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Martedì, 16 Aprile 2024
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La celebrazione del "Giorno del ricordo" a Verona, il sindaco: «È una ferita che ancora non è stata ricucita»

Sboarina: «Non dobbiamo permettere che ci siano drammi di serie A e altri di serie B, perché se così fosse, significherebbe giustificare la violenza, l’ingiustizia, la morte, in nome di un colore politico»

Da diciotto anni, il 10 febbraio è il "Giorno del Ricordo". Il 30 marzo 2004, la Repubblica Italiana ha istituito questa solennità civile «per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati e della più complessa vicenda del confine orientale». E le cerimonie, oggi, hanno coinvolto tutta la città, seppur nel rispetto delle misure per il contenimento del Covid-19. La giornata è iniziata al Cimitero Monumentale, con la deposizione di una corona davanti al monumento per le «Vittime delle foibe, gli Esuli deceduti lontano dalla loro terra d’origine e tutti i Defunti rimasti». Tra le autorità presenti, il sindaco Federico Sboarina, il Prefetto Donato Cafagna, il presidente della Provincia Manuel Scalzotto, il Comandante del Comfoter di Supporto Massimo Scala e la presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Loredana Gioseffi. L’Anvgd, infatti, ogni anno affianca Comune e Prefettura nell’organizzazione delle cerimonie ufficiali.

Sboarina Foibe Giorno del Ricordo 2022 2-2-2

La commemorazione si è poi spostata in Gran Guardia, dove si sono susseguiti interventi, testimonianze e video. Per il secondo anno senza pubblico, ma in diretta streaming, per consentire a tutti i veronesi e agli studenti di seguire la cerimonia. E i racconti degli esuli Marina Smaila e Giuseppe Piro, testimoni del dramma che scelsero Verona come loro seconda Patria. Di Anna Rismondo è stato letto uno scritto inviato per l’occasione. «Questa è una ferita che ancora non è stata ricucita, dopo oltre 70 anni da quei tragici fatti – ha detto il sindaco Federico Sboarina -. Questo perché, per moltissimo tempo, fu una pagina strappata alla storia nazionale. Taciuta e nascosta. Mai apparsa sui libri. Mai al centro dell’opinione e indignazione pubblica. Eppure tanti nostri connazionali persero casa, identità, radici, dignità e persino la vita. La loro fu una tragedia. Ma non dobbiamo permettere che ci siano drammi di serie A e altri di serie B, perché se così fosse, significherebbe giustificare la violenza, l’ingiustizia, la morte, in nome di un colore politico. Noi commemoriamo e lo dobbiamo alle vittime, ai sopravvissuti e ai loro familiari. Da 18 anni il "Giorno del Ricordo" è solennità civile. La storia non può essere dimenticata, giustificata, ridotta, messa in discussione. Ringrazio pertanto coloro che negli anni si sono impegnati per portare alla luce la verità di quei tragici avvenimenti. La vita non ha più o meno valore, ed ogni vita sacrificata merita di essere ricordata. Oggi, domani e sempre».

Il Prefetto Donato Cafagna ha sottolineato «il sacrificio di tutti quegli italiani che sono stati costretti a fuggire e lasciare ciò che da generazioni, da secoli avevano contribuito con il loro lavoro e la loro intelligenza a creare al di là dell’Adriatico e che in molti casi dovettero subire l’insofferenza, persino il disprezzo, di chi qui avrebbe dovuto accoglierli da fratelli, condividendo il loro dolore e comunque aiutandoli a sopportarlo». Lo stesso Prefetto Donato Cafagna ha evideziato come sia un «dovere delle istituzioni e di tutta la comunità ricordare quella che è stata una grande tragedia nazionale, nel quadro degli eventi internazionali che caratterizzarono la fine della II Guerra Mondiale e l’inizio della guerra fredda. Un totalitarismo e un’oppressione - quella nazifascista - venivano sconfitti, ma si affacciava per una parte dell’Europa un nuovo destino fatto di persecuzioni e repressioni con l’eliminazione politica, psicologica e fisica dei dissidenti o comunque di tutti coloro che erano ritenuti dai nuovi padroni, appartenenti all’area ideologica del comunismo totalitario di oltre cortina, i nemici. E tali erano per i comunisti titini gli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, - ha ricordato il Prefetto Donato Cafagna - nei cui confronti fu scatenata una campagna prima orientata alla soppressione violenta, poi all’allontanamento in massa dalle loro case; una campagna alimentata dall’odio etnico, dal rancore sociale, dall’arroganza ideologica nazionalista del vincitore. Tra la fine del 1943 e il 1945 finirono nei campi di detenzione, fucilati e infoibati, migliaia di italiani, oggetto di una feroce caccia all’uomo che ebbe per obiettivo non solo fascisti, ma sacerdoti, professionisti, artigiani, insegnanti e tanti altri, colpevoli solo di essere italiani».

Sboarina Foibe Giorno del Ricordo 2022 1-2

Tra gli interventi anche quello del presidente della Consulta provinciale studentesca Giacomo Girardi. La commemorazione è proseguita con la consegna, da parte del Prefetto, del riconoscimento conferito dal Presidente della Repubblica ai congiunti delle vittime Gualtiero Pilotto e Domenico Torre. Subito dopo, Stefano Zecchi, in video collegamento ha illustrato la sua ultima opera “Quando ci batteva forte il cuore”, ambientata a Pola nel corso della seconda Guerra Mondiale e nel dopoguerra. Gli attori Caterina Chiappini, Federico Troiano e Nicolò Zecchini del Teatro Nuovo hanno dato lettura di alcuni brani accompagnati dalla proiezione di immagini. Ed infine le testimonianze e la proiezione del video “C’era una volta … Istria italiana, Fiume italiana, Zara italiana” a cura di Paolo Plazzi. La cerimonia si è conclusa sulle note del “Va, pensiero” di Verdi, denominato il canto degli esuli.

Alle ore 12, il sindaco ha partecipato alla commemorazione organizzata dalla Questura di Verona per ricordare l’ex Questore di Fiume Giovanni Palatucci. Stasera, dalle ore 19, per la prima volta, Palazzo Barbieri sarà illuminato di rosso per ricordare il sangue dei morti istriani, friulani e dalmati. E domani, venerdì 11 febbraio, alle ore 10.30, in occasione della cerimonia organizzata dalla Quarta circoscrizione, verrà deposta una corona d’alloro in piazza Martiri d’Istria, Fiume e Dalmazia, nel quartiere di Santa Lucia.

Le commemorazioni in provincia

Uniti nel ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, gli assessorati alla Cultura dei Comuni di Bussolengo, Castelnuovo del Garda, Povegliano Veronese, Sommacampagna, Sona, Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona promuovono iniziative congiunte per il Giorno del Ricordo, allo scopo di incoraggiare la conoscenza delle vicende storiche del confine orientale italiano.

Il primo evento in rassegna è previsto venerdì 11 febbraio alle ore 21, in diretta dalle pagine Facebook e YouTube dei Comuni, quando Manfredi Toraldo della Scuola Internazionale di Comics presenterà il fumetto “Anime in transito”, una storia d’amore travolta, ma non domata, dalla violenza e dall’angoscia che l’esodo giuliano-dalmata ha rappresentato per migliaia di persone, divenute straniere nella propria terra. Una graphic novel pensata per parlare di una delle pagine più buie della storia nazionale ai concittadini più giovani.

A Bussolengo, presso Villa Spinola è allestita un’esposizione di masserizie originali provenienti dal Museo Centro Raccolta Profughi di Padriciano. La mostra, realizzata in collaborazione con l’Unione degli Istriani e l’associazione Controvento sarà visitabile dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18 dei giorni 11, 12, 13, 18, 19 e 20 febbraio. Infine, martedì 15 febbraio alle ore 20.45 nella Biblioteca Comunale del Comune di Villafranca si terrà l’incontro con il prof. Davide Rossi dell’Università di Trieste sul tema “Giorno del Ricordo: quale futuro?”.

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