Verona, le associazioni in provincia e in Lessinia. Per raggiungere tutte queste mete abbiamo necessità di dotarci di un pulmino adeguato con nove posti per viaggiare insieme e integrare l’esperienza riabilitativa in esterno con il progetto clinico delle attività dentro l’ospedale».

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