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Pfas contaminano anche l'aria, tecnici regionali: «Finora mai rilevato inquinamento»

L'allarme è partito da Legnago dove un'azienda rigenera i filtri usati per depurare l'acqua. I timori ruotano attorno ai fumi causati dall'attività produttiva. Ma dalla Regione Veneto rassicurano

Pfas nell'acqua, Pfas nel cibo ed ora anche Pfas nell'aria. L'inquinamento causato dalle sostanze perfluoro alchiliche potrebbe aver trovato un nuovo modo per diffondersi, anche se al momento i tecnici della Regione Veneto assicurano: «Finora, sul territorio regionale non è mai stato rilevato inquinamento da Pfas in atmosfera».

L'allarme sulla presunta contaminazione dell'aria con sostanze Pfas è partito dalla provincia di Verona e in particolare da Legnago. È noto che il territorio legnaghese, come altri territori della provincia scaligera e delle province di Vicenza e Padova, sono stati interessati in passato dall'inquinamento di Pfas nell'acqua. Acqua che è stata bevuta dai cittadini oppure utilizzata in agricoltura. I Pfas ingeriti attraverso l'acqua o attraverso il cibo prodotto con l'acqua contaminato si è lentamente accumulato nel sangue di tanti veneti, generando in loro problemi di salute.
Per depurare l'acqua contaminate, la Regione ha installato dei filtri a carbone attivo. Filtri che periodicamente devono essere rigenerati. E a Legnago ha sede proprio un'azienda, la Chemviron, specializzata proprio nella rigenerazione dei filtri. Alcune associazioni No Pfas temono che i fumi causati dall'attività produttiva della Chemviron diffondano Pfas nell'aria, causando fastidi in chi la respira. I timori dei cittadini sono stati ascoltati dalla consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, la quale ha chiesto agli assessore all'ambiente e alla sanità di intervenire affinché la Chemviron adotti le migliori tecnologie a disposizione per evitare la diffusione di Pfas nell'aria. Ed il sindaco di Legnago Graziano Lorenzetti pretende controlli permanenti sulle emissioni dell'azienda.

Il tema non è stato ignorato dai tecnici della Regione Veneto che oggi, 2 maggio, ha reso che: «Finora non è mai stato rilevato alcun inquinamento da Pfas nell'atmosfera del Veneto. Ciò sia con riferimento in generale al territorio regionale, sia in particolare all'area di Legnago, in cui si svolgono operazioni di rigenerazione di carboni attivi usati negli acquedotti». Una rassicurazione giustificata dai controlli eseguiti da Arpav, attraverso campionamenti e analisi. E i risultati di questi controlli, comunicati anche alle forze dell'ordine, non hanno evidenzato trasferimenti di inquinanti nell'aria.
«Sono, inoltre, state avviate attività di confronto tecnico con altre agenzie per approfondire tecniche di campionamento e metodiche di analisi, fra le altre con Arpa Piemonte, con la quale sono in corso proprio in questo periodo attività congiunte, sia in Veneto che in Piemonte - hanno aggiunto i tecnici regionali - Considerata la delicatezza del tema, la questione è stata esaminata anche dalla Commissione Ambiente e Salute della Regione Veneto, che ha escluso, sulla base degli elementi attuali, qualunque tipo di impatto o di rischio sanitario. Ciò nonostante, considerata la rilevanza del tema e l’effettiva necessità di garantire la massima tutela della popolazione e dell’ambiente, la Regione ha interessato della questione l'Istituto Superiore di Sanità e l'Ispra, rappresentando anche la necessità che lo Stato intervenga finalmente anche in questo ambito, ponendo limiti rigorosi per le emissioni di Pfas in aria e sul suolo, oltre che nelle acque».

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