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Ondata di proteste contro il corteo antiabortista. FN: «Ci sarà Damian Kita»

Le Donne Democratiche di Verona e Assemblea 17 Dicembre si scagliano contro la manifestazione, chiedendo l'intervento della questura, mentre Forza Nuova annuncia la presenza del responsabile estero del partito polacco ONR

Respinti da Milano, i fascisti, misogini e intolleranti di Forza Nuova si apprestano, sabato prossimo, a marciare su Verona al seguito del presidente nazionale del movimento estremista Roberto Fiore, contro la legge 194, contro l’autonomia delle donne, in nome di un progetto delirante che vorrebbe vietare l’aborto per ripopolare la Nazione e fermare “l’invasione africana”.

Sono le Donne Democratiche di Verona e la consigliera comunale Elisa La Paglia a scagliarsi contro il corteo organizzato dal comitato No194 e promosso per la giornata di sabato 24 novembre da Forza Nuova, che mette nel mirino la legge che consente l'aborto. La manifestazione si terrà nel pomeriggio, mentre nel corso della mattinata avrà luogo un convegno, al Grand Hotel di corso Porta Nuova dal titolo "Verona, Vandea d'Europa". 

La scelta di Verona non è casuale: quelli di Forza Nuova sono stati attirati come mosche dalla mozione antiabortista di Zelger e dalle altrettanto deliranti dichiarazioni del consigliere leghista sugli omosessuali. “Verona – dicono – si candida ad essere un laboratorio autenticamente rivoluzionario, per combattere i nemici dell'Europa dei Popoli, le leggi liberticide”.

Se al Sindaco non fischiano le orecchie significa che è sordo. Il silenzio dell'amministrazione svela l’ipocrisia con cui Sboarina aveva provato a giustificare il voto favorevole alla mozione Zelger dicendo che puntava a migliorare la 194, non a soppiantarla. Caro Sindaco, Forza Nuova non è per il miglioramento della 194 ma per la sua "abolizione immediata". Chi ospita iniziative del genere, contrarie alla dignità delle donne, alla legge dello Stato e al buon senso, ne è semplicemente complice.

Ci auguriamo che la Questura di Verona non sia stata ingannata dai trucchetti di Forza Nuova che si guarda bene dal chiedere autorizzazioni a proprio nome, mandano invece avanti il comitato “No 194”, formalmente apartitico. Non appena appurato che tra il comitato e gli estremisti di Forza Nuova non c’era sufficiente chiarezza e distinzione dei ruoli, la questura di Milano aveva immediatamente ritirato le autorizzazioni perché non voleva vedere i soliti disordini che queste formazioni estremiste causano.

Ribadiamo con forza che la Legge 194 ha fatto diminuire gli aborti del 65%, pertanto quando viene applicata bene, è una legge per la Vita e a tutela della donna e della loro libertà di scegliere.

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Ma le proteste contro la manifestazione prevista per sabato erano già arrivate dal comitato Non Una di Meno, che a sua volta ha chiesto l'intervento della Questura, e ad essa si accodano anche le considerazioni di Assemblea 17 Dicembre, che raccoglie al suo interno diverse associazioni presenti sul territorio. 

Sfileranno infatti in corteo gli integralisti cattolici del comitato No194, di chi chiede cioè l’abrogazione della legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, accompagnato dai fascisti di Forza Nuova. Ci sarà Roberto Fiore, ex leader di Terza posizione, attivo negli anni Settanta; ci sarà il consigliere comunale di Trieste, Fabio Tuiach, che sostiene che i femminicidi siano “un’invenzione della sinistra”, e ci sarà il “cacciatore di uomini” László Toroczkai, membro onorario di molti gruppi violenti di estrema destra in tutta Europa, sindaco di Asotthalom, una cittadina al confine serbo-ungherese, che ha costituito un corpo di polizia pararamilitare con il compito di andare, appunto, “a caccia di migranti”.

Prima di aderire al corteo antiabortista, queste presenze e Forza Nuova si troveranno al Grand Hotel Des Arts in Corso Porta Nuova 106 per un convegno internazionale dal titolo “Verona, Vandea d’Europa”.

Verona è il laboratorio di un rinnovato assalto ai diritti che ritenevamo ormai inalienabili, come dimostra la mozione presentata dal leghista ultra-cattolico Alberto Zelger per finanziare associazioni legate ai movimenti antiabortisti. E quella giornata mostra palesemente la saldatura tra movimenti di estrema destra, integralisti cattolici e pezzi governativi come la Lega (il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana è iscritto al Comitato No194).

La situazione è aggravata dal fatto che nelle ultime ore sono stati affissi dei manifesti sotto la sede del consultorio Aied firmati dal gruppo anitiabortista del Veneto Fronte Skinheads, e che è stato aperto uno striscione all’entrata dell’ospedale di Borgo Trento con la scritta “L’aborto non è un contraccettivo”.

Ma Verona è anche diventata il laboratorio di chi si oppone a tutto questo, di chi non ha mai accettato la presenza di formazioni nazifasciste, perché la loro non può essere considerata una semplice “libertà di espressione”, ma una violazione della Costituzione repubblicana. A Verona è poi forte la presenza femminista, come ha dimostrato la manifestazione del 13 ottobre a cui hanno partecipato più di cinquemila persone, di chi lavora per i diritti delle soggettività LGBTI e di chi, infine, si pone a fianco dei migranti.

Per tutti questi motivi non staremo in silenzio, ma faremo sentire alta la nostra voce, difendendo i diritti delle donne, l’antisessismo, l’antirazzismo e l’antifascismo. 

Nel frattempo da Forza Nuova è arrivata la comunicazione che annuncia la presenza di Damian Kita per la giornata di sabato: «responsabile estero del partito polacco ONR (Obóz Narodowo-Radykalny) e portavoce della Marcia dell’Indipendenza in Polonia (Marsz Niepodleglosci) che ogni anno porta in piazza centinaia di migliaia di nazionalisti». 
 

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