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Lupi, Valdegamberi propone modello tedesco (che prevede abbattimenti)

Il consigliere regionale si è incuneato nello spiraglio aperto dal ministro Cingolani, che non ha chiuso all'eventualità di catture o abbattimenti di lupi. Forte l'opposizione di animalisti e PD

Si è tornato a parlare di gestione della presenza dei lupi in Italia e soprattutto della possibilità di abbattere questi animali se le loro predazioni fossero troppo dannose per le attività umane. Se ne è tornato a parlare dopo un intervento del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, seguito da un'iniziativa del consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi, il quale ha provato subito a cogliere la palla al balzo.

Il ministro Cingolani si augura di trovare presto un accordo con le Regioni per approvare un nuovo "Piano di gestione e conservazione del lupo". Un piano in cui verrebbero introdotte deroghe al divieto di rimozione di lupi in Italia. Roberto Cingolani, infatti, ha confermato la possibilità di intervenire in modo differenziato a livello locale, prevedendo anche azioni come la cattura o abbattimento di questa specie protetta.
Un'apertura forse anche inattesa, ma che è stata raccolta come un assist dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, il quale da tempo sta combattendo contro il divieto assoluto di abbattimento dei lupi. Una battaglia ora formalizzata in un progetto di legge che mira ad applicare il modello tedesco di gestione del lupo anche nel nostro Paese. «Non passa giorno che non si assista a sempre nuove predazioni di animali di allevamento da parte del lupo - scrive Valdegamberi - L'economia rurale di montagna, già fortemente provata dai prezzi non remunerativi dei prodotti lattiero caseari, sta ricevendo un duro colpo per causa delle presenza ormai eccessiva dei grandi carnivori, le cui quotidiane predazioni (oltre 200 nella sola Lessinia in una sola stagione) rischiano di far sparire per sempre la pastorizia di montagna con conseguenze negative sull'intero ecosistema. Il tentativo della convivenza con il lupo passa necessariamente dalla possibilità di contenere lo stesso in numeri accettabili. Oggi, invece, il lupo la fa da padrone, costringendo gli allevatori ad abbandonare la tradizionale e pluricentenaria pratica dell'alpeggio sulla montagna italiana. Il rischio non si limita agli animali di allevamento: sono in progressivo aumento gli attacchi agli animali d'affezione e la presenza in branchi attorno ai centri abitati rappresenta una minaccia anche per l'uomo. Ho predisposto un disegno di legge che mutua la risposta data dal Parlamento Federale Tedesco in Germania ove la dimensione del problema è di gran lunga inferiore che in Italia. La legge che propongo, in sostanza, promuove un'applicazione più efficace della deroga alla protezione assoluta dei grandi carnivori, dando applicazione ad un articolo della Direttiva Europea chiamata Habitat. È un percorso già collaudato dal Parlamento tedesco e quindi fattibile anche in Italia».
E per sostenere la proposta, Valdegamberi ha chiesto l'aiuto alle rappresentanze agricole nazionali e a tutti i sindaci del Veneto.

Forte però rimane l'opposizione a deroghe che consentano l'uccisione di lupi. Per il Wwf «parlare nuovamente di abbattimenti per risolvere il conflitto tra lupo e allevatori significa ignorare le più recenti pubblicazioni scientifiche in merito, che dimostrano come l'unica soluzione per diminuire gli attacchi dei predatori al bestiame domestico sia lavorare sulla prevenzione, con cani da guardiania, recinzioni elettrificate e altre strategie innovative in fase di sperimentazione anche in Italia. Oltre ad essere inutili, i prelievi "legalizzati" di lupi rischiano di legittimare il diffuso bracconaggio sulla specie».
E direttamente a Valdegamberi ha replicato il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni: «Insistere sull'abbattimento dei lupi è becera propaganda. Si preferisce additare il lupo come nemico, tanto che negli ultimi anni ci sono stati diversi episodi di bracconaggio, quando potrebbe essere un alleato vista la sua importanza per l’ecosistema. Il caso del Cansiglio è esemplare: il lupo ha predato i cervi, che rappresentavano un problema per la foresta, diminuendone la presenza. E lo stesso potrebbe fare con i cinghiali, la cui proliferazione è cresciuta a dismisura grazie all’importazione di specie alloctone da parte dei cacciatori, poiché riesce a raggiungerli in luoghi inaccessibili per l’uomo. Gli allevamenti vanno invece protetti garantendo fondi per l’acquisto di reti elettrificate e cani pastori e rimborsando i danni con prontezza, aumentando le risorse per gli indennizzi e accorciando i tempi di pagamento».

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