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Scrivere per Amore, Giovanni Pacchiano vince con il suo «Gli anni facili»

Ha avuto la meglio sulla tedesca Sylvie Schenk, autrice di «Veloce la vita», e sull'olandese Connie Palmen, scrittrice di «Tu l'hai detto»

È andata allo scrittore milanese Giovanni Pacchiano per «Gli anni facili» la 23esima edizione del premio «Scrivere per Amore», promosso dal Club di Giulietta, con la Fondazione Pordenonelegge.it e Crédit Agricole FriulAdria. La premiazione è avvenuta ieri sera, 20 ottobre, al Teatro Nuovo di Verona, in occasione del gala conclusivo.

Il romanzo - recitano le motivazioni della giuria, guidata dal critico e saggista Masolino D'Amico - rievoca, con uno sguardo affettuoso ma non inquinato dalla nostalgia, la Milano ingenuamente ottimista di mezzo secolo fa, teatro della crescita di un giovane che, attraverso tentativi e false partenze, avanza faticosamente nella conoscenza di se stesso. In questa vicenda, che proprio come la vita tarda a decidere il proprio percorso e ha svolte inaspettate, l'amore sembra a lungo una chimera lontana. Ma nel tempo, sapientemente preparata, la chimera prende sostanza, e nel modo più inatteso.

Con Giovanni Pacchiano erano approdate alla serata finale del premio anche l’autrice tedesca Sylvie Schenk per «Veloce la vita» e la scrittrice olandese Connie Palmen con «Tu l’hai detto».

Premiazione «Scrivere per Amore» 2018

Emozionatissimo, al momento della proclamazione Giovanni Pacchiano ha dichiarato: «Non mi aspettavo di vincere questo premio. Insieme a me c'erano due concorrenti fortissime, con due romanzi belli e veri. Scrivere è un atto di vita, non è un lavoro, o se lo è, non deve mai scordarsi questo precetto. In questo romanzo ho cercato di raccontare, attraverso diversi personaggi che compaiono nel romanzo a vent'anni e che sono studenti universitari, le vicende di una generazione presessantottina che è stata quasi del tutto dimenticata dalle cronache e dalla Storia. Volevo anche e soprattutto raccontare gli amori di quella generazione, che ho definito una generazione di imbranati. Lo dico con affetto, ma noi eravamo proprio così».

A Giovanni Pacchiano è andato anche il nuovo premio speciale assegnato dalla giuria tecnica della città e intitolato a Giulio Tamassia.

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