Grazie a un progetto educativo del Comune a Peschiera del Garda è nato il "Kiosko" dei ragazzi
Impegno civico, lavoro e attenzione ai giovani: i gestori, in cambio di un affitto bassissimo, sono tenuti ad organizzare attività con i ragazzi e a relazionarsi con gli educatori comunali
«Il nostro obiettivo è che i ragazzi di Peschiera stiano bene. Che vengano aiutati, se hanno delle difficoltà. E che se invece non ne hanno, il loro benessere venga preservato». Lo dice la sindaca di Peschiera del Garda Orietta Gaiulli parlando un bar, quel chiosco che guarda il porto dall’alto e che esiste da ormai tantissimi anni. E che però non è un più un bar come tutti gli altri ma una sorta di epilogo di un progetto educativo del Comune che ha al centro i ragazzi di tutte le età: «Da sempre a Peschiera diciamo che i nostri ragazzi possono scegliere se stare dentro la legalità o meno. Possono perché noi gli forniamo tutti gli strumenti per farlo. Come Comune, infatti, investiamo ogni anno 200 mila euro in progetti educativi, dalla prima infanzia fino all’adolescenza. Il "Kiosko" è l’ultimo tassello di questo progetto».
L’idea del Comune è stata quella di fare un bando di gara per la gestione rivolto alle associazioni. Bassissimo l’affitto richiesto (appena diecimila euro l’anno) ma numerosi e particolari i requisiti per poter partecipare. Tra questi il gestire il bar non solo da dietro il bancone ma in stretto contatto con gli educatori del Comune. Stabilendo una linea di continuità, creando un luogo di divertimento ma che fosse anche protetto: «Abbiamo rinunciato a fare il massimo rialzo - spiega Orietta Gaiulli - perché ritenevamo più importante avere un guadagno di altro tipo, umano più che monetario».
Da un lato, stando al bando di gara, i gestori si sarebbero dovuti impegnare nella sistemazione del parco giochi attiguo e dei bagni pubblici. In modo da creare un esteso spazio di aggregazione. Dall’altro lato erano tenuti a coinvolgere i ragazzi con la collaborazione costante, in termini di idee e di presenza, degli educatori: «In tutti i progetti educativi che gestiamo come Comune - spiega la sindaca Orietta Gaiulli - mancava uno che fosse semplicemente legato al divertimento. Con il Kiosko abbiamo voluto fare questo. Un luogo di divertimento sicuro dove i nostri ragazzi possano passare belle serate, ascoltare musica. E tutto questo senza correre dei rischi perché lì abbiamo la certezza che ci siano persone che a certe cose ci stanno attente».
A vincere il bando un’associazione nata una ventina di anni fa, a Peschiera. La "Vecchia Guardia". Il titolare, Umberto Frassine, 38 anni, spiega così la decisione di partecipare ed assumersi l’onere e l’onore di portare avanti un progetto così ambizioso: «Come associazione gestiamo altri locali e l’idea di poter fare qualcosa che rimanesse c’è sembrata una sfida interessante. Siamo quasi tutti di Peschiera ed è bello lavorare perché questo sia un posto in cui i nostri ragazzi possano vivere meglio».
Dal giorno in cui si sono aggiudicati il bando, lo scorso dicembre, hanno sistemato la pavimentazione di due giostre del parco giochi, apportato delle migliorie alla struttura del locale e a breve si occuperanno dei bagni pubblici. Sette i ragazzi che ci lavorano, sei tra baristi e camerieri più una persona assunta appositamente per relazionarsi con gli educatori del Comune. Educatori, 12 in totale, che possono essere chiamati a tutti gli effetti “educatori di strada”. Perché si muovono nei luoghi frequentati dai ragazzi, li vanno a trovare nei loro ambienti. E che sono il vero e proprio perno attorno a cui ruotano tantissime iniziative del Comune.
«Il nostro numero cresce insieme a quello dei progetti», spiega un’educatrice del Comune che questo lavoro lo fa da vent’anni: «Seguiamo tutte fasce d’età a partire dalla prima infanzia. Abbiamo centri estivi, per le scuole elementari abbiamo dopo scuola e centri educativi. Un Progetto Giovani per i ragazzi delle medie. Andiamo insieme a ridipingere i muri imbrattati, sistemiamo le panchine. Cerchiamo di stare con loro e insieme responsabilizzarli. E più si alza l’età dei ragazzi più è necessario essere bravi ad "agganciarli". Per questo è nata l’idea del Chiosco. Per andare a trovarli nei loro luoghi».
Non che passi però il concetto di “sorveglianza”: «Non usciamo per strada per controllarli. - spiega l’educatrice - Vogliamo solo che sappiamo che ci siamo, che se hanno un problema individuino in noi un riferimento. In più abbiamo notato che i ragazzi di oggi, quando riesci ad entrare in contatto con loro, si aprono molto di più di quanto non facessero quelli di anni fa. Ed è questo che vogliamo fare. Mantenere questo contatto». La lista di iniziative, per i mesi che verranno, è lunga. Questa estate è stata infatti solo il rodaggio. «Siamo molto contenti di com’è partita questa avventura. - conclude la sindaca Orietta Gaiulli - Sentiamo che la nostra priorità sono loro, i ragazzi. Come mi piace dire, siamo alla ricorda del Sindaco di domani».