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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Nel mese di gennaio 2021 sono cresciute «del 67% le morti sul lavoro in Veneto»

È quanto emerge dall'analisi fatta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sul primo mese dell’anno: il dato peggiore a livello regionale arriva ancora da Verona

«Crescono del 67% le morti sul lavoro in Veneto e quasi la metà sono dovute al contagio da Covid. Rispetto a gennaio 2020 quando i decessi erano 3 (di cui uno in itinere), nel gennaio 2021 sono diventati 5, tutti registrati in occasione di lavoro. Ed il Veneto, purtroppo, è secondo in Italia per numero di morti bianche».
Questa l’istantanea del primo mese dell’anno scattata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, e descritta nelle parole del suo Presidente, l’ingegner Mauro Rossato.
«Un incipit sconfortante - sottolinea Mauro Rossato – perché, al di là della drammaticità dei numeri che narrano la tragedia delle vite spezzate dei lavoratori e delle loro famiglie, sono le variazioni rispetto all’anno precedente a preoccupare. Perché raddoppiare la mortalità nel primo mese dell’anno non è certo un buon inizio. E il secondo posto del Veneto, nella graduatoria nazionale per numero di infortuni mortali, ne è una triste conferma».

Intanto, nella classifica regionale delle morti sul lavoro il dato peggiore arriva ancora una volta da Verona con 2 infortuni mortali; seguono Venezia, Treviso e Padova (1).
Il numero di denunce per infortunio in Veneto nel mese di gennaio 2021 è 4.484, in diminuzione del 16%. 893 sono le denunce di infortunio per Covid.
Viene ricordato poi poi che il Veneto da gennaio 2020 a gennaio 2021 risulta essere la terza regione in Italia per numero di denunce di infortunio legate al Covid-19. Al primo posto la Lombardia al secondo posto il Piemonte.

Italia

«Da un lato lo smart working salva i lavoratori dagli incidenti stradali, dall’altro il Covid continua ad uccidere e lo fa in modo drammatico. Quasi il 40% delle vittime in occasione di lavoro nel primo mese dell’anno è deceduto per contagio da Covid. Sono 13 decessi su un totale di 34. Mentre l’unico dato confortante viene rilevato negli infortuni mortali in itinere, diminuiti del 63,2% e passati dai 19 di gennaio 2020 ai 7 di gennaio 2021».
A ribadirlo è sempre Mauro Rossato, commentando i dati riguardanti stavolta l'Italia intera e sempre riferiti al primo mese del 2021. 

A guidare la classifica nazionale per numero di decessi nel 2021 c’è la Campania con 7 infortuni mortali, seguita da: Veneto (5), Emilia Romagna e Lombardia (4), Piemonte (3), Puglia, Toscana e Lazio (2), Molise, Basilicata, Trentino Alto Adige, Calabria e Marche (1).
Per quanto riguarda invece l’incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, è il Molise a guidare la classifica con un indice di 9,5 contro una media nazionale pari a 1,5. Seguono Basilicata (5,3) e Campania (4,2).
La provincia in cui si muore di più in occasione di lavoro in Italia è Napoli (3 decessi). Seguono: Roma, Salerno e Verona (2).

Il settore delle Attività Manifatturiere e delle Costruzioni quelli che contano più vittime (3 decessi). Seguono: Servizi di informazione e comunicazione (2), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli e Noleggio, Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (1).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro totali è tra i 45 e i 64 anni (24 su 34). Le donne che hanno perso la vita nel 2021 sono 3. Gli stranieri deceduti sul lavoro nel mese di gennaio 2021 sono 5. Il martedì è il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni a gennaio 2021.

Per quanto riguarda invece le vittime sul lavoro per Covid 19 da gennaio 2020 a gennaio 2021 la maglia nera viene indossata dalla Lombardia con il 35,4% delle denunce (163 decessi), seguita da Campania (48 decessi), Piemonte (40), Emilia Romagna (37 decessi), Lazio (35 decessi), Puglia (25 decessi). E la triste graduatoria prosegue con la Liguria (20 decessi), la Sicilia (18), l’Abruzzo (15), la Toscana (14), Marche e Veneto (12 decessi), Umbria (5 decessi), Calabria (4), Molise e Friuli Venezia Giulia (3), la provincia autonoma di Trento, la Valle d’Aosta e la Sardegna (2) e la Basilicata (1).

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