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Presentato prototipo del passaporto sanitario europeo: cos'è e come funzionerà da giugno

«Il parlamento europeo voterà questo provvedimento il 26 di aprile, sarà uno strumento per riaprire alcune attività, come il turismo», ha spiegato il presidente David Sassoli

Thierry Breton è il capo del task force dell'Unione europea per i vaccini e nelle scorse ore ha pubblicamente mostrato per la prima volta quello che dovrebbe essere il passaporto sanitario europeo, vale a dire quel documento che ciasccun viaggiatore potrà portare con sé qualora si rechi all'estero. Il passaporto dovrebbe essere disponibillle dal mese di giugno, ma va anzitutto specificato che tale certificazione non sarà obbligatoria. Il documento infatti sarebbe stato pensato semplicemente per consentire a chi ha già ricevuto la somministrazione del vaccino anti-Covid di evitare di fare il tampone prima di intraprendere un viaggio o accedere ai luoghi pubblici.

Intervenendo ad una trasmissione sulla radio francese Rtl, Thierry Breton ha fatto vedere un prototipo del documento che, a quanto si apprende, sarà disponibile sia in versione cartacea che per smartphone. Sul documento è poi presente un codice QR e viene riportato il tipo di vaccino effettuato. Per chi invece non dovesse ancora aver fatto o non avesse voluto effettuare il vaccino contro il coronavirus, sul "passaporto sanitario" sarà indicato l'esito dell'ultimo tampone effettuato.

Il presidente del parlamento europeo David Sassoli, intervistato su RaiTre a "Mezz'ora in più", ha spiegato in merito al passaporto sanitario: «Sarà lo strumento per una riapertura ordinata, soprattutto una certificazione delle persone che possiamo considerare meno pericolose». Lo stesso Sassoli ha poi aggiunto: «Il parlamento europeo voterà questo provvedimento il 26 di aprile, sarà uno strumento per riaprire alcune attività, come il turismo, consentire agli anziani che sono i primi vaccinati di riprendere una vita normale».

Per l'Ue l'obiettivo resta quello di raggiungere entro il 14 luglio un'immunità di gregge che, tuttavia, appare oggi tutt'altro che scontata. E ad ammetterlo è stato lo stesso presidente David Sassoli: «La Commissione dice che saremo in grado di vaccinare il 70% della popolazione per la fine dell'estate, Breton lo sta confermando ogni giorno. Naturalmente il sistema va messo a regime, perché abbiamo dei forti ritardi. Siamo tutti impegnati affinché la catena di approvvigionamento consenta una vaccinazione di massa».

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