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Anche a Verona si celebra la Giornata internazionale dell’infermiere. Il dg Bravi: «Sono la spina dorsale dei reparti»

Ricorre venerdì 12 maggio e per l'occasione è intervenuto il dg Aoui Verona, Callisto Marco Bravi: «Celebriamo il loro talento»

Nell’Azienda ospedaliera di Verona sono «quasi la metà dei dipendenti totali». Gli infermieri in servizio, secondo ciò che riferiscono dall'Aoui di Verona, sono 2.386, in maggioranza donne e con una età media di circa 43 anni. Una professione sanitaria che venerdì celebra la sua Giornata internazionale, stabilita il 12 maggio nel giorno della nascita di Florence Nightingale, fondatrice delle scienze infermieristiche moderne. Lo slogan scelto per l’edizione 2023 è «Il talento degli infermieri, arte e scienza in evoluzione». 

In effetti, spiegano sempre dall'Aoui di Verona, «in corsia non ci sono più gli infermieri di una volta, nel senso che oggi la professione si è totalmente evoluta in termini di innovazione e specializzazione. L’infermiere del Terzo millennio - prosegue la nota dell'azienda ospedaliera e universitaria scaligera - ha competenze cliniche avanzate, fa ricerca, formazione, partecipa agli scambi internazionali, ma non per questo ha perso il contatto empatico con il paziente».

Oggi, viene infatti spiegato, «in Azienda ci sono infermieri Case manager, che si occupano di casi complessi in Breast Unit e Oncologia, infermieri con master specialistici che gestiscono direttamente servizi ambulatoriali come la recente istituzione per le stomie urinarie». L’Università di Verona è la sede del Corso di laurea in Scienze infermieristiche, ed è da questi laureati che l’Azienda attinge per le assunzioni, ma non solo.

Il dg Callisto Marco Bravi è intervenuto per l'occasione spiegando che «gli infermieri sono la spina dorsale dei nostri reparti». In merito, Bravi ha poi precisato: «Non è solo una questione di numeri, ma anche di esercizio consapevole di una professione sanitaria sempre più improntata all’innovazione tecnologica. Merita celebrare la Giornata internazionale perché sono loro i primi protagonisti dei cambiamenti sanitari in corsia, attraverso il quotidiano contatto con il paziente di cui sono il riferimento immediato. Il mio più grande auspicio - ha infine concluso il dg Callisto Marco Bravi - è che cresca sempre di più la consapevolezza del ruolo a cui è chiamato l’infermiere come artefice delle nuove forme di assistenza a beneficio del paziente bisognoso».

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