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Tav, Di Maio apre. I 5 Stelle veronesi: «Si cambi o sarà un tradimento»

Il vicepremier ha detto che l'opera si deve fare, ma con un messaggio al Governo un gruppo di consiglieri comunali e regionali del M5S chiedono un confronto per migliorare il progetto

Il Vinitaly che si è concluso ieri, 10 aprile, è stato ancora una volta una calamita per i principali attori del governo nazionale. Il premier Giuseppe Conte e i suoi vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono passati per Verona e la loro visita è stata anche l'occasione per trattare tematiche nazionali che riguardano il territorio scaligero. Una su tutte l'Alta Velocità Brescia-Verona, la Tav che piace a Salvini e che neanche l'altro vicepremier Di Maio disdegna. Ed è proprio la posizione del leader del Movimento 5 Stelle a fare più scalpore, perché il M5S ha cavalcato l'onda No-Tav non solo sulla Torino-Lione e quindi le parole di Di Maio stridono quando dice che la Brescia-Verona deve essere fatta, magari ottimizzando i costi e riducendo le spese, ma deve essere fatta.

È diventato ancora più palese dunque la divisione interna ai 5 Stelle sul tema Tav. Tanto che un gruppo di consiglieri comunali e regionali dalla provincia di Verona hanno mandato un messaggio chiaro al Governo Lega-5 Stelle.

Il Movimento 5 Stelle non è mai stato contrario alle grandi opere, ma soltanto ai grandi sprechi - scrivono i consiglieri veronesi - Siamo quindi sicuramente a favore di opere che vadano a migliorare ed efficientare la linea ferroviaria esistente, sia per le tratte a lungo raggio, ma soprattutto a favore dei pendolari sulle tratte regionali. Il progetto Tav attuale è estremamente costoso, obsoleto e ambientalmente poco sostenibile. Preso atto della volontà del Governo di procedere, auspichiamo, anche in forza di ciò che è riportato sul nostro programma elettorale, un confronto stretto con il territorio per garantire le migliorie sostanziali di cui il progetto ha bisogno per essere sostenibile da tutti i punti di vista. Senza tale confronto, in cui crediamo fermamente, il nostro mandato risulterebbe senz'altro tradito.

In totale sono circa una trentina i consiglieri che hanno sottoscritto questo messaggio e che si sentirebbero traditi se il progetto dell'Alta Velocità tra Brescia e Verona non venisse modificato.
E le modifiche da fare sarebbero tante e costase, se si ascolta il gruppo di No Tav bresciani e veronesi: «La Brescia-Verona, così com'è, non è conforme alle norme progettuali introdotte nel 2008 e per il cui adeguamento i cittadini dovranno pagare 63 milioni di euro come previsto dal Cipe. Da Mestre a Trieste, inoltre, il Tav non si farà più ma si potenzierà la linea esistente passando da un spesa prevista di 7,5 miliardi di euro a 1,8 miliardi. Tanti soldi pubblici risparmiati e che potranno essere utilizzati per le opere di cui tutti i giorni sentiamo veramente la necessità. Si potrebbero finanziare opere veramente utili per il territorio come il collegamento ferroviario tra la stazione di Verona Porta Nuova e l'aeroporto Catullo, il potenziamento delle linee ferroviarie Verona-Rovigo e Verona-Mantova ed il collegamento con la metropolitana di superficie tra Verona e Legnago. Anche noi vogliamo le infrastrutture ma quelle utili e sopratutto moderne e non quelle come il Tav che costano tanto ma che sono state progettate per un mondo che non c'è più».

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