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«Regione garantisca condizioni per non far scappare i medici dalla sanità pubblica»

Il coordinamento dei comitati di cittadini veneti per gli ospedali e la salute pubblica sollecita la Regione ricordando che «il sistema sanitario vacillava» anche prima della pandemia

«La Regione Veneto formi, assuma e soprattutto faccia restare nel sistema sanitario tutti i professionisti che servono». A chiederlo è il Covesap (Coordinamento Veneto Sanità Pubblica), ente che riunisce i comitati di cittadini veneti per gli ospedali e la salute pubblica. Il Coordinamento ha espresso la sua richiesta, intervenendo sul dibattito riguardante la fuga dei medici dal servizio sanitario regionale del Veneto.

Dibattito in cui il presidente della Regione Luca Zaia ha voluto aprire uno squarcio di verità mostrando che dal 2019 al 2022 il numero dei medici operanti in Veneto è aumentato. Un dato vero, anche se parziale. Ad integrarlo ci ha pensato Giovanni Leoni del sindaco Cimo, dicendo che nel 2019 mancavano al servizio sanitario veneto 1.295 medici, mentre attualmente ne mancano "solo" 1.210. «Non è poco, considerando che quelli rimasti devono coprire le assenze - ha commentato il Covesap - Ed è logico che questo sforzo non possa durare a lungo. Adesso si sta compiendo quello che era largamente prevedibile: gli operatori, stanchi e stressati dopo due anni di durissimo lavoro e senza vedere una prospettiva di miglioramento, lasciano e se ne vanno, spesso verso quella sanità privata alimentata da scelte gestionali passate, attuali e, temiamo, anche future». Ed il peggio, ha aggiunto il coordinamento dei comitati veneti è che tra i medici che se ne vanno «ci sono le eccellenze del nostro sistema sanitario, maturate in anni di esperienza e non certo rimpiazziabili senza perdite gravi di qualità».

Ma la fuga dei medici dal servizio sanitario regionale non è figlia solo della pandemia da coronavirus. Da anni, i 15 comitati che formano il Covesap denunciano carenze di tutto il personale che opera nella sanità veneta. E lo fanno sulla base di esperienze vissute realmente da chi dei servizi pubblici ha assoluta necessità e non trova le risposte adeguate. Per i comitati, la situazione era grave anche prima del Covid. «Il sistema sanitario vacillava a causa di errate programmazioni, tagli alla spesa e riforme che stavano penalizzando gli ospedali periferici e bloccando lo sviluppo della medicina territoriale - ha spiegato il Covesap - Ma il peggio doveva ancor venire e si è evidenziato quando lo scarso personale pubblico è stato quasi interamente dedicato al Covid, rallentando o sospendendo le consuete attività di prevenzione, cura e riabilitazione».

Per questo il coordinamento chiede alla Regione di «garantire le condizioni che danno senso all'operato» dei medici e di tutti gli altri professionisti della sanità. Condizioni che sono anche economiche, visti anche i dati pubblicati da Agenas i quali «confermano chiaramente che il Veneto spende meno di altre regioni per il personale dipendente - ha concluso il Covesap - Una scelta questa non obbligata».

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