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Nuovo vescovo Pompili ai veronesi: «Vengo a vivere con voi la ricerca della fede»

Il successore di Zenti ha salutato i fedeli di Rieti, dove ha guidato la diocesi dalla 2015, e ha scritto una lettera al popolo dei credenti scaligeri, citando il Vangelo ma anche il veronese Romano Guardini

Ha salutato i fedeli rietini dal pulpito della Cattedrale di Santa Maria, mentre ai veronesi ha scritto una lettera citando ovviamente il Vangelo ma anche Romano Guardini, teologo nato a Verona esattamente cento anni fa. Domenico Pompili è diventato il nuovo vescovo di Verona. Prende il posto di Giuseppe Zenti, costretto a lasciare per raggiunti limiti di età.

Dal 2015, Pompili è stato vescovo di Rieti ed oggi, 2 luglio, ha annunciato ufficialmente il suo trasferimento nel capoluogo scaligero. Il suo commiato è stato ripreso da Frontiera, settimanale della diocesi di Rieti, e trasmesso sul canale Youtube Frontiera Tv.

Mentre il suo primo approccio con il popolo dei credenti veronesi è stata una lettera firmata semplicemente con il suo nome, Domenico. La lettera si apre con una citazione del Vangelo di Matteo: «Neppure si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti gli otri scoppiano e così si versa il vino e si perdono gli otri. Ma il vino nuovo si mette in otri nuovi, così si conservano entrambi». Parole pronunciate da Gesù che «risuonano nel momento in cui viene reso noto che Papa Francesco mi ha eletto vescovo di Verona, succedendo a mons. Zenti che abbraccio con gratitudine», ha scritto Pompili.
Una simpatica casualità che si parli di vino in quel passo del Vangelo, proprio nel giorno in cui Domenico Pompili deve trasferirsi in una terra che di vino se ne intende. Ma non è su questo che il nuovo vescovo di Verona si concentra. È la novità che colpisce. Una novità «inattesa», scrive, e che lo «ha spiazzato».
«Fino a qualche giorno fa non avrei mai immaginato di venire da voi e di lasciare quelli tra i quali ho vissuto per sette intensi anni, segnati anche dal terremoto - spiega Pompili rivolgendosi ai veronesi - Naturalmente il testo evangelico suggerisce ben altro rispetto a questa mia troppo personale interpretazione. Quel che è incomparabilmente "nuovo", infatti, è il Signore Gesù! Lui è il "vino nuovo" che fa saltare consuetudini e spazza via pregiudizi. È nel suo Nome che vengo a voi».
E nella seconda parte della sua lettera, il vescovo evoca la figura di Romano Guardini, presbitero nato a Verona nel 1922 e poi emigrato in Germania con la sua famiglia. «Guardini sottolineava che "si è iniziato un processo di incalcolabile portata: il risveglio della Chiesa nelle anime" - prosegue Pompili - E descriveva tale processo come "la via per diventare uomo". Dobbiamo onestamente riconoscere che il "suolo umano" si è impoverito, si è svuotato del suo humus di relazioni, legami, responsabilità e così è divenuto friabile e inconsistente. Al punto che l'uomo stesso, su questo terreno incerto, finisce per diventare "di sabbia". Siamo tutti, donne e uomini, dalla "testa pesante" che fatichiamo a portare avanti la nostra vita, dubitiamo del tragitto e del senso, chiedendo al contempo riconoscimento e rassicurazione. In tale contesto, quale è la strada da percorrere insieme? Guardini non ha dubbi. E neanche io. Grazie alla fede cristiana, infatti, "emerge un punto, che non appartiene al mondo; un luogo, in cui si può camminare; uno spazio in cui si può entrare; una forza su cui ci si può appoggiare; un amore, a cui ci si può affidare". È la ricerca della fede che vengo a vivere con voi, insieme a tutti, credenti e non credenti, donne e uomini di buona volontà. Spero che il tempo che ci separa dall’incontro rafforzi in tutti la determinazione ferma e perseverante di camminare insieme».

E al nuovo vescovo di Verona è arrivato subito il saluto del presidente della Regione Luca Zaia. «Rivolgo a monsignor Domenico Pompili i migliori auguri di buon lavoro alla guida di una grande diocesi come quella di Verona, mentre ringrazio il suo predecessore, monsignor Giuseppe Zenti, per la lunga e preziosa opera pastorale portata avanti - ha scritto il governatore veneto - In una comunità, la figura del vescovo è un punto di riferimento importante di saggezza, di ascolto e di disponibilità verso i problemi della gente. Essere al centro della vita sociale di una comunità significa, infatti, vivere con essa il quotidiano, i momenti di difficoltà così come i momenti di gioia, anche quelli non strettamente legati alla religione. Sono certo che quel che è stato seminato da monsignor Zenti porterà frutto con monsignor Pompili, il quale saprà creare un legame forte anche con il Veneto e i veronesi, gente di fede semplice e concreta».

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