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Green pass. Ristoratori Veneto contrari, favorevole il PD: «Non vogliamo andare in zona gialla»

L'associazione nata a Verona ribadisce: «Non siamo controllori e molti potrebbero scegliere di stare a casa». I dem invece chiedono una presa di posizione da parte di Zaia sottolineando che «è un atto concreto per tutelare la salute dei veneti e l’economia»

«Siamo ristoratori, non controllori». Recita così la locandina che i circa1.500 soci dell’associazione Ristoratori Veneto, nata a Verona nel giugno scorso, stanno esponendo da mercoledì all’interno dei loro locali per protestare contro l’ipotesi d’introdurre l’obbligo del green pass per i clienti di ristoranti e bar sull’esempio del modello francese.

«Con l’iniziativa #iononcisto vogliamo difendere il diritto al lavoro della nostra categoria e ricordare che aprire con il Green Pass significa di fatto chiudere — spiega Alessia Brescia, portavoce dell’associazione -. L’obbligo del Green Pass per recarsi nei locali farebbe ricadere su di noi l’onere del controllo e oltre a sottoporre gli imprenditori al rischio di stop forzati avrebbe un effetto devastante sul lavoro stesso: nei Paesi dove regole simili sono state introdotte, ad esempio la Russia, i ristoranti sono vuoti, mentre in Francia i ristoratori si preparano a manifestare e in Germania quell’ipotesi non è passata».

Le attività che aderiscono all’associazione espongono da oggi una locandina in cui si afferma «il diritto di scegliere». Secondo Ristoratori Veneto & Ho.re.ca., «il contesto storico in cui si valuta l’obbligo del Green Pass vede una clientela sempre più abituata a ordinare da casa o a sfruttare il take-away. Inoltre molte persone potrebbero non accettare l’imposizione e scegliere di rimanere a casa. Il diritto alla salute è sacrosanto ma esiste anche il diritto a scegliere. Il Governa sta aprendo a una soluzione che ricadrebbe ancora una volta come un macigno sulla nostra categoria finendo per penalizzarne l’intero indotto».

I consiglieri regionali del Partito Democratico invece si schierano favorevoli a questa ipotesi, che allontanerebbe l'eventualità di nuove chiusure e restrizioni, pertanto si appellano al Presidente del Veneto perché prenda posizione. 
«Il Green pass sul modello francese è un atto concreto per tutelare la salute dei veneti e l’economia. Nessuno, allo stato attuale, vuole nuove restrizioni perciò chiediamo al presidente Zaia di essere coerente e chiedere la sua applicazione nella Conferenza Stato-Regioni. È una questione che va posta subito, perché ovviamente ci sono dei nodi da sciogliere a partire dalla privacy».
«Non vogliamo andare in area gialla - proseguono i dem -, ma i contagi crescono ed è indispensabile definire comportamenti che contengano il più possibile la diffusione del virus. L’estensione del Green pass rappresenta un incentivo a vaccinarsi per gli indecisi perché, è bene dirlo, il rallentamento della campagna non dipende soltanto dalla riduzione delle dosi disponibili. Il Green pass, inoltre, è un antidoto indiretto contro il rischio di nuove chiusure che sarebbero devastanti per l’economia veneta. È evidente che nessuna Regione può andare in ordine sparso, servono iniziative coordinate come ha detto lo stesso Zaia. Per questo lo invitiamo a mettere il tema al centro della prossima Conferenza Stato-Regioni, non possiamo aspettare che i contagi continuino a moltiplicarsi».

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