rotate-mobile
Attualità

A fine concessione, le centrali idroelettriche venete passeranno alla Regione

Il consiglio regionale ha approvato la legge sulle disposizioni riguardanti le concessioni degli impianti. Zaia: «Primo passo verso l'autonomia». Zanoni (PD): «Testo migliorato da emendamenti delle minoranze»

Con i voti favorevoli della maggioranza e l'astensione delle opposizioni, il consiglio regionale del Veneto questa mattina, 25 ottobre, ha approvato la legge sulle disposizioni riguardanti le concessioni delle grandi centrali idroelettriche del territorio. «Un primo esempio di autonomia grazie all'energia», ha commentato il presidente della Regione Luca Zaia.

In Veneto sono trentaquattro le grandi centrali che producono energia attraverso l'acqua. Molti di questi impianti (24) sono in provincia di Belluno, ma ce ne sono anche 5 nel Veronese, 3 nel Vicentino e 2 nel Trevigiano. Tutte insieme valgono circa 4.500 gigawattora ogni anno.

«Finalmente l'autonomia in un settore strategico come l'idroelettrico arriva anche in Veneto - ha commentato l'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin - La norma fa sì che, alla scadenza delle concessioni, le centrali diventino di proprietà della Regione a costo zero. Una legge che, almeno in questo settore, ci porrà alla pari del Trentino. A caduta questo significa che le nuove gare e tutto ciò che ne consegue saranno indette non più dallo Stato ma dalla Regione o dalla Provincia di Belluno, nel pieno rispetto della specificità della stessa, ma soprattutto che potremo avere un'importante potenza energetica propria con evidenti positive ricadute per tutto il territorio».
«Si tratta di una svolta epocale - ha aggiunto Zaia - in quanto questa legge rappresenta decisamente e concretamente un primo passo verso quell'autonomia che i veneti hanno votato con il referendum nel 2017 in maniera unanime. Una legge che può essere paragonata ad una vittoria soprattutto se ci ricordiamo che le nostre famiglie e le nostre imprese stanno vivendo un momento particolarmente difficile per la crisi economica ed energetica in atto».

Prima della votazione finale, sono stati esaminati gli ordini del giorno depositati. È approvato all'unanimità l'ordine del giorno illustrato in aula dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Erika Baldin, che impegna la giunta regionale a programmare gli interventi legati alla celebrazione della giornata per ricordare la tragedia del Vajont, il 9 ottobre. E via libera anche alla proposta avanzata dalle minoranze che impegna la giunta regionale «a valutare la possibilità di prevedere la destinazione di una aliquota, a valere sulle entrate derivanti dal canone delle concessioni, al finanziamento di piani di gestione distrettuali, o comunque piani di tutela, finalizzati alla tutela e al ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione».
Il correlatore della legge, il consigliere del Partito Democratico Andrea Zanoni, si è astenuto insieme a tutti i consiglieri di opposizione ed ha commentato: «Abbiamo presentato diversi emendamenti per migliorare questo testo di legge che applica una norma nazionale e che tuttavia, dobbiamo rilevare, è caratterizzato dalla grande discrezionalità che viene concessa alla giunta. Le nostre proposte sono state accolte in parte, ad esempio sul fronte delle sanzioni più severe per i concessionari che non rispetteranno le norme così come su quello di maggiori e più puntuali controlli».
«Il rischio della privatizzazione di una risorsa importante come l'acqua è stato limitato - ha aggiunto la consigliera Baldin - Il nostro obiettivo era quello di tutelare l'acqua in quanto bene pubblico e la produzione di energia idroelettrica che rappresenta un asset strategico per il territorio e per la sicurezza energetica nazionale. Avremmo preferito che la gestione delle centrali idroelettriche restasse in mano alle società miste pubblico-privato, per non aprire la porta ai capitali stranieri, ma la maggioranza ha bocciato il nostro emendamento. Altro che sovranità e autonomia energetica. Positiva invece l'approvazione del nostro emendamento per escludere dalle procedure di assegnazione le società che hanno presentato irregolarità nei rapporti di fine concessione, un principio di legalità e correttezza amministrativa che mancava nel testo presentato in aula. E altrettanto positivo l'impegno votato all'unanimità per riattivare in vista del sessantesimo anniversario le celebrazioni della Giornata in ricordo della tragedia del Vajont».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A fine concessione, le centrali idroelettriche venete passeranno alla Regione

VeronaSera è in caricamento