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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Dopo il suicidio di Cloe Bianco studenti in piazza: «Dimissioni di Donazzan»

Giovedì prossimo, presidio in Campo San Geremia a Venezia, organizzato da Unione degli Universitari e Rete degli Studenti Medi: «Non può esserci spazio per chi si permette di lasciare dichiarazioni transfobiche senza il ben che minimo riguardo»

Ci saranno anche alcuni studenti veronesi il 23 giugno a Venezia a chiedere le dimissioni dell'assessora regionale Elena Donazzan. L'Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi del Veneto hanno organizzato per le 18 di giovedì prossimo un presidio in Campo San Geremia. E oltre ad una delegazione studentesca dalla provincia di Verona hanno annunciato l'adesione al presidio anche diverse realtà associative e alcuni esponenti delle istituzioni, tra cui l'onorevole Alessandro Zan.

Tutti saranno a Venezia per chiedere le immediate dimissioni dell'assessora all'istruzione della Regione Veneto. «Le vergognose dichiarazioni della Donazzan riguardo al suicidio di Cloe Bianco sono solo l'apice di una serie delle sue prese di posizione fasciste e razziste. In Veneto, non può esserci spazio per chi canta "Faccetta Nera" in radio o si permette liberamente di lasciare dichiarazioni transfobiche senza il ben che minimo riguardo».

La protesta è dunque legata al triste suicidio di Cloe Bianco e alle successive parole di commento rilasciate da Elena Donazzan. Come ben sintetizzato da Pietro Rossi su Vicenza Today, Cloe Bianco era una professoressa di fisica e nel 2015 insegnava in un'istituto di San Donà, nel Veneziano. Non identificandosi con il genere maschile, un giorno Cloe Bianco si presentò ai suoi studenti vestita da donna, chiedendo loro di chiamarla Cloe. Il padre di uno studente scrisse una lettera indignata all'assessora Donazzan, la quale fece partire una polemica che portò alla sospensione della docente e al suo spostamento a ruoli diversi. Decisione contestata da Cloe Bianco, che fece ricorso e chiese anche un risarcimento. Ma in tribunale la professoressa non trovò giustizia. L'unico suo rifugio era il camper in cui aveva deciso di vivere e in cui si è suicidata lo scorso 11 giugno, lasciando una lettera pubblicata da Venezia Today.

Elena Donazzan, nel 2015, criticò la scelta di Cloe Bianco, definita «un uomo travestito donna», e per questo fu attaccata da chi allora e oggi combatte la transfobia. Attacchi ancor più aspri ora, dopo la morte dell'insegnante. Episodio che non ha smosso l'assessora delle sue posizioni e che, secondo lei, verrebbe strumentalizzato per fini politici. «Il movimento lgbt sta usando la morte tragica di una persona per farne una polemica politica - ha dichiarato Donazzan a Radio24 - Io credo che oggi chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento lgbt. Perché dire che si è omosessuali è un’affermazione, presentarsi in classe con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un'altra cosa. Venne usato allora come bandiera di grande coraggio e oggi viene usato per fare una polemica tutta politica perché io sono di Fratelli d’Italia».
L'assessore Donazzan ha poi aggiunto di aver ricevuto minacce in seguito a questa vicenda. E su i suoi profili social è impossibile commentare perché tantissimi utenti hanno pubblicato commenti in serie scrivendo solamente «Cloe Bianco». Giovedì prossimo, invece, la protesta non sarà sui social network, ma in piazza. E la richiesta è sempre quella: dimissioni.

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