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Protesta social contro il Congresso delle Famiglie, #manonellamano

A lanciarla è il consigliere comunale del Partito Democratico di Verona Federico Benini

È dovere di tutti opporsi al Congresso Mondiale delle Famiglie, un convegno sessista e omofobo.

Il consigliere comunale del Partito Democratico di Verona Federico Benini ha lanciato con un video l'operazione #manonellamano, una manifestazione di protesta via social network contro il Congresso Mondiale delle Famiglie, l'evento che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo e attorno al quale si sono create numerose polemiche. «È legittimo che il sindaco di Verona Federico Sboarina e il ministro Lorenzo Fontana esprimano le proprie idee medievali e oscurantiste contro l'interruzione volontaria di gravidanza, contro il divorzio, contro l'emancipazione femminile e contro le unioni civili - scrive Benini - Altrettanto doveroso, però, è che i cittadini e le cittadine democratiche si oppongano a questa visione repressiva delle libertà civili e delle conquiste sociali che minaccia direttamente la libertà delle donne e la libertà di amare facendo fare alla società veronese e italiana un salto indietro di due secoli».

L'interno di Benini è quello di dimostrare «che Verona non è omofoba e sessista». E la modalità scelta è quella di indossare una maglietta bianca con il disegno di due uomini che si tengono per mano. «Invito tutti a seguirmi - conclude Benini - Prendete un lenzuolo, una maglietta bianca, un asciugamano. Quello che volete. Con un indelebile nero, fate il mio stesso disegno e appendetelo sul vostro davanzale, oppure indossate le magliette per strada. Facciamoci vedere. Fatevi foto e video e condividetelo usando l'hashtag #manonellamano».

Simile all'opinione di Benini, quella espressa dal Movimento Scaligero-Città Stato d'Europa, che non vuole censurare l'evento. «Riteniamo giusto che Sboarina e Fontana possano esprimere in tale contesto le proprie idee integraliste cattoliche - scrive Andrea Nardi per il Movimento Scaligero - ma non a nome del Comune di Verona e dello Stato Italiano. Chiediamo al sindaco Sboarina e al ministro Fontana di parlare solo a titolo personale e di adoperarsi per togliere i patrocini a questo evento».

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