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Petizione contro riqualificazione di Forte Santa Caterina. «Area fragile, non va cementificata»

Il Comune di Verona ha presentato un nuovo masterplan che riduce i metri quadrati di edificazioni. Ma per Massignan e gli altri firmatari della petizione non basta. «La zona andrebbe bonificata di tutti i residui edilizi recenti e rinaturalizzata»

Lunedì scorso, 15 maggio, quando è stata protocollata in Comune, era stata firmata da 1.058 cittadini. Ma potrebbero salire le adesioni alla petizione promossa da Giorgio Massignan, responsabile dell'osservatorio territoriale VeronaPolis, contro le costruzioni previste di fronte al Forte Santa Caterina al Pestrino.

Grazie ad un finanziamento statale da 15 milioni di euro, il Comune di Verona ha l'occasione di riqualificare l'area di Forte Santa Caterina. E venerdì scorso la giunta ha approvato il masterplan che modifica quanto era stato pensato per la zona dalla precedente amministrazione, riducendo lo spazio per le edificazioni da 16.300 a 12.700 metri quadrati, valorizzando gli aspetti legati all'housing social e modificando il contenuto del previsto deposito. «Nonostante le modifiche, riteniamo che la scelta del luogo dove intervenire sia urbanisticamente e ambientalmente sbagliata, considerata la presenza di un forte asburgico e la vicinanza al Parco dell’Adige e al fiume stesso - si legge nella petizione - Inoltre, per raggiungere la zona del forte Santa Caterina, non ci sono le infrastrutture stradali e i servizi di trasporto pubblico sufficienti e idonei».

E maggiori dettagli sulle motivazioni della petizione sono stati forniti dall'urbanista Massignan. «Mi rendo conto che rinunciare a dei finanziamenti pubblici sia molto difficile, ma spendere soldi per rovinare un ambiente ed un paesaggio che avrebbe solo necessità di essere bonificato dalla recente brutta edilizia militare e collegato al Parco dell'Adige è ancora più grave. L'area interessata è, paesaggisticamente fragile e naturalisticamente molto importante. Andrebbe bonificata di tutti i residui edilizi recenti e rinaturalizzata. La vicinanza al fiume ed al parco dovrebbe preservarla da nuove costruzioni. E la realizzazione di un percorso della salute, di un orto, di una piccola azienda agricola e di un punto vendita a chilometro zero non significa naturalizzare la zona, ma creare un polo di attrazione di pubblico e di traffico in un luogo che non ne dovrebbe subire l'impatto. Ritengo inoltre che realizzare un centro servizi destinato a persone con disabilità in un luogo isolato come il Pestrino, dia la triste idea della ghettizzazione».

Massignan ha inoltre denunciato che ancora non si è vista l'ombra di quella urbanistica partecipata promessa in campagna elettorale dalla coalizione del sindaco Damiano Tommasi. «È vero che i tempi del Pnrr non avrebbero permesso una reale partecipazione della società civile alle scelte progettuali, ma si poteva comunque consultare la città per sapere se voleva bloccare il progetto previsto a Forte San Caterina».

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