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Verona traccia una nuova via d'uscita dal mondo della prostituzione

Il progetto si chiama «Passo dopo passo verso la libertà» e vede la collaborazione di alcuni vescovi del Triveneto, di associazioni e cooperative del territorio per un percorso di liberazione e riscatto per le vittime dello sfruttamento

Il seme è stato gettato poco più di un anno fa, il progetto è partito lo scorso aprile ed ha già prodotto i primi quattro frutti, le cui storie sono state raccontate recentemente. Storie di donne aiutate nel mettersi alle spalle un passato di prostituzione e di sfruttamento e nel costruirsi un presente ed un futuro libero ed autonomo. Il tutto grazie al progetto «Passo dopo passo verso la libertà», presentato in una conferenza organizzata dall'associazione-comunità Papa Giovanni XXIII.

L'ideazione del progetto ha una data: 8 febbraio 2019. In occasione della veglia che si è tenuta al tempio Votivo di Verona per la Giornata internazionale di preghiera contro la tratta degli esseri umani, alcuni vescovi del Triveneto hanno unito le forze con associazioni e cooperative del territorio per realizzare un percorso di liberazione e riscatto sociale in favore delle giovani donne vittime del racket della prostituzione.

Il modello di intervento ha preso questo nome: «Passo dopo passo verso la libertà» ed è stato pensato di durata biennale. Il progetto è ufficialmente partito nell'aprile 2019 e in questo primo anno si è posto come obiettivo anche la messa a punto di soluzioni che lo possano rendere più grande e più duraturo nel tempo. 

«Passo dopo passo verso la libertà» è un insieme di servizi in grado di aiutare una donna nel suo percorso di uscita dal mondo della prostituzione. Finora, le donne aiutate sono state quattro e la loro età è compresa tra i 18 e i 29 anni. A loro è stato offerto un percorso di formazione, perché in alcuni casi le vittime della tratta degli esseri umani sono semi- o del tutto analfabete. Grazie alla cooperativa Progetto Quid, è stato possibile dare loro un'occupazione, mentre l'Opera Famiglia Canossiana si è occupata del reperimento di un alloggio e della costruzione di una rete di relazioni di supporto, anche grazie all'aiuto della Nigerian Women Association. Il supporto economico, infine, è stato garantito dai vescovi di Verona, Trento, Bolzano e dal Patriarca di Venezia.

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