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«Istituto assistenza anziani di Verona vuole fare cassa coi soldi dei lavoratori»

Fp Cgil, Cisl Fp e da Csa hanno organizzato un presidio in Piazza Bra dopo l'ultimo mancato accordo con la dirigenza per l'utilizzo delle risorse del fondo dei dipendenti

Ieri, 24 novembre, i lavoratori dell'Istituto assistenza anziani (Iaa) di Verona hanno partecipato ad un presidio organizzato dai sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e da Csa in Piazza Bra. La manifestazione è stata decisa dopo il 18 novembre scorso, giorno dell'ultimo mancato accordo tra dipendenti e dirigenza.
«Sull'utilizzo delle risorse del fondo dei lavoratori non è stato raggiunto alcun accordo con l'ente - hanno spiegato Sonia Todesco di Fp Cgil, Giovanni Zanini di Cisl Fp e Nicola Cavedini di Csa - Da tre anni chiediamo di assegnare le poche risorse disponibili attraverso il meccanismo delle progressioni economiche. Purtroppo, anche questa volta, la direttrice ci ha informati che non avendo sottoposto a valutazione i lavoratori non sarà possibile applicare l'istituto contrattuale, fermo da oltre 10 anni». Ma la rappresentanza sindacale unitaria dell'Iaa ha sottolineato che il compito di applicare le schede di valutazione del personale è a carico dei dirigenti. E quindi le conseguenze di un inadempimento dei vertici della casa di riposo di Villa Monga ricadrà sulle spalle del personale, mentre alla dirigenza viene invece erogato un premio di risultato.
«Qui si vuole fare cassa con i soldi dei lavoratori», hanno ribadito Todesco, Zanini e Cavedini, che avranno un nuovo faccia a faccia con la dirigenza dell'Iaa il prossimo 30 novembre. Nel frattempo però «ricorreremo ancora alla Magistratura» hanno aggiunto i sindacati, i quali sono ancora in attesa che il consiglio di amministrazione della casa di riposo si pronunci anche sulla richiesta di sospendere la trattenuta di 50 euro dalle buste paga, alla luce di una sentenza emessa su di una vicenda simile avvenuta all'Ipab di Cerea.

E durante il presidio di ieri sono stati esposti alcuni striscioni rivolti anche al sindaco di Verona Federico Sboarina, il quale è stato scomodato anche dal Partito Democratico. I consiglieri Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani hanno chiesto al primo cittadino di prendere una decisione e di imporre al consiglio di amministrazione dell'Iaa di arrivare ad un accordo oppure di scioglierlo. «È la sua ultima possibilità di fare il sindaco e non lo spettatore passivo - hanno dichiarato i tre consiglieri PD - Una positiva risoluzione della vertenza si deve anche anche ai tanti infermieri "prestati" dall’Ulss senza i quali le case di riposo oggi non riuscirebbero ad assicurare il servizio di cura degli ospiti. In generale nessun lavoratore merita di continuare a vivere nel posto di lavoro un clima simile e simili rapporti deteriorati con la direzione».

Dal Comune di Verona, però, ricordano che l'Istituto assistenza anziani è un Ipab pubblico sottoposto alla vigilanza della Regione. La competenza non è dunque comunale. Ma per il consigliere comunale Michele Bertucco: «Sindaco, presidente del consiglio di amministrazione e direttrice dell’Istituto assistenza anziani hanno la pesante responsabilità di portare al collasso l'ente sempre più avviluppato in una contorta vertenza legale che ha il sapore della ripicca. Intanto, c'è sempre più carenza di personale. Ai concorsi banditi dall'Istituto non risponde ormai più nessuno mentre chi è già impiegato qui alla prima occasione se ne scappa altrove. Se non fosse per gli infermieri comandati dalla Regione, le strutture dell’Iaa avrebbero già dovuto chiudere i battenti. È per questo che è necessario invertire la rotta delle relazioni sindacali passando dal muro contro muro ad una normale contrattazione. Nell’incapacità di mettersi al tavolo si può tranquillamente leggere lo stile di governo delle aziende partecipate comunali: quando c’è un problema il nominato messo a capo dell'azienda si nasconde e aspetta che i problemi si risolvano da soli. Ma qui non ci sono in ballo soltanto dei posti di lavoro ma anche la salute degli ospiti. Se al sindaco o al presidente del consiglio di amministrazione è rimasto un briciolo di coscienza si impuntino e portino la direzione al tavolo con i sindacati».

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