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Domenico Pompili alla sua curia: «Siate creativi, professionali e disponibili»

Il nuovo vescovo ha incontrato il personale della curia scaligera ed i rappresentanti dei mezzi di comunicazione a cui ha rivolto l'invito di «ascoltare con le orecchie del cuore»

Sabato scorso, 1 ottobre, la diocesi di Verona ha accolto il nuovo vescovo Domenico Pompili. È iniziato dunque il ministero episcopale di monsignor Pompili nel territorio scaligero. Un inizio denso di appuntamenti, tra cui anche quello previsto per oggi, 4 ottobre, alle 20.45 nella chiesa di San Tomaso Cantuariense nel capoluogo. Il vescovo terrà una lezione dal titolo "Acqua, Terra e Cielo nella Laudato Sì di Papa Francesco", all'interno del ciclo "La bellezza del Creato tra anima, storia e natura" proposto dalla Fondazione Verona Minor Hierusalem. E prima della lezione di Domenico Pompili interverrà con un saluto anche il sindaco Damiano Tommasi.

Nella giornata di ieri, invece, gli appuntamenti più importanti del vescovo sono stati due: l'incontro con il personale della curia veronese e quello con il mondo della comunicazione.
Al personale della curia ora guidata da monsignor Pompili, il vescovo ha ricordato un passaggio dell'enciclica "Fratelli Tutti" di papa Francesco. «Corresponsabilità è la parola per descrivere il lavoro della curia, il cui obiettivo ultimo è curare le ferite della società per la quale la chiesa vive e si impegna - ha detto Pompili - Ciò implica tre atteggiamenti che vorrei esprimere sotto forma di augurio. Il primo è la creatività e non la mera ripetizione del "si è sempre fatto così". Il secondo è la professionalità e cioè la competenza che non va data mai per scontata e che richiede una dose di aggiornamento e di formazione nell'assolvere il proprio compito. Il terzo è la disponibilità e cioè la duttilità a vivere il proprio lavoro senza ridurlo al mansionario».
E Domenico Pompili ha usato le parole di papa Francesco anche per introdurre il suo discorso rivolto ai rappresentanti della stampa e della comunicazione. L'invito del nuovo vescovo è stato quello di «ascoltare con le orecchie del cuore», riconoscendo una sorta di potere ai mezzi di comunicazione. Potere che deve essere usato correttamente. «Come i farmaci, i media hanno una dimensione tossica e una curativa - ha dichiarato il nuovo vescovo di Verona - I due aspetti non si possono separare, non possiamo sognare che i media diventino soltanto buoni. Ma come ogni farmaco devono dovesse essere usati con cautela, nelle giuste quantità e con le giuste avvertenze. Possiamo contenere la tossicità e potenziare la dimensione terapeutica. Accorciare le distanze è parte del rimedio. Imparare ad ascoltare è il passo in avanti da compiere per non ridurci ad essere il prodotto di algoritmi di cui ignoriamo tutto, ma che tutto sanno di noi. Ascoltare, per papa Francesco, è dunque raccogliere una sfida antropologica. Si tratta di spostare l’orizzonte dall’ascolto automatico, che serve a profilare e controllare, a un prestare orecchio che è apertura al mondo. Se noi siamo chiusi, sordi, autoreferenziali, se impediamo al mondo di entrarci dentro facendoci uscire dall’indifferenza, anche la fede non trova spazio. Ascoltare viene per primo. Tutto il resto è conseguenza».

Intanto, continuano ad arrivare messaggi di benvenuto a monsignor Domenico Pompili. «Sono certo che saprà creare un legame forte con il Veneto e i veronesi, gente di fede semplice e concreta - ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia riferendosi al nuovo vescovo scaligero - L'augurio è di poter collaborare assieme, ognuno con il proprio compito e attraverso la propria istituzione, per poter rispondere al meglio alle esigenze della comunità in un momento, come quello attuale, certamente non facile».
Ed anche il segretario della Cisl di Verona Giampaolo Veghini ha salutato l'arrivo del vescovo Pompili. «Monsignor Domenico Pompili è una figura di alto profilo che saprà assolvere il cruciale ruolo di guida spirituale per la nostra comunità nei momenti della vita quotidiana e soprattutto in quelli di particolare bisogno», è stato il commento di Veghini.

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