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La Gran Guardia a Verona si accende di lilla contro i disturbi alimentari

Il 2 giugno ricorre la "Giornata mondiale contro i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione"

Mercoledì 2 giugno, oltre alla Festa della Repubblica, si celebra inoltre la "Giornata mondiale contro i disturbi dell'alimentazione e della nutrizione". Anche Verona risponde all'appello lanciato dall'Associazione dei Comuni italiani (ANCI) e di Never Give Up Onlus e aderisce alla campagna di sensibilizzazione che vede illuminare di colore lilla i principali monumenti e luoghi simbolo delle città italiane.

Come deciso dalla Giunta comunale, nella serata di mercoledì 2 giugno, il palazzo della Gran Guardia si colorerà quindi di lilla, un messaggio importante per porre la dovuta attenzione su una problematica tanto attuale quanto delicata e che riguarda un numero crescente di giovani.

Anche il ministero della Salute, in occasione della “Giornata Nazionale del fiocchetto lilla” dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, ha promosso una campagna di comunicazione digitale per sensibilizzare la popolazione sul tema, in collaborazione con le Associazioni di settore che operano costantemente sul territorio, risultate vincitrici a seguito di Avviso pubblico dell’11 febbraio u.s.. Tra queste, è stata selezionata “Never Give Up onlus”, che, attraverso delle testimonianze di ragazze e ragazzi, affronta il disagio, in termini di salute e socialità, che queste patologie comportano.

I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione costituiscono un problema diffuso, le cui patologie più frequenti, quali anoressia e bulimia nervosa, rappresentano fenomeni che, se non identificati precocemente e non trattati adeguatamente, possono trasformarsi in condizioni permanenti, provocando gravi danni per l’organismo. I disordini alimentari sono più comuni nei giovani, sia donne che uomini, ma non risparmiano anche altre fasce d’età. Inoltre il perdurare della situazione di emergenza sanitaria da Covid-19 comporta un aggravamento del fenomeno: «È fondamentale acquisire la consapevolezza del problema, - spiega il ministero della Salute in una nota - per poter intraprendere il percorso di cura adeguato, rivolgendosi al medico di famiglia, quale punto di riferimento, e alle strutture dedicate del Servizio Sanitario Nazionale».

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