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Domani tornano le limitazioni antismog, intanto Bertucco attacca il Pums

Il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune ha criticato la documentazione del piano urbano di mobilità sostenibile, che ha bisogno ancora di mesi per essere completato

Continuano ad essere stabili le condizioni meteorologiche di Verona. Questo significa che quest prime settimane di gennaio saranno caratterizzate dal bel tempo, ma anche dall'inquinamento atmosferico. I limiti di legge imposti sulle Pm10 sono già stati sforati più volte in questi pochi giorni del 2020, ma questo non ha interrotto la deroga alle limitazioni dei veicoli più inquinanti previste a Verona. Limitazioni antismog che, però, torneranno in vigore a partire da domani, 7 gennaio, nella speranza che così possa migliorare la qualità dell'aria respirata dai veronesi.

Contro la deroga e più in generale sulle politiche ambientali adottate dall'amministrazione comunale di Verona si è schierato il consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco, che tornando sull'argomento ha dichiarato: «Il 2019 si è chiuso con ben 59 superamenti della concentrazione giornaliera massima consentita di polveri, e gli sforamenti sono continuati nei primi due giorni del 2020 risultati entrambi oltre i limiti di legge. Ai cittadini si chiede di spegnere il riscaldamento o di abbassare la temperatura dei termosifoni in pieno inverno ma la politica è la prima a dimostrarsi refrattaria alle misure antismog. Ad oggi la città manca ancora di un'alternativa all'auto che sia comoda, efficiente e confortevole. Il filobus, per come è stato pensato, è strutturalmente impossibilitato ad essere la soluzione e la redazione del piano per la mobilità sostenibile è slittata di sei mesi per le lentezze dell’amministrazione».

E proprio sul Pums (piano urbano di mobilità sostenibile), Bertucco ha analizzato la situazione insieme all'urbanista Giuseppe Campagnari.

L'organizzazione della mobilità urbana e territoriale è uno degli aspetti fondamentali per il futuro di Verona e per la salubrità dell'aria e lo strumento fondamentale per fare finalmente delle scelte verso la mobilità sostenibile anche a Verona è il Pums - hanno scritto Bertucco e Campagnari - Ad oggi però la documentazione del Pums risulta ancora incompleta, costringendo la Regione a sospendere la commissione tecnica Vas e gli uffici comunali a prorogare fino al 19 giugno 2020. Di chi sono le responsabilità dei ritardi? La determina di proroga del Comune di Verona parla chiaro: il 25 settembre scorso, Sintagma, la ditta incaricata di redigere il piano, ha presentato i documenti preliminari. Contestualmente la Regione ha rilevato la mancata adozione della Vas da parte della giunta comunale la quale non ha nemmeno fornito i necessari pareri delle autorità ambientali. La richiesta di pareri è partita soltanto il 9 ottobre 2019 ma il termine di 30 giorni per la risposta è spirato senza che pervenisse alcuna osservazione. Soltanto il 20 Dicembre 2019 la giunta si è riunita per adottare i documenti preliminari pronti dal 25 Settembre. Tra l'altro non c’è alcuna certezza che il nuovo termine del 19 giugno 2020 venga rispettato, tanto più se si considera che in un anno di lavoro si è prodotto unicamente un documento di raccolta di dati su stato attuale e interventi già programmati.
Dall'analisi dei documenti consegnati per la redazione del Pums possiamo dire che: l'elenco delle "possibili" azioni previste è totalmente sconclusionato e pone allo stesso livello azioni vere, titoli vuoti, strategie, indicatori; peraltro sono completamente assenti temi rilevanti per un piano strategico come il Pums quali ad esempio la "governance" e la gestione coordinata della mobilità veronese; gli impatti "ambientali" sembrano non incidere sulle componenti aria ed energia, liquidate in poche righe, quando invece dovrebbe essere rimarcata la capacità delle azioni del Pums di intervenire in maniera molto forte sulla situazione già grave e inquinata della nostra città, a partire da una decisa variazione del modo di spostarsi; non vengono indicati obiettivi specifici da raggiungere per il Pums di Verona, che né in chiusura del documento sui dati, né nel rapporto ambientale preliminare li prende in considerazione, come sarebbe invece da attendersi dalla chiusura della fase conoscitiva e del quadro diagnostico; mancano, come vorrebbero le Linee Guida ministeriali per la stesura dei Pums, gli indicatori sullo stato attuale, che dovrebbero servire poi a definire che variazioni da attendersi dallo scenario di progetto del Pums ed a monitorarli nel tempo; viene utilizzato lo studio viabilistico di Verona Sud predisposto dalla Fiera per il Piano degli Interventi e per il Pums, documento mai validato dagli uffici comunali; si parla di un approfondimento allo studio per il Traforino, in realtà, come da accesso agli atti, non risulta essere stato dato alcun incarico; vengono indicati i parcheggi scambiatori per il filobus a Verona Est e a Ca' di Cozzi, ma ad oggi non esistono e non sono progettati; viene accettato come un dato di fatto che la Fiera possa liberamente aumentare la dotazione di parcheggi per le proprie manifestazioni (ma allora cosa serve il futuro parcheggio scambiatore alla Genovesa?); non c'è nessun approfondimento sulle gravi criticità del traffico in alcune zone di Verona; nel Documento Preliminare Vas non si integrano le future scelte del Pums con le previsioni urbanistiche del Piano degli Interventi che ha pesantemente modificato le previsioni del Pat; il Piano della Sosta risale al 1999 e non parla del Quartiere Stadio; viene citato come vigente il Piano di Bacino del Trasporto Pubblico Locale 2018, ma in realtà non esiste, si tratta di un semplice "Documento di indirizzo del Piano di Bacino"; per il bike-sharing, le ciclostazioni interessano quasi esclusivamente il centro storico e la stazione di Porta Nuova, lasciando scoperti molti quartieri.

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