rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Medici di base a pagamento, l'iniziativa nel Trevigiano allarma anche a Verona

Una società privata offre a pagamento visite che dovrebbero essere erogate gratuitamente dai medici di medicina generale. Scassola (Fimmg Veneto): «Si fanno ricadere sui cittadini i costi di alcune prestazioni che sono diritto acquisito e costituzionale»

Per il momento è un'iniziativa privata e commerciale attivata da una rete di studi medici nel Trevigiano, ma lo spettro che si possa diffondere in tutto il Veneto ha allarmato tanti. L'attività organizzata da una società privata di Treviso offre visite generiche a pagamento. Prestazioni che dovrebbero essere erogate gratuitamente dai medici di medicina generale. Come è noto, però, i medici di base sono carenti in Veneto e nel resto d'Italia. E in questa carenza si è inserito il privato, il quale offre auscultazioni e valutazioni a un prezzo inferiore a quello del ticket sanitario.

Un'iniziativa che ha fatto subito reagire il dottor Maurizio Scassola, segretario regionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) del Veneto. «Il medico di base vuole e deve rimanere una risorsa del sistema sanitario nazionale; un professionista al servizio della comunità e un'occasione di crescita, di sviluppo, di equità e prossimità per il raggiungimento di livelli essenziali di assistenza e cura - ha commentato Scassola - Chiediamo alla Regione Veneto di prendere posizione rispetto a questa e ad altre iniziative che si stanno sviluppando nel territorio. Iniziative che hanno un denominatore comune: far ricadere sui cittadini veneti i costi di alcune prestazioni che sono diritto acquisito e costituzionale. Queste iniziative sono anche colpa di una politica assente e più concentrata a ridelineare i suoi precari equilibri che a impegnarsi nel programmare e attuare la necessaria riorganizzazione della medicina territoriale».
E un'accusa diretta a chi governa la Regione Veneto è arrivata anche dalla consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda: «La disorganizzazione della Regione nella gestione del rapporto col medico di base peggiora le condizioni del loro lavoro, rendendolo meno attrattivo, specie nelle zone rurali. La linea politica espressa in questi anni dal presidente Luca Zaia e dalla sua giunta si compie. Dopo la privatizzazione ospedaliera e ambulatoriale, siamo giunti alla privatizzazione dei servizi essenziali».

E nel Veronese i più preoccupati sembrano essere i pensionati, ovvero coloro che più hanno bisogno di assistenza da parte del medico di base e che più stanno soffrendo la mancanza di questi professionisti nel territorio. «L'emergenza riguardante la carenza di medici di base, finora governata poco e male, rischia di rompere gli argini per sfociare in una inaccettabile deriva privatistica, come del resto è già nei fatti per quanto riguarda le visite specialistiche in cui i ritardi di risposta del soggetto pubblico spingono i cittadini a rivolgersi a servizi di diagnostica e cura privati - ha commentato Adriano Filice, segretario generale del sindacato pensionati di Cgil Verona - Finché ci sarà una Costituzione a tutela di un sistema sanitario pubblico, gratuito e universalistico, queste logiche non possono avere diritto di cittadinanza. La Regione è chiamata ad assumere iniziative urgenti per rimediare al grave deficit funzionale del sistema sanitario veneto: gli ultimi dati rilasciati da Azienda Zero confermano che sul territorio veronese (al 19 ottobre 2022) ci sono ancora 142 zone carenti di medico di base».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Medici di base a pagamento, l'iniziativa nel Trevigiano allarma anche a Verona

VeronaSera è in caricamento