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Presentazione di «NazItalia» a Verona senza disordini, fischi per Bacciga

La Sala Lucchi nel quartiere Stadio era stracolma per la serata a cui ha partecipato l'autore Paolo Berizzi, il direttore di Repubblica Carlo Verdelli, l'ex procuratore capo di Verona Guido Papalia e il writer Cibo

CasaPound Verona ha tenuto il suo convegno. Gli ultras dell'Hellas Verona hanno cantato i loro inni sotto la curva del Bentegodi. E il giornalista di Repubblica Paolo Berizzi ha potuto presentare il suo libro «NazItalia» nella Sala Lucchi del quartiere Stadio, a Verona. Il tutto senza episodi di violenza, ma con una tensione che si è avvertita anche nella serata di ieri, 26 giugno, dopo settimane di insulti, minacce, scontri politici e petizioni, una tensione che ha costretto la Questura a schierare un gruppo di poliziotti in tenuta antisommossa per mantenere l'ordine pubblico. E l'obiettivo è stato raggiunto, nel senso che alla fine tutte le manifestazioni si sono svolte senza disordini.

La Sala Lucchi ieri era piena, ben oltre la sua capienza. Ad occhio e croce i partecipanti erano 400 ed hanno accolto Paolo Berizzi e gli altri relatori intonando «Bella Ciao». Tra di loro, per ascoltare ed esprimere il suo dissenso, il consigliere comunale di maggioranza Andrea Bacciga, che durante la serata ha chiesto la parola, ma è stato sommerso dai fischi e quindi il suo intervento lo ha potuto esprimere soltanto sui social network.
Soltanto applausi, invece, per gli ospiti dell'incontro organizzato anche dal capogruppo del Partito Democratico di Verona Federico Benini. «Sono orgoglioso di aver organizzato insieme all’autore questa magica serata - ha commentato Benini - Verona c’è, ma da Sboarina nemmeno una chiamata di solidarietà a Berizzi».
L'autore di «NazItalia», che ha causa delle minacce ricevute vive sotto scorta, ha ricordato Nicola Tommasoli, ha aggiunto: «Se c'è tanta paura per un libro vuol dire che abbiamo colto nel segno. La violenta campagna dell'estrema destra contro il mio libro è anche l'effetto del linguaggio della cattiveria e degli slogan nostalgici di chi ci governa», ed infine ha ringraziato la «Verona democratica e antifascista».
Con Berizzi, al tavolo dei relatori, anche il direttore di Repubblica Carlo Verdelli, l'ex procuratore capo di Verona Guido Papalia e il writer Pier Paolo Spinazzè, noto come Cibo, il quale disegna frutta e verdura sui muri per coprire simboli nazisti e fascisti. Nel suo intervento, Papalia ha ammesso che non c'è il rischio di tornare al fascismo di Mussolini, ma c'è il rischio di una deriva autoritaria in Italia. Ed ha aggiunto: «Verona continua a essere anche un laboratorio nero e non stupisce che ci sia un consigliere comunale che fa il saluto romano in aula». Sono state queste le parole che hanno scatenato la reazione del diretto interessato, Andrea Bacciga, il quale è indagato (e non condannato) per il fatto citato da Papalia. Mentre Cibo ha assicurato che non interromperà la sua opera di copertura dei simboli d'odio che vengono scritti sui muri. «E voglio vedere anche altri artisti che come me scendono in strada per cancellare svastiche e altri simboli simili», ha dichiarato Spinazzè.

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