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Protesta dei medici di base, visite ambulatoriali a lume di candela

«Siamo al lumicino ed è necessario intervenire prima che la medicina generale si spenga e con lei il sistema sanitario nazionale», ha dichiarato il segretario di Fimmg Verona Giulio Rigon

Anche al Federazione dei medici di medicina generale di Verona (Fimmg) ha aderito alla protesta promossa dal sindacato nazionale dei medici di base e oggi, 15 dicembre, le visite ambulatoriali dei camici bianchi veronesi vengono fatte a lume di candela. «Siamo stati esclusi dal ristoro per dipendenti pubblici e dall'ultimo decreto aiuti - ha commentato Giulio Rigon, segretario di Fimmg Verona - Noi medici, da eroi della pandemia al dimenticatoio».

Parlamento e Governo Meloni stanno discutendo sulle misure a sostegno delle imprese e degli studi professionali per sopperire ai costi del caro energia e dell'inflazione. «E i medici di base sono stati dimenticati nei provvedimenti dedicati al ristoro dei dipendenti pubblici, per i quali è stata prevista un'indennità una tantum per il 2023, come anticipo sul prossimo contratto, pari all'1,5% dello stipendio - ha fatto sapere Rigon - Oltre a questo sono stati esclusi anche dai provvedimenti del Decreto Aiuti Quater a favore delle imprese. Probabilmente non è ancora chiaro che il medico di famiglia è un libero professionista convenzionato, assimilabile ad una piccola impresa, e come tale tutti gli oneri di gestione del proprio studio professionale sono a suo carico, compresa la presenza di personale amministrativo e infermieristico. Non si comprende allora perché escluderlo dai provvedimenti che prevedono agevolazioni dal momento che, al contrario di altri professionisti che operano con partite Iva e con costi di gestione a proprio carico, il medico di medicina generale non può adeguare le tariffe delle proprie prestazioni ai costi sostenuti essendo un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio sanitario nazionale».

Per questo Fimmg Verona ha voluto dare un segnale a tutte le forze politiche, locali e nazionali, che in questo momento stanno discutendo la prossima legge di bilancio. Un segnale simbolico come una candela accesa all'interno degli ambulatori durante le visite. «Non ricorriamo a sistemi di protesta più radicali che, in questo momento di picco dell’influenza stagionale e recrudescenza della pandemia, sarebbero contrari al senso di responsabilità verso i cittadini assistiti che da sempre caratterizza questa professione - ha concluso Rigon - Ma siamo al lumicino ed è necessario intervenire prima che la medicina generale si spenga e con lei il sistema sanitario nazionale».

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