"Le famiglie gay non esistono", bufera di polemiche per il neoministro Lorenzo Fontana
Il veronese Lorenzo Fontana, Ministro della Famiglia e della disabilità: "Io credo e dico che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà"
C'è stato chi, una donna, ha scritto una volta che «la libertà di non fare figli è la più grande conquista femminile». In quest'affermazione è racchiuso un mondo, anzi "due" mondi, uno nel quale molte donne hanno vissuto, un altro nel quale le figlie (e le figlie delle figlie) di quelle donne, sembrerebbe stiano vivendo. A differenza che negli anni '50 in Italia, oggi molte ragazze non si sentono in obbligo di procreare, il che non significa necessariamente che non lo desiderino, ma non si sentono in obbligo di farlo, se lo fanno è perché lo hanno scelto loro. Oggi, una donna se non ha intenzione di procreare (o se non lo desidera) può rivendicare di sentirsi comunque pienamente affermata, realizzata, non necessariamente "menomata" nel suo "essere donna", poiché oggi, dopo che tante donne ce lo hanno con insistenza spiegato (a noi uomini) e se lo sono dette tra loro, abbiamo in tanti imparato che "essere donna" non si riduce, non può essere ridotto da nessuno, alla sola attività di procreazione.
Il secondo dopoguerra italiano non fu una passeggiata, ma anche il mondo di oggi è piuttosto "complicato". Esistono infatti molte donne, molte giovani donne, che vorrebbero diventare madri, ma non si sentono "economicamente" pronte per intraprendere questa scelta di vita. Qualcuna ha alle spalle famiglie in grado di sostenerla, altre non hanno simili garanzie e scelgono ugualmente di affrontare i rischi e le responsabilità, altre ancora rinviano l'appuntamento in attesa di tempi migliori, qualcun'altra rinuncia anche solo a sperarci. Il dato "oggettivo" è che le nascite hanno registrato nel 2017 il minimo storico dall'Unità d'Italia con 464 mila bambini nati, il 2% in meno a fronte dei 473 mila del 2016 (dati Istat).
Fontana Ministro della Famiglia tra le polemiche
Bisogna provare a tenere insieme entrambi questi "scorci" del Paese Italia per provare a comprendere il "caso" della nomina a Ministro della Famiglia e della disabilità del veronese Lorenzo Fontana. Quest'ultimo è una specie di enfant prodige della politica scaligera (eletto ventenne in Comune e poi al Parlamento europeo), e come tale della città di Verona ben incarna tutti i tradizionali dogmi: essere di destra (il più in là che si può), essere tifosissimo dell'Hellas Verona (in curva ogni volta che si può), essere «cattolico tradizionalista», almeno tanto abbastanza da ricevere i complimenti di Matteo Castagna (Christus Rex) che così lo ha appunto definito a poche ore dalla nomina.
Nelle sue prime dichiarazioni da neomistro del Governo M5S-Lega, l'On. Lorenzo Fontana si è subito rivelato al grande pubblico, prima con una pacata requisitoria sul tema del «crollo demografico che rischia di diventare un crollo economico in termini di Pil», poi candidamente dichiarando in un'intervista al Corriere della Sera che «la famiglia è quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà», mentre le famiglie arcobaleno «per la legge in Italia, oggi, non esistono», ma anche che nelle sue intenzioni c'è la volontà di «potenziare i consultori così di cercare di dissuadere le donne dall’abortire».
Il Fontana pensiero
A noi pare di scoprire l'acqua calda, ma evidentemente se le dichiarazioni dell'On. Fontana stanno in queste ore di sabato 2 giugno 2018, Festa della Repubblica, suscitando un tale clamore mediatico su tutti gli organi di stampa nazionali, è perché l'esponente veronese della Lega è da qualche ora una personalità, per l'appunto, dalla fondamentale rilevanza politica nazionale.
Ebbene, l'Italia è oggi un Paese a cavallo tra le due sommarie descrizioni "socio-economiche" che abbiamo presentato all'inizio, mentre Verona è una sorta di "città-stato" con consuetudini tutte sue, molto ben consolidate sotto il profilo politico-morale-religioso, e che il doveroso conflitto suscitato da quella doppia dimensione sociale sopraindicata, lo ha già politicamente risolto in una direzione a senso unico, il cui tratto distintivo è di non essere, diciamo così, particolarmente "progressista". Per rendersene conto, è sufficiente andarsi a vedere il numero dei "consultori" presenti sul territorio locale e che comunque si vorrebbero ulteriormente aumentare, così come anche la presenza molto attiva di una forza politica denominata "Fortezza Europa" ("Festung Europa", in tedesco, era il termine impiegato dalla propaganda del Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale per indicare l'Europa nazista) che regolarmente organizza "controversi" convegni che ricevono il patrocinio del Comune, o ancora il fatto che in Gran Guardia sia stato promosso un evento denominato "Festival della Vita", al quale Fontana ha preso parte per un intervento a fianco del sindaco Federico Sboarina, voluto dall'associazione "Pro Vita Onlus", ben nota per le sue posizioni antiabortiste.
Ecco perché urge forse, non tanto e non solo per i veronesi, ma soprattutto per tutti i cittadini della penisola italiana, cercare di riassumere il "Fontana pensiero" che da molti nel Veronese e in ambienti leghisti più in generale è ben conosciuto e condiviso, tanto che gli è appunto valso la nomina al Ministero della Famiglia. Il successo delle posizioni di Fontana lo si deve in particolare a due fattori: il primo è la semplicità logica delle deduzioni che vengono svolte (semplicità non equivale a "legittimità"), mentre il secondo fattore è che ad essere trattati, quando l'On. Fontanta parla di "famiglia", "demografia", "aborti" e "arcobaleni", sono in realtà sempre due macroargomenti, quello delle (poche) nascite appunto, ma anche quello ben più mediaticamente "esplosivo" dell'immigrazione. A questi due fattori, in modo strettamente relato, se ne aggiunge forse un terzo, vale a dire il fatto che le argomentazioni del ministro Fontana assomigliano molto, e talvolta paiono identiche, a quelle che su tali questioni hanno ad esempio gli appartenenti all'estrema destra nazionale, vedi Forza Nuova o Casa Pound. Insomma, i partiti sono diversi, ma il bacino d'utenza e la capacità di condivisione di simili idee paralogiche, specie sui social network, ne esce particolarmente rinvigorita.
Veniamo ora, finalmente, al succo del discorso. Cosa pensa il neoministro della Famiglia sui temi fin qui citati? Punto primo: in Italia nascono troppi pochi bambini da famiglie italiane. Punto secondo: in Italia arrivano troppi stranieri e proprio questi sono gli unici che continuano a fare figli. Conclusione (para)logica: stiamo assistendo ad un fenomeno di sostituzione etnica, di cui il popolo italiano è per l'appunto la vittima designata.
Questo è il primo macroargomento, un'analisi secca e repentina, almeno tanto quanto strumentale, del fenomeno migratorio che fa da sfondo all'altro macroargomento, quello cioè più strettamente legato al ministero di competenza dell'On. Lorenzo Fontana: la famiglia e la crisi demografica. Punto primo: la famiglia è solo quella "naturale", cioè composta da un uomo e una donna (perché, e questo è il vero "non detto" dell'argomentazione sostituito solitamente da uno spericolato rinvio alla Carta Costituzionale, dicevamo, perché la vera famiglia è solo quella che può procreare). Punto secondo: le rivendicazioni di diritti da parte di coppie omosessuali, così come la possibilità per le donne di abortire, o anche solo autodeterminarsi come meglio credono, non devono essere favorite poiché contribuiscono a minare il già scarso tasso di natalità del Paese. Conclusione (para)logica che fonde insieme i due macroargomenti: è giusto e doveroso contrastare ed equiparare chi si batte per i "diritti gay" e chi sostiene la necessità di accogliere dignitosamente i migranti, poiché in entrambi i casi quel che si mette in pericolo è la famiglia (naturale) italiana, e con essa l'intero popolo italiano.
Così si esprimeva l'On. Lorenzo Fontana a Verona lo scorso 14 febbraio in occasione della presentazione del suo libro "La Culla vuota della civiltà. All’origine della crisi", scritto a quattro mani insieme all’economista ed ex presidente dello IOR (Istituto per le opere di religione ndr) Ettore Gotti Tedeschi:
«La crisi demografica in Italia sta producendo numeri da guerra. È come se ogni anno scomparisse dalla cartina geografica una città come Padova. Noi non ci arrendiamo all’estinzione e difenderemo la nostra identità contro il pensiero unico della globalizzazione, che oggi ci vuole tutti omologati e schiavi. La politica deve produrre un cambiamento culturale, con azioni che guardino ai prossimi 20-30 anni: ne va della sopravvivenza della nostra civiltà».
Circa due settimane dopo, il 25 febbraio 2018, in piazza Bra a Verona arrivò il "Bus no gender" e ad accoglierlo in veste ufficiale di vicesindaco si presentò proprio Lorenzo Fontana che successivamente disse:
«Dispiace che l’ideologia gender entri prepotentemente nelle pratiche comunali. Come vicesindaco di Verona, diversamente dagli amministratori di Torino, domenica mattina sono stato in piazza Bra ad accogliere il pullman degli amici di CitizenGo. Coerentemente col nostro programma elettorale, e con quanto ho illustrato nel mio libro "La Culla vuota della civiltà. All’origine della crisi", siamo in prima linea per sostenere ogni iniziativa volta a difendere e a promuovere i valori della famiglia, la natalità e la salvaguardia dei nostri figli».
Le difese di Matteo Salvini
In un video pubblicato su Youtube da Fanpage.it, il Ministro dell'Interno e segretario della Lega Matteo Salvini, direttamente interpellato sull'argomento dopo le polemiche suscitate dall'intervista al Corriere della Sera, ha voluto difendere l'On. Fontana, specificando però che pur avendo lui «diritto di avere le sue idee», non rientra nel programma di governo siglato con i 5 Stelle né la cancellazione della legge sulle unioni civili, né una modifica o cancellazione della legge sull'aborto. Salvini ha anche difeso Fontana, sostenendo di aver letto l'intervista e che in realtà il Ministro della famiglia avrebbe soltanto «difeso il concetto di mamma e papà, un bambino ha bisogno di una mamma e un papà».
Soltanto il futuro dirà se effettivamente le idee dell'On. Lorenzo Fontana resteranno sue, o se invece troveranno sbocchi anche nella sua attività di Ministro della Famiglia. Il "modello Verona" sta per essere esportato anche sul resto del suolo nazionale? Domanda lecita, da prendere sul serio e tutt'altro che retorica, perché è evidente che a livello nazionale le resistenze sarebbero enormi e "politicamente" rischiose per la Lega in termini di equilibri di Governo, ma è indubbio che qualcosa verrà fatto. E allora, forse in un eccesso di ottimismo gratuito, è lecito sperare che il neoministro Fontana con le "sue idee" possa anche accantonare alcuni passaggi (para)logici, per concentrarsi esclusivamente sul fine ultimo: la procreazione, ma anche il miglioramento della qualità della vita delle donne (mamme o non mamme che siano), dando sussidi di maternità consistenti piuttosto che spendere soldi per aumentare i consultori, fornendo un'assistenza domiciliare concreta dello Stato alle mamme (italiane o straniere che siano), le quali si trovano spesso condannate al doppio lavoro, fuori e dentro casa, dovendosi sobbarcare le faccende domestiche, e ancora contrastando i licenziamenti sul lavoro o, peggio, le non assunzioni di donne che scoprono di essere incinte o semplicemente di volerlo essere...siamo all'inizio di un nuovo Governo, sognare è pur sempre ancora lecito, sperando che il tutto non si trasformi repentinamente nel peggiore degli incubi.