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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Parco Natura Viva di Bussolengo, nato un cucciolo di gru della Manciuria

La specie è minacciata di estinzione. Il curatore zoologico del parco Camillo Sandri: "Mamma e papà gru non lo perdono mai di vista e, nonostante lui si muova spesso, è sempre tra le loro zampe"

Allenarsi ad afferrare col becco insetti e invertebrati acquatici non è cosa facile quando si hanno solo due settimane di vita, ma il piccolo di gru della Manciuria venuto al mondo al Parco Natura Viva di Bussolengo può contare su mamma e papà. La coppia di gru accudisce il primo figlio come se avesse alle spalle una lunga esperienza di cure parentali e questo è senz’altro un buon segno di speranza. Il loro è l’unico uovo ad essersi schiuso in Italia e del piccolo non si conoscerà il sesso fin quando non si potrà procedere al sessaggio tramite analisi del dna.

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Mamma e papà gru non lo perdono mai di vista e nonostante lui si muova spesso tra il laghetto e l'erba, è sempre tra le loro zampe - ha spiegato Camillo Sandri, curatore zoologico del Parco Natura Viva - Con un insetto assicurato all'estremità del lungo becco, a turno gli porgono il pasto. Ma non è raro osservare che comincino a mostrargli anche dove beccare, per procacciarsi da solo un lombrico o un grillo che passava di là. Il fatto che entrambi gli adulti siano stati essi stessi allevati dai propri genitori senza intervento dell'uomo, sta garantendo al piccolino insegnamenti meticolosi e tipici della specie.

D'ora in poi il nuovo nato crescerà anche di due centimetri al giorno, per arrivare ai 3 mesi di vita a raggiungere il metro e mezzo degli adulti. Poi, intorno all'anno di vita, abbandonerà le piume rossicce per essere trasferito, formare una nuova famiglia e offrire una nuova vitalità alla propria specie in pericolo di estinzione.

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In Russia meridionale, Cina e Giappone, questa specie migratrice (la seconda gru più rara al mondo dopo la gru americana) trascorre primavera ed estate nelle zone umide, mentre d'inverno approda in paludi salate e d'acqua dolce.

È proprio la scomparsa degli ambienti palustri ai quali sono legati cibo e nidificazione che sta condannando questa specie alla scomparsa - ha concluso Sandri - La conversione dei suoli in terreni agricoli e industriali così come gli incendi primaverili in Russia e Cina, distruggono i siti di nidificazione migliori, mentre la proliferazione delle dighe li elimina del tutto riducendo il livello dell'acqua e facilitando l'accesso dei predatori ai nidi.

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