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Vigili del fuoco, più di 80 interventi per il maltempo. E in città è polemica per gli allagamenti

A partire dal pomeriggio di sabato i pompieri si sono messi al lavoro per rimediare ai disagi provocati dal fortunale che si era scatenato nel pomeriggio, proseguendo nella propria opera fino alla giornata di domenica

Oltre 80 interventi dal pomeriggio di sabato alla giornata di domenica, a causa del forte maltempo che si è abbattuto sulla provincia di Verona intorno alle 17 dell'11 luglio. 
È il bilancio del duro lavoro portato avanti dai vigili del fuoco da quando un forte temporale si è scatenato sull'area scaligera, provocando allagamenti dovuti alle forti piogge e costringendo i pomieri a rimuovere piante pericolanti e a mettere in sicurezza i tetti danneggiati dalle raffiche di vento. 
Segnalati come comuni più colpiti quello di Verona e di San Martino Buon Albergo, ma diversi interventi sono stati registrati anche nel Villafranchese, nella Bassa e nella zona est, in particolare a San Bonifacio, Vigasio, Castel d'Azzano, Isola della Scala e Bovolone. 
Il numero di interventi però continua a crescere, al punto che probabilmente solo nella giornata di lunedì potrà chiudersi questa serie e stilare il conto ufficiale dei danni. 

Maltempo in provincia di Verona: oltre 80 interventi dei vigili del fuoco

Maltempo che ha rinnovato la discussione in città sul tema degli allagamenti, che anche questa volta hanno colpito soprattutto le zone di Veronetta e Porta Borsari, con le opposizioni che hanno messo nel mirino l'operato della giunta Sboarina. «Quella di ieri è la seconda alluvione, dopo quella di inizio giugno, che mette a nudo l'inadeguatezza dei lavori di gestione delle acque realizzati a Porta Borsari alla fine del 2018. Un'altra promessa mancata da parte di Sboarina che in occasione dell'inaugurazione dei nuovi impianti disse solennemente: “Mai più Verona allagata”.Invece Porta Borsari continua ad essere allagata, Veronetta anche, e numerosi altri quartieri della città soffrono dell'insufficiente manutenzione delle caditoie». Queste le parole del gruppo consiliare del Partito Democratico di Verona composto da Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, che poi hanno proseguito: «Tutto ciò deve finire. Vogliamo che il Sindaco venga a riferire sulla congruità dei lavori svolti a Porta Borsari il cui difetto sembrerebbe essere strutturale. Ritorniamo a chiedere una programmazione accurata e permanente per la pulizia delle caditoie, un'operazione di ordinaria manutenzione che deve diventare costante e non episodica. E poi persone competenti ed esperte alla guida delle aziende partecipate. Meno politici e più tecnici.
Chiederemo la convocazione di una commissione consiliare in cui audire i responsabili di Acque Veronesi con i quali approfondire i piani di investimento previsti per risolvere le criticità che continuano a mettere sotto acqua la città. Se tale commissione non verrà convocata con urgenza, raccoglieremo le firme per un consiglio straordinario sul tema».

Anche Michele Bertucco, consigliere comunale comunale per Verona e Sinistra in Comune, è intervenuto sulla questione: «Ancora una volta gli intensi eventi meteorologici che si sono abbattuti sulla città ieri (sabato 11 luglio 2020 n.d.r.) hanno messo in ginocchio non soltanto il centro storico con Porta Borsari e Veronetta ma anche numerosi quartieri, a partire da Santa Lucia.
“Mai più Verona allagata”, “Porta Borsari ok ora tocca a Veronetta”, “Il sindaco assicura: le immagini di Verona sott’acqua saranno soltanto un lontano ricordo”. Questi alcuni annunci che accompagnarono i lavori a Porta Borsari alla fine del 2018. Leggerli oggi all’indomani di nuovi allagamenti sempre a Porta Borsari e Veronetta oltre che nei quartieri, suonano come una autentica beffa.
È evidente la necessità di adeguare alle mutate condizioni il sistema di gestione delle acque e delle fognature, facendo meno annunci e più fatti. Parliamo, ad esempio, di una maggiore attenzione alla pulizia delle caditoie e dei tombini e al continuo monitoraggio delle reti, stabilendo magari un canale di comunicazione diretto con la popolazione che spesso segnala le disfunzioni.
Chiamiamole pure bombe d'acqua o con altri nomi a effetto, ma è evidente che questi fenomeni atmosferici sono e saranno sempre più frequenti. Negli scorsi anni non si è adeguata la rete fognaria e ora se ne pagano le conseguenze».

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