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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Anna Maria Bernini in ascolto degli studenti in tenda. «Non vi prendo in giro»

La ministra, a Verona per l'inaugurazione dell'anno accademico, ha voluto confrontarsi con gli universitari che protestano da una settimana. Ed ha garantito fondi del Pnrr per raddoppiare il numero degli alloggi a livello nazionale entro il 2026

Nessuna dichiarazione in grado di surriscaldare gli animi, come invece è accaduto a Venezia, ma un confronto aperto, rispettoso, breve e necessario. Necessario perché da una settimana ci sono studenti che protestano contro il caro affitti e contro la carenza di alloggi a loro dedicati. Due fattori che si combinano in molte città universitarie, Verona compresa, e che rende quasi impossibile ai fuori sede di vivere nei luoghi scelti per studiare. Protestano in tenda, da Nord a Sud, e nel capoluogo scaligero le tende sono state piantate al Polo Zanotto, sede questa mattina dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'università di Verona. Alla cerimonia, ha partecipato la ministra all'università e alla ricerca Anna Maria Bernini, la quale ha voluto dialogare con gli studenti in tenda prima che l'evento prendesse il via nell'aula magna.
Il dialogo tra i rappresentanti degli studenti e la ministra Bernini è stato sereno. Un clima diverso da quello vissuto a Venezia, dove invece il sindaco Luigi Brugnaro ha colpevolizzato gli studenti, i quali secondo il primo cittadino veneziano "si farebbero fregare" da chi affitta loro un alloggio a 700 euro al mese. Brugnaro è stato quindi contestato questa mattina, mentre nella ministra Bernini gli studenti hanno trovato una figura in grado di ascoltare e anche di rassicurare con possibili soluzioni.

rettore nocini ministra bernini

«Non sono qui per prendere in giro gli studenti», ha detto la ministra Bernini, garantendo che il Governo di cui lei fa parte impegnerà presto fondi del Pnrr per puntare a raddoppiare il numero degli alloggi per universitari attualmente presenti in Italia. Ed ha anche aggiunto che lei ha voluto partecipare alla cerimonia dell'ateneo scaligero anche per fermarsi a parlare con gli studenti che stanno protestando.

cerimonia università con studenti in tenda

Una protesta coordinata a livello locale e nazionale da Udu, l'unione degli universitari, comunque soddisfatta per il quarto d'ora di confronto avuto questa mattina con la ministra. «Le abbiamo presentato la nostra idea sulla residenzialità e sull’utilizzo dei fondi del Pnrr - ha fatto sapere Udu Verona - Vogliamo che il corpo studentesco possa vivere a 360 gradi le città in cui scelgono di studiare. La ministra su questo ci ha dato ragione, sottolineando come anche lei ritenga necessario che la comunità studentesca sia anche una comunità di cittadinanza. Vogliamo però che non siano solo parole. Chiediamo infatti un confronto continuo col Ministero e l’impegno in quella che è la residenzialità pubblica di qualità. Non esiste infatti un vincolo di legge che stabilisce un numero minimo di posti letto ma una clausola generica. Quello che chiediamo è la menzione specifica di una percentuale minima di posti letto per il diritto allo studio che deve essere la più alta possibile. La ministra ha proposto una soglia del 20%, e sarebbe d'accordo di inserirla nel decreto».

rappresentante degli studenti cerimonia università

E il tema degli alloggi per gli studenti è stato affrontato anche durante gli interventi istituzionali che hanno scandito l'inaugurazione dell'anno accademico. Il rettore Pier Francesco Nocini ha dichiarato: «Dall’inizio del mio mandato, con il governo di ateneo, stiamo cercando soluzioni percorribili per rispondere all'emergenza alloggi e qualche risultato l'abbiamo ottenuto. Con Esu, Comune di Verona e Fondazione Camplus, abbiamo trovato 30 posti letto nel quartiere Filippini alle tariffe previste per il diritto allo studio. Sempre in collaborazione con l’Esu e con la Curia di Verona è stato presentato un nuovo progetto, in attesa di risposta del Ministero, che prevede la realizzazione di altri 130 posti letto o più in zona Veronetta. E ancora, con Michele Romano, presidente di Croce Verde, stiamo procedendo nell’area di Via del Capitel con le richieste di autorizzazione al Comune per la ristrutturazione di ulteriori 120 posti letto».
Qualche divergenza è invece emersa nei discorsi della ministra Bernini e di Francesca Flori, presidente del consiglio degli studenti dell'università di Verona. Secondo Bernini, infatti, non è possibile rispondere alle giuste rivendicazioni studentesche con un intervento esclusivamente pubblico. Serve l'aiuto dei privati, magari in partnership con il pubblico. Ma per Flori questo dimostrerebbe una «mancata assunzione di responsabilità da parte del Governo e l’attuale inefficienza della gestione residenziale». E Laura Bergamin, coordinatrice di Udu Verona, ha aggiunto: «Accogliamo l'apertura della ministra nel confronto, ma per noi non ci sono compromessi sul privato: che sia vincolato non è una reale garanzia. Rimane fondamentale il punto di una visione integrata e globale del diritto allo studio, di cui il diritto a un posto letto è solo una piccola parte. L’obiettivo è allontanarci da dormitori di lusso e creare città universitarie che non siano più solo dei luoghi di passaggio, ma dei luoghi nostri, che possono beneficiare del progresso e della spinta propulsiva che un'università può dare. E questo può essere costruito solo attraverso un’interlocuzione congiunta e attraverso il pubblico».

Ma gli studenti, oggi, non si sono incontrati solo con Anna Maria Bernini. Il sindaco di Verona Damiano Tommasi ha voluto confrontarsi con loro insieme alla vicesindaca Barbara Bissoli. E nel suo discorso, Tommasi ha toccato alcuni argomenti affrontati dagli universitari. «Vogliamo - ha detto Tommasi - che studenti, studentesse e docenti scelgano Verona come città del loro presente ma anche del loro futuro. Un luogo dove costruire la propria carriera professionale, le proprie famiglie e dove potersi stabilire. Credo che Verona abbia tutto per essere attrattiva in questo senso, e non può che legarsi alla volontà dell'università. Spesso il livello accademico dell'università italiana non è accompagnato parimenti da infrastrutture e da servizi adeguati per il proprio studentato. Resta il fatto che la formazione presente nel nostro Paese è un modello apprezzato all’estero, e gli studenti italiani che si recano oltre confine sono sempre ritenuti all’altezza, con un alto livello di preparazione. Merito della nostra università, dei docenti, di quanto la passione leghi questo servizio, questo lavoro, questa missione, che deve essere accompagnata dalla volontà politica e dalle risorse. Anche se le risorse oggi non sono l’effettivo problema, manca forse invece la volontà politica di dare velocità alla realizzazione di progetti utili. Noi ci siamo, Verona vuole fare la sua parte, vuole mettere nelle condizioni le istituzioni nazionali e regionali di poter lavorare insieme all'università per creare quei servizi richiesti dai ragazzi e dalle ragazze».

E su questo è arrivato anche lo spunto a livello locale da parte di Forza Italia. Il consigliere comunale e regionale Alberto Bozza ha presentato una mozione in Comune a Verona per chiedere un aumento dell'offerta di alloggi per gli studenti universitari, attivando politiche dello studio e della casa e utilizzando gli strumenti edilizi, urbanistici e tributari a disposizione. E contro il caro affitti, Bozza depositerà una mozione anche in Regione per per favorire politiche di housing universitario, attraverso investimenti pubblici per gli studentati e i campus, e partenariati pubblico-privato per incentivare la riconversione d’uso a destinazione universitaria sia di una parte degli immobili esistenti che degli edifici abbandonati.

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