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Monte Baldo, comuni veronesi divisi sulla candidatura a Patrimonio dell'Umanità

Sei su dieci sono allineati con le amministrazioni trentine per chiedere il prestigioso riconoscimento. Altre quattro però sono orientate verso un altro progetto Unesco, meno ambizioso ma più fattibile: il programma Mab

Nell'agosto scorso si erano riuniti tutti quanti a Malcesine per approfondire l'idea ambiziosa di candidare il Monte Baldo all'Unesco come Patrimonio dell'Umanità. Sembravano tutti d'accordo i rappresentanti dei comuni veronesi e trentini che condividono l'area del Monte Baldo. Ma tutti d'accordo non sono. C'è infatti una spaccatura tra le amministrazioni scaligere. Un blocco formato dai Comuni di Brentino Belluno, Caprino, Brenzone, Malcesine, Ferrara di Monte Baldo e Rivoli vuole puntare al bersaglio grosso e quindi al riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità. Altri quattro, invece, sono orientati verso un altro progetto Unesco, meno ambizioso ma più fattibile: il programma Mab (Man and the Biosphere - L'uomo e la biosfera), creato per promuovere la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile in vista di un rapporto più equilibrato tra uomo e ambiente.

Ma per la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, questa divisione è controproducente e si dovrebbe remare verso il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità insieme ai comuni della provincia di Trento. «Il Baldo non ha confini: i cinque Comuni trentini hanno avviato da tempo le procedure per il riconoscimento Unesco "Patrimonio dell'Umanità" ed è quella la strada da seguire anche per i Comuni veronesi, presentando la stessa domanda, perché in questi casi l'unione fa la forza ed è il solo modo per raggiungere il traguardo. Spaccarsi su questo tema è il modo migliore per non ottenere niente. Cerchiamo di lavorare per un obiettivo comune».

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