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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Centro storico / Via Giuseppe Garibaldi

Hotel di lusso nel centro storico di Verona: le idee per le opere compensative e le critiche

L'Amministrazione comunale ha presentato lo studio con le diverse proposte progettuali che potrebbero risolvere la questione viabilistica, ma da Verona e Sinistra in Comune e Traguardi arrivano le contestazioni, sia sulla realizzazione dell'albergo, sia sulle opere

Per Palazzo Barbieri si tratta di una svolta per la viabilità in zona Teatro Romano e per la valorizzazione di tutta l’area a nord dell’Adige, dal Museo Archeologico al colle che porta a Castel San Pietro. Per le opposizioni una violazione del Pat, una resa dell'Amministrazione che creerà un pericoloso precedente per Verona in termini di urbanistica. 
Tema della discussione il lussuoso hotel Marriott che dovrebbe sorgere in via Giuseppe Garibaldi, in pieno centro storico a Verona, e le opere di compensazione. 

L'Amministrazione di Verona

Con una nota diffusa, il Comune di Verona ha presentato lo studio con le diverse proposte progettuali, che potrebbero risolvere la questione viabilistica. Questo rientrerebbe nelle opere compensative previste per il recupero del cosiddetto Quadrilatero, gli immobili di proprietà di Patrizia immobiliare delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio. Qui la richiesta, come detto, è di realizzare l’albergo della catena alberghiera Marriott Internazional, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo.
Contestualmente al cambio di destinazione d’uso degli immobili interessati al progetto, la giunta ha approvato, quale opera compensativa del valore di circa 2 milioni 100 mila euro, lo studio con l'intenzione di dare una soluzione alla criticità viabilistiche in zona Teatro Romano e per includere l’area nel circuito turistico, rendendola ancora più attrattiva attraverso un assetto funzionale e sicuro.
La conformità della zona e delle infrastrutture presenti, rende quello tra Ponte Pietra, Santo Stefano e Porta San Giorgio, uno dei nodi viabilistici più problematici di Verona, in particolare in presenza dei turisti e degli spettacoli estivi al teatro. Tra le criticità già note ci sono il traffico automobilistico sul lungadige, le difficoltà all’ingresso del Museo Archeologico e alla biglietteria del Teatro Romano, l’occlusione visiva delle rovine del Teatro e la mancanza di connessione diretta tra città e collina. A ciò si aggiunge l’esiguità dell’area pedonale, caratterizzata da un marciapiede molto stretto sia sul lato del teatro che sul lato del fiume.

Lo studio, redatto dal Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano, individua quattro diverse soluzioni, di impatto diverso ma tutte con ricadute positive per la fruizione dell’area, secondo l'Amministrazione.
La zona presa in considerazione è quella all’incrocio tra Ponte Pietra, il lungadige e via Santo Stefano. Le due soluzioni meno invasive prevedono la realizzazione di una passerella sopraelevata o sottostante all’attuale incrocio semaforico, riservata ai pedoni. La strada sarebbe così ad uso solo delle autovetture, il cui passaggio sarebbe fluidificato dall’eliminazione del semaforo.
La terza ipotesi prevede invece l’allargamento della carreggiata sfruttando la parte di teatro che oggi è schermata; l’ultima e più complessa, ambisce a creare un sottopasso viabilistico dai Giardini della Giarina a Santo Stefano che levando le auto permetterebbe la creazione di una "promenade", come una grande piazza che azzererebbe le cesure tra il centro storico e il Teatro Romano.
Per ciascuna proposta saranno effettuati specifici approfondimenti con il ricorso dell’archeologia preventiva e il supporto della Soprintendenza.

In parallelo, viene studiata la fattibilità di realizzare una rotatoria a Porta San Giorgio, eliminando l’attuale intersezione semaforica. Un’alternativa che, sommata a quella del Teatro Romano, dovrebbe consentire di rendere il traffico più fluido e scorrevole in tutte le direzioni. Il Comune ha già avviato una procedura aperta per individuare il progettista ed assegnare l’incarico.

Le novità sono state illustrate mercoledì dall’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala, insieme agli assessori al Traffico Luca Zanotto e al Turismo Francesca Toffali.

«Con lo Sblocca Italia per il cambio di destinazione del comparto Garibaldi 1, la giunta ha approvato quale opera compensativa lo studio per la valorizzazione della parte a nord dell’Adige, le cui criticità sono note da tempo - ha detto Segala -. Tutte le ipotesi individuate avranno notevoli benedici per la viabilità della zona ma anche per la fruizione del Teatro Romano e la sua valorizzazione, oltre che per rendere più funzionali i servizi di biglietteria e l’ingresso al Museo Archeologico. Quanto al compendio in centro storico, il progetto definitivo prevede la realizzazione di un albergo di lusso di circa 11 mila metri quadrati. Ora il documento va all’esame della commissione competente e poi in Consiglio comunale».

«Approfondiamo tutte le opportunità per risolvere definitivamente i problemi viabilistici di questa zona – ha detto Zanotto-. Tra le ipotesi sul tavolo ci è l’eliminazione sia del semaforo tra Ponte Pietra e via Santo Stefano, sia quello all’incrocio di Porta San Giorgio, nodo questo in cui confluiscono sia le auto da e per Borgo Trento, sia quelle di Valdonega e Torricelle. Alleggerire il flusso da qui avrebbe vantaggi positivi per tutta la viabilità circostante. L'attenzione al traffico è massima anche per quanto riguarda l'eventuale portata del nuovo albergo, che sarà organizzato in modo da far arrivare i clienti non con mezzo proprio».

«L’arrivo di un hotel targato Marriott significa inserire la città in un nuovo flusso turistico, quello legato al lusso – ha aggiunto Toffali -. Un settore in aumento in Italia, con stime che vedranno i 350 milioni turisti del lusso registrati nel 2019 salire a quote di 450 milioni nei prossimi anni. Parliamo di visitatori che pagano in media 750 euro a notte e che il 75% dei soldi che spendono per il soggiorno è riservato per acquistare brand locali e per la ristorazione. È una nicchia turistica da seguire e perseguire, che rappresenta un altro settore da incentivare per aumentare sempre di più i flussi di incoming, insieme agli altri che stiamo già perseguendo».

Le opposizioni

Come detto però, il progetto non convince le opposizioni in Consiglio comunale, a partire da Michele Bertucco, esponente di Verona e Sinistra in Comune, il quale interroga sia sulla fattibilità (vista la zona) e sia su chi trarrà i maggiori benefici da questo lussuosissimo albergo (la città o la politica?): «Per la prima volta si comincia a parlare in termini corretti dell’intervento di via Garibaldi 1, che non è il Piano Folin della Fondazione Cariverona ma la proposta di Patrizia Immobiliare per 11 mila metri quadrati di ricettivo in un’area della città storica che non potrebbe ospitare neanche mezzo metro quadrato.
L’amministrazione ha permesso che si trascinasse per anni questo equivoco di fondo che con le finalità istituzionali della Fondazione Cariverona non ha nulla a che vedere e che viola le prescrizioni del Pat nel quale c’è scritto chiaramente che lo spazio per strutture ricettive è esaurito.
L’area manca, oltretutto, degli standard urbanistici minimi, tanto è vero che i parcheggi (140 stalli, uno per ogni stanza) verranno realizzati in Borgo Roma, una scelta che andrebbe riportata su tutti i manuali di urbanistica a monito per le future generazioni.
Purtroppo è destinato a nascere un nuovo tormentone attorno alle opere compensative da realizzare con il contributo di sostenibilità che ammonta a circa 2 milioni di euro. Come al solito l’amministrazione non ha scelto e le quattro ipotesi avanzate dalla immobiliare lussemburghese (il tunnel pedonale o il sottopasso carrabile dalla Giarina a Santo Stefano, la passerella pedonale a sbalzo o sopraelevata sul lungadige) sono pertanto destinate a diventare materia di propaganda elettorale. Non a caso l’assessore Zanotto ha ritirato fuori il progetto della rotatoria a San Giorgio. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, tanto poi verranno presto dimenticate.
L’unica cosa certa è che Verona si avvia ad avere quattro mega alberghi - conclude Bertucco -: in via Garibaldi, all’ex Safem, alle Fredrigoni e all ‘ex scalo merci. E nessuno che si ponga la domanda più semplice: a chi servono? Alla città o alla politica?». 

Ancora più critici Tommaso Ferrari e Pietro Trincanato di Traguardi, che parlano di una «resa incondizionata dell'Amministrazione di fronte al mandato di pianificare il futuro della città». 
«Il sì della Giunta - recita la nota firmata dai due - al cambio di destinazione d'uso dell'edificio di via Garibaldi richiesto da Patrizia Immobiliare è l'ennesimo atto della anti-pianificazione urbanistica dell'Amministrazione: una decisione che non riguarda un banale progetto di trasformazione di un edificio, ma tutto l'assetto del centro storico nella sua parte più fragile, nonché delle prospettive turistiche per la città. È semplicemente assurdo che di tutto questo non si sia mai discusso seriamente né in Consiglio comunale né in Commissione urbanistica, e men che meno con la cittadinanza.
E altrettanto assurda è la vicenda del contributo di sostenibilità da 2,1 milioni di euro previsto per l'operazione, pretestuosamente destinato alla sistemazione della viabilità nella zona del Teatro Romano per provare a rendere più digeribile il progetto presentato dagli assessori Segala, Zanotto e Toffali. Dell'originario Piano Folin, che doveva prevedere la realizzazione contestuale di nuovi musei e spazi sociali, si è persa ormai ogni traccia, mentre le compensazioni presentate sono terribilmente vaghe e non sono chiari né la fattibilità né i costi. Basterà il contributo di sostenibilità per realizzare il sottopassaggio per le auto che, pur non essendo risolutivo, sarebbe l'unico a garantire la pedonalizzazione dell'area davanti al Teatro Romano?
Oltretutto, se predisposto per tempo, un progetto simile avrebbe potuto essere realizzato con fondi Pnrr, senza doversi legare alla realizzazione di un hotel per la quale serve fare una deroga al divieto di nuove strutture alberghiere in centro storico. Un precedente pericoloso, perché non si capisce con che criterio si potrà dire di no, in futuro, ad altri progetti analoghi.
Fin dall'inizio del dibattito sul patrimonio immobiliare legato a Fondazione Cariverona, Traguardi ha chiamato l'amministrazione alle sue responsabilità: non siamo sordi a priori alle legittime richieste di Fondazione, impoverita da scelte e condizionamenti dell'era Tosi, ma chiedevamo l'apertura di un tavolo di confronto trasparente, in cui il Comune dialogasse con Patrizia e Fondazione Cariverona, coinvolgendo i cittadini - concludono Ferrari e Trincanato -. A più di tre anni di distanza, assistiamo alla resa incondizionata dell'amministrazione Sboarina, non tanto davanti a Fondazione Cariverona - che non è né può essere considerata un nemico della città - ma di fronte a quel mandato a pianificare il futuro di Verona che dovrebbe essere il compito più alto di chi governa la città».

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