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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Verona capitale del pacifismo: in Gran Guardia l'incontro per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina e nel mondo

All'appuntamento, fissato per sabato 7 gennaio, parteciperanno figure significative del pacifismo, del mondo sindacale e religioso, oltre che dell’Amministrazione comunale. Le porte sono inoltre aperte a tutta la cittadinanza

Verona si prepara ad indossare le vesti di capitale del pacifismo. Sabato 7 gennaio infatti la città ospita l’ultimo dei numerosi appuntamenti della mobilitazione europea che dal 24 dicembre ha visto il susseguirsi di iniziative e manifestazioni per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina e nel mondo.
Si tratta di un appello rivolto a tutti, laici, cattolici, protestanti e ortodossi, per un futuro pacifico e condiviso: l'evento, co-organizzato dal Comune di Verona, è aperto a tutta la cittadinanza.

L’amministrazione ha colto l’invito di Europe for peace, la coalizione a livello europeo che unisce i coordinamenti più importanti del movimento pacifista e del rispetto dei diritti umani, da subito in prima linea per dire "no" al conflitto ucraino e alle oltre 50 guerre in corso in tutto il mondo.
La tavola rotonda organizzata per sabato alle 18 in Gran Guardia chiude le tante iniziative e manifestazioni realizzate in Italia e in Europa nel periodo natalizio. A Verona si riuniranno le figure più significative del pacifismo, del mondo sindacale e religioso, oltre che dell’Amministrazione comunale. L’obiettivo a cui si lavora è arrivare alla convocazione della Conferenza internazionale di pace per la sicurezza condivisa, per la quale tutti sono chiamati a fare la propria parte.

«Abbiamo organizzato una tavola rotonda coinvolgendo diversi attori – spiega l’assessore alle Politiche giovanili Jacopo Buffolo -. Ci sarà il nostro sindaco Damiano Tommasi, il vescovo Domenico Pompili e alcuni esponenti di quella rete nazionale e europea di realtà che stanno chiedendo di guardare avanti per un futuro di pace e porre fine al clima di conflitti a cui purtroppo ci siamo abituati in questo ultimo anno».

L’appuntamento, aperto e tutti, è alle 18 nell’Auditorium della Gran Guardia. Oltre al sindaco Damiano Tommasi interverranno il vescovo di Verona monsignor Domenico Pompili, la presidente di Emergency Rossella Miccio, la portavoce Forum Terzo Settore Vanessa Pallucchi, il segretario generale CGIL Maurizio Landini e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi.
Ad anticipare il dibattito sono intervenuti martedì in municipio Massimo Valpiana di Europe for Peace e Movimento Non violento, Raffaello Fasoli di CGIL Verona e il direttore del Centro Missionario Diocesano don Giuseppe Mirandola.

«Sabato a Verona si incontreranno le figure più significative del pacifismo, del mondo sindacale, religioso e della nostra Amministrazione per un incontro che si inserisce nel solco e nella tradizione della nostra città – ha detto Valpiana -. Europe for peace si è mossa fin dall’inizio del conflitto per portare aiuti in Ucraina e restando costantemente in contatto con i movimenti pacifisti ucraini e russi. Tutti possono fare la propria parte per raggiungere l’obiettivo condiviso, ovvero la convocazione della Conferenza internazionale di pace per la sicurezza condivisa. Ringrazio l’Amministrazione per aver subito accolto la nostra proposta, una voce che parte dal basso e arriva alla gente. L’invito alla cittadinanza è di partecipare numerosi e dare il proprio contributo».

«L’adesione del vescovo Pompili è la risposta all’appello di Papa Francesco – ha affermato don Giuseppe Mirandola -. Sabato è invitata la cittadinanza nelle sue diverse espressioni, sia la dimensione più laica sia quella religiosa. L’auspicio è che questo evento diventi l’occasione per risvegliare le coscienze di tutti. Il rischio è quello di abituarsi alla guerra, questa iniziativa dovrà essere per la nostra città un motivo per smuovere la consapevolezza di ognuno».

«La pace è il fattore comune per la democrazia e per la giustizia sociale – ha aggiunto Fasoli -. Come sindacato non potevamo mancare a questo cartello. Crediamo che l’appello non debba rimanere nelle parole e nell’indignazione ma mobilitarsi nelle piazze per far sentire la propria voce».

Locandina evento

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