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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Sbancamenti e cemento, la protesta dei cittadini: «Vergogna in Valpantena»

Alla manifestazione organizzata dall'associazione Monastero del Bene Comune hanno aderito numerose associazioni ambientaliste e qualche politico locale. Bertucco: «La legge regionale sul consumo di suolo non funziona»

«Vergogna in Valpantena». È stata intitolata così la manifestazione organizzata ieri, 9 maggio, nel campo sportivo di Santa Maria in Stelle, a Verona. «Insieme per dire basta al consumo indiscriminato della valle», questo è ciò che si legge nel volantino creato per invitare il maggior numero di partecipanti possibile alla protesta organizzata dall'associazione Monastero del Bene Comune, ente che sostiene e promuove iniziative in collaborazione con la comunità degli stimmatini dell'eremo del '500 di Sezano.
Proprio vicino al monastero, sono stati autorizzati degli sbancamenti della collina, oltre alla costruzione di capannoni di industriali. Gli alberi dei boschi vengono abbattuti per far spazio a cemento e vigneti. E contro tutto questo, numerose associazioni ambientaliste e qualche politico locale, ieri, hanno manifestato.

La deputata veronese del Partito Democratico Alessia Rotta ha promesso di fare il possibile per fermare sbancamenti e cementificazione. «Emerge da questa vicenda un silenzio assenso della Soprintendenza a fronte di un piano di interventi che sulla carta negherebbe la realizzazione di opere così invasive non in equilibrio con le caratteristiche del territorio. Una scelta che riteniamo non accettabile e che prevale su ogni ragione di preservare il territorio e il paesaggio. Non si tratta di motivazioni tecniche, ma di scelte politiche di chi non vuole vigilare sulla custodia di questo luogo. Sia esso il Comune o la Regione».
Ed anche il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco ha aderito alla manifestazione ed ha spiegato in che modo la vicenda di Sezano sia emblematica per capire come le norme urbanistiche della Regione Veneto abbiano consentito interventi del genere. «Veneto e a Verona sono rispettivamente la prima regione in Italia ed il primo Comune in Regione per percentuale di suolo consumato - ha dichiarato Bertucco - E il limite stabilito appena un paio di anni fa da questi due enti per contenere il consumo di suolo nel nostro territorio è del tutto inconsistente. La Regione non considera consumo di suolo molti interventi che di suolo in realtà ne consumeranno eccome. Sono i Piani Urbanistici già approvati ma non ancora realizzati, le opere di interesse pubblico come le strade o gli interventi vicino alle autostrade e svariati altri casi. Per gli interventi riconosciuti come consumo di suolo poi, Regione e Comune hanno individuato per Verona una quantità massima di 94,91 ettari di superficie ancora consumabile. La legge regionale sul consumo di suolo non funziona ed il Comune di Verona è andato nella direzione sbagliata con la Variante 23 e continua a camminare lungo la strada sbagliata con la Variante 29. A fare le spese di questa politica, che sacrifica il bene al profitto di pochi, continuando a costruire case e negozi dove non servono, sono i cittadini, sempre più esposti agli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici che questa continua e pervasiva impermeabilizzazione del suolo non fa altro che accentuare».

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