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Progetto bloccato, Ikea delusa: "Bocciato un piano di valore per il Veneto"

L'azienda svedese, con una nota diffusa, ha comunicato tutto il proprio rammarico per la decisione comunicata martedì dall'amministrazione comunale e per i modi con cui è stata annunciata

Ikea ha appreso da fonti di stampa che il progetto presentato per la realizzazione dell’insediamento commerciale nell’area della Marangona avrebbe ricevuto un parere negativo da parte della Regione Veneto.
Allo stupore dovuto all’assenza di un’adeguata e approfondita istruttoria - come meriterebbe un intervento di tali dimensioni - si aggiunge il disappunto per la scelta dell’Amministrazione comunale di comunicare tale decisione attraverso gli organi di stampa senza alcuna informazione preventiva rivolta agli attori interessati.

Questa la nota diffusa con la quale l'azienda svedese esprime la propria posizione dopo la notizia diffusa martedì dal sindaco Sboarina e dagli assessori Segala e Zanotto, che hanno comunicato lo stop definitivo alla realizzazione del centro nella zona della Marangona, che risultava essere in contrasto con le leggi regionali. 

A ciò si unisce il rammarico per la bocciatura di un progetto di grande valore per tutto il territorio veneto, sul quale Ikea ha lavorato intensamente in questi anni con le Amministrazioni che nel tempo si sono succedute, manifestando in ogni occasione la disponibilità a discutere di eventuali modifiche e miglioramenti.
L’Azienda ha più volte evidenziato come il progetto rappresenti un’opportunità per il territorio di Verona e per il Veneto tutto. Basti pensare che Ikea ha previsto un investimento pari a 250 milioni di euro, con ingenti oneri e opere di compensazione a favore del Comune di Verona e della Regione e ha stimato la creazione di circa 1.000 posti di lavoro.
Questo progetto riveste un ruolo cruciale nel piano di sviluppo di Ikea per il territorio Veneto, una regione su cui l’Azienda fino ad oggi ha fortemente investito, creando migliaia di posti di lavoro in forma diretta o indiretta e nella quale vorrebbe continuare a investire.

Delusa e sconcertata per il modo in cui ha appreso la notizia e per il naufragare del progetto, Ikea non chiude la porta a Verona e si dice pronta a sedersi al tavolo per discutere una soluzione. 
Una bocciatura che ha visto il Popolo della Famiglia appoggiare il sindaco Sboarina, mentre i tosiani si sono dichiarati contrari alla decisione. Sotto l'amministrazione Tosi infatti aveva preso forma il progetto e ora anche il gruppo consiliare del Partito Democratico di Verona parla di "un’altra occasione di stimolo e rilancio" bloccata. 

Questa amministrazione ha già fatto grave danno al Consorzio Zai non portando all'ordine del giorno del Consiglio la ratifica dell’accordo di programma che provvede alla suddivisone in lotti della Marangona a parità di destinazioni, bloccando quindi l’investimento di quasi 12 milioni di euro su corte Alberti. Ora viene bloccata un’altra occasione di stimolo e rilancio.
Prima di dire no ad un investitore privato è dovere dell'amministrazione spiegare ai veronesi cosa si perde e cosa si guadagna: quale ruolo avrebbe potuto avere Ikea nell’infrastrutturazione della Marangona, che è l’ultima area di sviluppo industriale rimasta e che da anni attende una concreta possibilità di rilancio? E soprattutto: quali altre possibilità si vogliono esplorare per avviare questo rilancio su cui il Consorzio Zai ha già investito 14 milioni ii euro per l’acquisizione delle aree? Una politica responsabile non mette alla porta un investitore riprensentandosi a mani vuote dai suoi cittadini. Dove si è mai visto?
Se il problema di sostenibilità era dato dal centro commerciale collegato con Ikea, l'amministrazione ha esplorato tutti gli spazi di contrattazione? Ci ha almeno provato?
Inoltre: la presenza del colosso Ikea sarebbe stata davvero ininfluente per il rilancio produttivo e commerciale del distretto veronese del mobile? Lo si dimostri con una valutazione razionale, non nascondendosi dietro ad una lettera della Regione la quale, è noto, risponde a tono a seconda delle domande che vengono rivolte.
Non stanno in piedi le ragioni ecologiche: spieghi allora il Sindaco il motivo per cui non si vogliono i 40 mila metri quadrati di commerciale alla Marangona mentre la Variante 23 ne autorizza 38 mila a Borgo Roma, di cui 12 mila proprio a fianco di Esselunga, l’area più critica della città.
Perché il commerciale che va ad arricchire i privati è buono e quello che va ad arricchire un ente pubblico come il Consorzio Zai, gettando le basi per un rilancio industriale e logistico della Marangona, non sarebbe buono? Comune di Verona e Consorzio Zai non sono amministrati dalla stessa maggioranza politica? Questa è mancanza di visione. Chiediamo al Sindaco di rendere conto nelle sedi istituzionali, non di amministrare mezzo stampa. Vale per la Marangona e per la Variante alla Statale 12 rispetto alla quale nelle dichiarazione del Sindaco non scorgiamo niente di concreto.

Queste dunque le considerazioni di Carla Padovani, Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani. Ci sarà dunque spazio per cercare una soluzione o l'azienda svedese guarderà altrove?

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