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Dopo l'aviaria, ecco la peste suina. Malattia trasmessa anche dai cinghiali

Coldiretti, attraverso il suo presidente nazionale Ettore Prandini, ha chiesto interventi immediati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti

Dopo l'influenza aviaria, un nuovo allarme sanitario si diffonde tra gli allevatori di tutta Italia. In Piemonte e in Liguria sono stati scoperti i primi focolai di peste suina ed ad essere più in allerta sono i territori in cui sono più presenti animali selvatici come i cinghiali. Animali che infettandosi possono trasmettere la malattia anche negli allevamenti suini. La peste suina africana, infatti, può colpire cinghiali e maiali ma non è trasmissibile agli esseri umani. È altamente contagiosa ed è spesso letale.

Coldiretti, attraverso il suo presidente nazionale Ettore Prandini, ha chiesto interventi immediati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti. «Siamo costretti ad affrontare questa ulteriore emergenza sanitaria - ha affermato Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona - perché è mancata l’azione di prevenzione di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali in tutto il Veneto e in particolare sul Monte Baldo e in Lessinia, dove si contano quasi 10mila esemplari. Il problema, comunque, riguarda molti territori della provincia scaligera, ormai invasi dai cinghiali. La presenza numerosa di questi animali aumenta il fattore di rischio di diffusione di una malattia che può portare a pesanti perdite negli allevamenti suini. Un motivo in più per proseguire sull’azione di contenimento. I nostri allevamenti applicano rigidi protocolli di biosicurezza e sorveglianza sanitaria ma è necessario mettere in campo tutte le azioni di prevenzione e controllo, altrimenti l’impatto potrebbe essere particolarmente devastante».

Nella provincia scaligera, spiega Coldiretti, si concentra un terzo della produzione veneta. Gli allevamenti suini professionali nel Veronese sono circa 300, in cui si allevano ogni anno la gran parte degli oltre 270mila suini per una produzione nel 2020 di 48mila tonnellate e un fatturato di oltre 64 milioni di euro.

Per Prandini serve subito un’azione sinergica su più fronti, anche con la nomina di un commissario in grado di coordinare l’attività dei prefetti e delle forze dell’ordine chiamate ad intensificare gli interventi, per tutelare e difendere gli allevamenti da questa grave minaccia che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese. Coldiretti ravvisa inoltre la necessità di avviare iniziative comuni a livello europeo perché è dalla fragilità dei confini naturali del nostro Paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplari portatori di peste.

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