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Attualità Peschiera del Garda / Piazzale Cesare Betteloni

Dal livello delle acque al ripopolamento del coregone, il Garda al centro del colloquio di Bozza e Tosi col ministro Fratin

Confronto con il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica su tutti i temi che riguardano il lago di Garda e preoccupano il suo comparto economico: dal turismo alla ristorazione, balneazione, navigazione e pesca

Nella mattina di giovedì 16 febbraio a Roma il consigliere regionale del Veneto Alberto Bozza (Forza Italia), con il deputato di Forza Italia on. Flavio Tosi, ha incontrato il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. In base a quanto si apprende da una nota ufficiale, tra i temi sul tavolo vi sono stati anche quelli che «riguardano il lago di Garda e che preoccupano il suo comparto economico (turismo, ristorazione, balneazione, navigazione, pesca)». Tra questi sono state affrontate le questioni relative ai «livelli minimi delle acque e gestione della risorsa idrica», nonché al «ripopolamento del coregone», un tema sul quale, viene fatto sapere, «entro un anno si esprimerà il nucleo di ricerca e valutazione istituito proprio al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica». Problematiche che lo stesso Alberto Bozza ha posto anche in Regione Veneto, presentando due specifiche mozioni. 

Livello delle acque

Il lago Garda è uno dei più importanti bacini idropotabili d’Europa, parte della sua acqua è utilizzata per le vicine zone agricole del bacino del Po sul Mincio. Al riguardo il consigliere Bozza, con il ministro Pichetto Fratin, fa sapere di essersi soffermato sulle «criticità dell’attuale quadro normativo: in primis sula cosiddetta legge Galli del 1994 (legge n. 36 del 5 gennaio 1994) che conferisce durante i periodi di carenza idrica priorità, dopo l’uso umano, all’uso agricolo». Ma lo stesso Bozza ha sottolineato anche «la vetustà dell’attuale parere del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, risalente al 1965, che stabilisce la regolazione delle acque (parere n. 55 dell’11 marzo 1965)».

«È evidente – spiega il consigliere regionale Alberto Bozza – che rispetto ad allora la vocazione dei territori del lago è cambiata. Non sono più zone prettamente agricole, ma che vivono di turismo, ristorazione, alberghiero e ricettivo, balneazione, navigazione e pesca. Pertanto credo sia opportuno riequilibrare e riaggiornare l’attuale impianto normativo in modo da garantire, con l’agricoltura, anche tutti i comparti che lavorano grazie all’indotto turistico». Bozza ha inoltre chiesto al ministro di «istituire la figura di un commissario per ogni distretto idrografico, allo scopo di realizzare una serie di opere necessarie da prevedere nei piani dei distretti idraulici». 

Il coregone

Come già evidenziato, sarà il nucleo di ricerca e valutazione a chiarire finalmente quali siano le specie ittiche autoctone e alloctone che possono essere o non essere immesse nelle acque, a cui seguirà un decreto ministeriale. In merito, il consigliere regionale Alberto Bozza ha fatto presente al ministro che il coregone «è patrimonio storico del Garda, pur non essendo propriamente specie ittica autoctona. Tuttavia vi è da oltre un secolo - ha ricordato lo stesso Bozza - e ha sempre convissuto in equilibrio con la fauna e la flora del lago. Di fatto si può definire specie para-autoctona, quindi consentirne ancora il ripopolamento».   

La risposta del ministro Gilberto Pichetto Fratin

Bozza e Tosi si sono detti soddisfatti al termine dell’incontro: «Il ministro ha preso atto dei due problemi sollevati, - spiegano in una nota gli esponenti veronesi di Forza Itallia - di cui era comunque a conoscenza, e ha dimostrato particolare attenzione e sensibilità al tema del livello dell’acqua del Garda. Si è poi dimostrato interessato e aperto all’ipotesi di istituire, su richiesta delle regioni interessate, la figura di un commissario per ogni distretto idrografico». 

Sul coregone, il ministro «seguirà senz’altro i lavori del Nucleo di ricerca e valutazione», spiegano Bozza e Tosi che auspicano inoltre, «con un certo ottimismo», che «il nucleo nell’elaborazione nella sua analisi possa tenere conto dei ragionamenti fatti oggi, in modo da consentire l’immissione, quindi il ripopolamento, del coregone nel lago di Garda, al pari delle specie autoctone». In conclusione, il consigliere regionale Alberto Bozza aggiunge: «Abbiamo esteso l’invito al ministro per un incontro sul lago di Garda con i sindaci e i soggetti interessati e competenti sulle questioni discusse oggi». 

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