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Morti per overdose: Veneto prima in Italia, ma nessun caso nel Veronese

In questo 2019, sono stati contati 25 decessi per abuso di stupefacenti in regione. È il numero più alto tra i vari territori del Paese, però per fortuna il conteggio nella provincia scaligera è fermo a zero

Sembra quasi strano che la provincia di Verona, al momento, ne sia immune; ma il sistema informatico Geoverdose, che tiene il conto aggiornato dei decessi per droga, non mostra neanche un caso avvenuto in territorio scaligero quest'anno. Sembra quasi strano perché la situazione regionale è la peggiore d'Italia, con ben 25 casi di morte per overdose in questo 2019.
Il Veneto è attualmente la regione con più morti a causa di stupefacenti e per questo il prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto ha lanciato un grido d'allarme e ha manifestato la volontà di organizzare gli «Stati generali della tossicodipendenza».

Il grido d'allarme di Zappalorto è stato ascoltato dalla Regione Veneto, con l'assessore regionale Elena Donazzan preoccupata perché tra poche settimane riaprono le scuole e l'assessore Donazzan sente il dovere «di mettere in atto tutti gli interventi possibili, in termini di prevenzione e di presidio del territorio» per combattere lo spaccio e l'abuso di sostanze stupefacenti.

Concordo pienamente con il prefetto Zappalorto sulla necessità di convocare gli Stati generali per fronteggiare quella che è evidentemente un'emergenza da tempo, coinvolgendo ogni soggetto interessato - ha commentato Donazzan - La Regione conferma la piena disponibilità ad adoperarsi affinché cresca la consapevolezza a tutti i livelli della pericolosità dell'uso di qualsiasi sostanza stupefacente: un messaggio che abbiamo il dovere di diffondere in uno degli ambiti purtroppo maggiormente esposti, quello della scuola.
Già lo scorso anno, a seguito dei controlli effettuati dalle forze dell'ordine con i cani antidroga, era emerso che sin dalle prime ore del mattino le sostanze killer circolavano in prossimità degli istituti scolastici posti sotto sorveglianza.
Venticinque morti sono il drammatico conteggio, forse purtroppo non definitivo, di quest’anno: dobbiamo fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità perché questa lista non si allunghi.

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