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Attualità Chievo / Via Puglie, 7

Neuroscienziato Alberto Oliverio a Verona per aiutare chi aiuta gli anziani

Il professore terrà una sessione di formazione utile per i caregiver nell'incontro "Rilassarsi e intrattenere rapporti: musica danza" all'istituto comprensivo 06 Chievo-Bassona

Con una popolazione sempre più anziana e che vive sempre più a lungo, la figura del "caregiver" sarà sempre più importante perché sempre più persone si dovranno prendere cura o dovranno affidare ad altri la cura dei propri anziani. Aiutare chi aiuta gli anziani, in particolare le persone affette da malattie degenerative del cervello, è proprio l'obiettivo dell'incontro "Rilassarsi e intrattenere rapporti: musica danza" che si svolgerà giovedì, 2 marzo, dalle 17 alle 19 all'istituto comprensivo 06 Chievo-Bassona di Via Puglie 7 a Verona.

Si tratta di una sessione di formazione condotta dal professor Alberto Oliverio, neuroscienziato fra i maggiori studiosi internazionali di psicobiologia e neuroscienze e con una rara capacità divulgativa. L'intento è fornire ai caregiver, professionali o familiari che siano, adeguati strumenti che consentano loro di occuparsi delle persone con malattie degenerative in modo efficace, migliorando sia la propria qualità di vita sia quella degli assistiti.
Oliverio spiegherà come la danza, la musica e il movimento siano attività in grado di stimolare, ad ogni età, determinate aree del cervello e rafforzare l'identità sociale e relazionale delle persone.

L'incontro è organizzato nell'ambito del progetto europeo Re-mind dal Polo Europeo della Conoscenza, rete di formazione permanente con sede a Verona. Ed è aperto a tutti e gratuito, previa registrazione a questo link.

Secondo il rapporto annuale Istat 2022, l’Italia continua ad invecchiare a causa della bassa fecondità e di una longevità sempre più marcata. Gli anziani dai 65 anni di età in poi sono oltre 14 milioni (3 milioni in più rispetto a venti anni fa) e pari al 23,8% della popolazione totale. E si stima che tra 20 anni gli anziani saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione.
I dati dicono anche che oggi in Italia ci sono, nella fascia anziana della popolazione, 1,2 milioni di persone affette da una qualche forma di demenza. Tra meno di 20 anni le persone che andranno incontro a forme di patologia invalidanti del sistema nervoso saranno oltre 2 milioni e mezzo.
«Una grande sfida per il paese - ha spiegato Oliverio - sia per quanto riguarda il benessere della popolazione, sia per quanto riguarda l'aspetto delle spese sanitarie». Considerando anche che si tratta spesso di "giovani-anziani", cioè persone tra i 65 e i 70 anni potenzialmente ancora attive e proattive, che invece si trovano a vivere problemi nella loro quotidianità e che necessitano di assistenza a lungo termine. Le sindromi degenerative del cervello colpiscono, infatti, la sfera del linguaggio, dell'emotività, della motricità, dell’orientamento, della memoria, determinando un cambiamento significativo della vita di chi ne soffre e anche in quella di chi cerca di essere d’aiuto e sostegno. «Applicando invece forme di supporto delle persone quando il loro cervello è ancora plastico e ricettivo - ha concluso Oliverio - si potrebbe posporre l'insorgenza di queste sindromi degenerative progressive, tra cui la demenza e l'alzheimer, consentendo una vita più serena e soddisfacente alle persone anziane e a chi si occupa di loro».

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