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Dimore storiche, un "bene pubblico" atteso da importanti sfide nel futuro

Giardini storici e contesti di villa: la sfida del più grande museo diffuso tra strategia di valorizzazione e climate-change, in un incontro organizzato a Giardino Giusti

Un'indagine Adsi (Associazione Dimore Storiche Italiane) sui legami tra dimore storiche e giardini dimostra quanto questi elementi di architettura del verde costituiscano un valore aggiunto al patrimonio culturale di ville, villini, case e palazzi. Su questo interessante focus si è concentrato l'incontro "Tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico: giardini storici e contesti di villa" organizzato a Giardino Giusti dalla sezione Veneto di Adsi con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le Provincie di Verona, Rovigo e Vicenza.
A moderare il dibattito, Wolfgang von Klebelsberg, architetto, presidente di Adsi sezione Trentino Alto Adige che ha sottolineato «l'origine paradisiaca del giardino e l'etimologia del termine giardino, ma anche sulla realtà del luogo fisico e fragile, bisognoso di conservazione, manutenzione e continua cura».
Senza dubbio questi parchi storici secolari devono fare i conti con una necessaria strategia di valorizzazione e la problematica globale del climate change.

Adsi riunisce i proprietari di Dimore Storiche private. «Uno straordinario museo diffuso che vale a livello nazionale 45 milioni di visitatori all'anno - ha ricordato Giacomo di Thiene, Presidente Nazionale Adsi, intervenuto al convegno - e si tratta di un sistema culturale che va promosso e preservato. Dobbiamo costruire una forte sinergia tra proprietari, architetti e Soprintendenza per capire come gestire oggi e in futuro questi beni unici. E poi c'è la necessità di investire in competenze: architetti, paesaggisti, artigiani. Avere gruppi di lavoro fatti con staff competente significherebbe anche ridurre i tempi della burocrazia».

Le Dimore Storiche sono un "bene pubblico" che in futuro sarà impegnato in importanti sfide, sul fronte della valorizzazione, della difesa della biodiversità, della lotta ai cambiamenti climatici, senza dimenticare i valori intangibili legati al benessere psico-fisico che questi giardini offrono.
Livia Imperiali, comproprietaria di Giardino Giusti, ha reso con chiarezza le mille problematiche relative alla gestione e cura di un complesso monumentale come quello del Giardino e Palazzo Giusti. «Ci siamo affidati all'università di Bologna con cui stiamo lavorando ad un progetto che ci porta ad una gestione razionale del Giardino rapportato al tempo moderno. È chiaro che alla fine siamo tutti molto impreparati sul fronte della gestione di questi beni. A Verona, per fortuna, abbiamo una Soprintendenza molto preparata».

Giovanna Battista, proprio per la Soprintendenza, ha evidenziato le attività in atto sul fronte della tutela, valorizzazione, fruizione dei giardini storici che devono si essere si al passo con le necessità dei tempi ma restare coerenti rispetto al contesto dove si trovano. «Nel valore del bene culturale risiede la specificità locale perciò non possiamo avere dei giardini "All You Can Eat". Quindi nel restauro di un giardino bisogna tenere conto della specificità dove ci si trova».

Ulteriori aspetti sono stati toccati dagli altri ospiti. Tra questi anche il tema della didattica nei giardini grazie all'intervento di Maria Giulia da Sacco di Villa La Valverde che propone un progetto interessante: "Educare nel Bosco". Ena forma di laboratorio esperienziale riservato ai più piccoli nato proprio dalla valorizzazione di terreni attorno alla dimora. E Giovanna Alberta Campitelli, vicepresidente dell'associazione Parchi e Giardini d’Italia, ha illustrato criteri e metodi di intervento nei giardini storici tra restauro, ripristino e ricostruzione.

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