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Il film "Love in the villa" girato a Verona ha avuto un'accoglienza "freddina" tra gli abitanti scaligeri

Il pubblico veronese non pare aver finora apprezzato il film prodotto da Netflix, ma vi è anche chi comunque è convinto che avrà un effetto positivo facendo conoscere la città all'estero

Girato a Verona e con un'incursione sul lago di Garda, il film prodotto da Netflix Love in the villa è da qualche giorno disponibile sulla celebre piattaforma e casa di produzione che offre l'opportunità di guardare film in streaming. L'opera diretta da Mark Steven Johnson vede protagonisti due famosi attori come Kat Graham e Tom Hopper. Se naturalmente è ancora presto per fare un bilancio "economico" sull'eventuale successo del film, quello che sin qui si può analizzare è la quasi unanime reazione dei cittadini veronesi che hanno avuto modo di vedere la pellicola e la cui accoglienza, per essere eufemistici, è stata abbastanza fredda.

No, il film finora non è piaciuto molto agli abitanti del capoluogo scaligero che tra i commenti sui social, sostanzialmente, pongono in evidenza tre questioni, delle quali due sono aspetti negativi: il primo è che il film avrebbe fornito una rappresentazione «stereotipata e falsa» degli italiani/veronesi, mescolando i più tradizionali cliché "pizza, pasta, mandolino" in salsa gattara e pastisada. Il problema, insomma, è che lo spettatore scaligero medio si chiede oggi il perché di tanta attenzione dedicata ai cannoli, pur buonissimi suvvia, e il motivo della colonna sonora con canzoni napoletane...a Verona! In sintesi, scrive una lettrice: «Ha dato un’immagine della nostra città non veritiera».

In secondo luogo, la trama di per sé, a detta di molti spettatori critici dell'opera, sarebbe troppo «banale». Tra i commenti dei veronesi più severi e tuttavia meno volgari, si può leggere il seguente: «La sceneggiatura pare sia stata scritta da un bambino delle elementari». Ad aver lasciato perplessi molti spettatori è anche la questione dei gatti: tanti, tantissimi e venerati dai veronesi. Una nostra lettrice, Fiorella, che si è presa la briga di inviarci una "stroncatura" integrale del film, riassume così la sua sorpresa: «Verona viene presentata come una sottospecie di mercato rionale tipo Ballarò, invasa dai gatti che, secondo la sceneggiatura, vengono considerati dai veronesi come gli indiani considerano le vacche sacre». 

La terza questione che è stata messa in evidenza da più spettatori riguarda le immagini della città e del territorio veronese. Qui i commenti sono decisamente più generosi: «Non un granché come trama, però le immagini di Verona sono bellissime», scrive uno spettatore. A lui fa eco una spettatrice: «Verona bellissima, film insomma». C'è dunque anche chi prova a vedere il bicchiere "mezzo pieno": «L'importante è che Verona sia vista da più persone possibile che fa sempre bene alla nostra città». E c'è pure chi è convinto che, nonostante la tiepida ricezione artistica da parte dei veronesi, alla fine bisognerà comunque ringraziare Love in the villa, perché servirà ancora di più a far conoscere Verona all'estero: «Film discreto, ma bellissime immagini di Verona e punta San vigilio, sicuramente ci sarà un forte aumento di turismo mondiale a breve».

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