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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Contro la denatalità il Comune di Verona propone di istituire la "Giornata nazionale della vita nascente"

L'iniziativa presentata dal sindaco Sboarina ha visto tra gli ospiti anche il presidente dell’associazione Family Day Massimo Gandolfini

«Il 25 marzo diventi la "Giornata nazionale della vita nascente", per promuovere la consapevolezza del valore sociale e della maternità e per invertire la grave emergenza della denatalità». Lo chiede il sindaco Federico Sboarina, nella lettera inviata ai presidenti del Senato e della Camera, facendosi capofila dell’appello di numerosi sindaci veronesi e di altrettante associazioni, un appello trasversale e nazionale. L’obiettivo, spiega una nota del Comune di Verona, è quello di «portare il prima possibile all’esame e all’approvazione del Parlamento le sei proposte di legge depositate sia alla Camera che al Senato, firmate da esponenti di forze politiche di diversa collocazione, per l’istituzione della Giornata della vita nascente, con l’obiettivo di dare un forte segnale culturale ed aprire un dibattito che coinvolga tutto il Paese».

L’emergenza da affrontare, si legge ancora, è quella della «denatalità, fenomeno che, secondo i dati Istat, è in costante e preoccupante trend negativo dal 2008 che, secondo le previsioni, faranno diminuire la popolazione italiana di quasi 20 milioni di persone nel 2050, passando dai 60 ai 40 milioni». Le conseguenze dell’inverno demografico «sono molteplici e investono campi diversi, dal sistema pensionistico a quello sanitario, con effetti negativi per le future generazioni». Se gli enti locali possono intervenire, nel perimetro di loro competenza, con «servizi e agevolazioni» a sostegno delle famiglie, ciò che manca e serve al Paese secondo l'amministrazione scaligera «è un radicale cambio culturale nei confronti del ruolo genitoriale e della ricchezza che i figli rappresentano non solo per la coppia che li mette al mondo, ma anche per la società e il futuro del Paese». Si va dalle «informazioni sulla gestazione alle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, dai diritti spettanti alla gestante ai servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, dalla legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre al riconoscimento del prestigio del ruolo materno, per far sì che una mamma non debba mai essere costretta a scegliere tra famiglia e lavoro». Il Comune di Verona chiede insomma «un cambio culturale profondo, che non può più aspettare».

L’iniziativa è stata presentata mercoledì 2 febbraio in municipio dal sindaco Federico Sboarina. Tanti gli ospiti intorno a lui. A cominciare dal deputato e consigliere comunale Ciro Maschio, primo firmatario di una delle sei proposte di legge; la consigliere con delega alla Famiglia Anna Leso e le consigliere Anna Grassi e Paola Bressan. Poi i rappresentanti della società civile e della rete di associazioni che si stanno battendo per l’istituzione della Giornata nazionale, il presidente dell’associazione Family Day Massimo Gandolfini, il coordinatore della rete per la Giornata della vita nascente Andrea Mazzi e Pino Morandini del coordinamento nazionale. In collegamento streaming anche il sindaco di Brenzone sul Garda Davide Benedetti.

«L’Italia non fa più figli - ha detto il sindaco Federico Sboarina -. È un problema nazionale che dobbiamo affrontare con urgenza e con la massima unità, perché le ricadute della denatalità ci riguardano nell’immediato ma soprattutto nel futuro, con gravi conseguenze per le nuove generazioni. La Giornata della vita nascente vuole essere il primo concreto passo verso un radicale cambio culturale, per dare alla genitorialità e alla famiglia un ruolo centrale nella società. Noi sindaci siamo i primi a cercare di dare alle famiglie servizi migliori e aiuti, ma servono interventi forti per incentivare la natalità e garantire la centralità del ruolo della donna. I figli sono una ricchezza, in primis per i genitori che hanno la fortuna di poter provare un amore che non conosce termini di paragone, ma anche per tutta la società. Mi fa piacere che anche in Parlamento il tema venga affrontato in modo trasversale, segno di un problema universalmente riconosciuto».  

«È una battaglia che in Parlamento portiamo avanti senza se e senza ma - ha detto l’onorevole Maschio - . Le implicazioni sociali della denatalità sono troppo gravi per non essere affrontate subito e con interventi strutturali. Il Comune di Verona si sta distinguendo per essere capofila di una rete in prima linea per raggiungere obiettivi concreti, lavoriamo tutti insieme per dare un futuro migliore alla nazione e alle generazioni che verranno».

«Una società non può basarsi sull’individualismo ma sul noi, sulla famiglia e sulla genitorialità - aggiunge la consigliera Bressan -. Perciò va dato valore alla maternità per fermare l’inverno demografico. Non servono provvedimenti frammentari bensì continuativi ed integrati, come ad esempio l’assegno unico universale che è unico perché finalizzato alla semplificazione e che mira a sostenere la genitorialità indipendentemente dal reddito». Il presidente dell’associazione Family Day Massimo Gandolfini spiega: «I dati Istat aggiornati al 2020 e registrano un ulteriore minimo storico di nascite dai tempi dell’unità d’Italia. Un trend negativo dal 2008 che, se non si interviene subito, avrà pesanti ricadute sulle generazioni future. I figli non sono un costo, né tanto meno un lusso per pochi. I figli sono una ricchezza anzitutto per la donna, che va aiutata nella centralità del ruolo che riveste nella società, e per tutta la società».

Lo scetticismo del Pd

L'iniziativa promossa dall'amministrazione comunale sotto il segno della "Giornata della vita nascente" ha trovato dal fronte delle opposizioni a palazzo Barbieri una tiepida accoglienza. In una nota congiunta la consigliera comunale Pd Verona Elisa La Paglia e la portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche di Verona Sabrina Ugolini affermano: «Siamo d’accordo con la maggioranza quando dice che la donna non deve essere messa di fronte alla scelta drammatica tra fare un figlio e mantenere il posto di lavoro, ma la realtà di questo ricatto, purtroppo ancora troppo diffusa nella società italiana, veneta e veronese, si scardina mettendo al centro delle politiche la donna e i suoi diritti, anche lavorativi. Il problema della denatalità, infatti, - aggiungnono Elisa La Paglia e Sabrina Ugolini - non risiede in un supposto blocco culturale che affliggerebbe le donne impedendole di rendersi conto della bellezza del dono della vita, come si evince (ancora!) dalle parole di Gandolfini e Sboarina, ma nel problema del lavoro, che penalizza le donne lasciandole ai margini del mercato del lavoro, le paga di meno a parità di mansione rispetto agli uomini e taglia loro le possibilità di carriera. Risiede nella carenze dei servizi pubblici adeguati: quando costa l’asilo nido? Quanti posti sono i posti disponibili? Quante bambini e bambine restano fuori? Risiede in un malinteso concetto di flessibilità che chiede piena disponibilità alle famiglie ma poi nega loro la possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro».

Di qui la conclusione colma di scetticismo circa la proposta che non pare aver conquistato le esponenti dem Elisa La Paglia e Sabrina Ugolini: «Su questi temi stiamo ancora aspettando il contributo del centrodestra, e temiamo che esso non emergerà nemmeno con la proposta di legge per la costituzione della "giornata della vita nascente". Vista la mancanza di contenuti e proposte concrete, l’iniziativa si presenta come una nuova variante della vecchia propaganda antiabortista. È significativo, in questo senso, che gli unici provvedimenti per la famiglia citati in conferenza stampa dal sindaco e dai suoi ospiti, siano quelli adottati dal centrosinistra, come ad esempio l'assegno famigliare unico universale, che a marzo entrerà pienamente in vigore».

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