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Anna, Adele ed Elisabetta: tre giovani sorelle insieme al centro di Bovolone per donare il sangue

Il lodevole esempio di Anna, Adele ed Elisabetta Bressan, ventenni di Bovolone che ai coetanei sui social lanciano un chiaro messaggio: «C’è sempre bisogno, venite a donare»

Tre giovani sorelle unite nel dono del sangue. Giovedì 31 marzo Anna, Adele ed Elisabetta Bressan hanno varcato le porte del Centro trasfusionale dell’ospedale di Bovolone per compiere insieme un gesto altruistico: donare il sangue. E per inviare un messaggio ai coetanei, tramite i social: «Donare è un gesto semplice, tu perché non lo fai?». Accompagnate dai volontari della sezione Fidas Verona di Bovolone, che conta quasi 500 donatori, le tre sorelle si sono sottoposte ai controlli di routine. Le gemelle Adele e Anna, 22enni, hanno condiviso il percorso fino alla soglia dell’ambulatorio: Adele ha compiuto la sua prima donazione, Anna invece ha fatto la visita per l’aspirantato, che valuterà la sua idoneità. Elisabetta, 29 anni, i controlli li ha già superati e ha fatto la promessa di prima donazione, fissata tra due settimane.

Fidas Verona - Bovolone - 2022

Indossando le felpe rosse di Fidas Verona, le tre sorelle Bressan hanno veicolato sui canali social il loro gesto, coinvolgendo i giovani follower di Instagram. «È bastata una telefonata per metterci a disposizione, poi i volontari di Fidas Verona ci hanno accompagnate passo dopo passo – dicono –. Passando parola tra i nostri amici, abbiamo notato che circolano ancora delle idee errate legate al dono. Per esempio, i tatuaggi: si può donare già dopo 4 mesi, ma in molti non lo sanno; lo stesso vale per i piercing. Sembrano banalità, eppure...Speriamo che il nostro piccolo gesto possa spingere altri giovani a mettersi in discussione e a vincere certe paure, superabili, come quella dell’ago».

Niente scuse, se c’è da fare del bene. Con questo spirito le tre sorelle si sono avvicinate al Centro trasfusionale dell’Ulss 9 Scaligera. A fare da trascinatrice è stata Adele, impiegata, che si era avvicinata al mondo del dono ascoltando i volontari parlare in classe, quando frequentava l’istituto “Da Vinci” di Cerea. Per un po’ di tempo il limite di peso – almeno 50 kg – le ha impedito di donare. «A inizio anno ho visto girare sui canali social di Fidas Verona gli appelli alla donazione di sangue, che scarseggiava, così ho scritto alla Fidas di Bovolone per avviare l’iter, coinvolgendo le mie sorelle», spiega. «Ora sono entusiasta di fare questo gesto: mi tipizzerò anche per diventare donatrice di midollo osseo, altra pratica intorno alla quale ci sono credenze sbagliate, come il fatto che sia dolorosa - prosegue -. In realtà, con un semplice prelievo di sangue, eseguito entro i 35 anni, si viene iscritti al Registro: solo in caso di compatibilità, che è una su centomila fra non consanguinei, si verrà chiamati per donare le cellule staminali emopoietiche, una procedura per niente invasiva».

Con entusiasmo, anche Anna ed Elisabetta si sono prestate a metterci la faccia per veicolare l’importanza del dono. Anna, l’altra gemella 22enne, formatasi come estetista all’Enaip di Legnago e oggi commessa in un negozio che vende prodotti per parrucchieri e saloni estetici, ha compiuto il primo passo con la visita di idoneità. Un gesto spontaneo, che ha condiviso con la sua platea di oltre 15mila seguaci su Instagram. Anche la sorella maggiore, la 29enne Elisabetta, diplomatasi al liceo “Cotta” di Legnago, di professione impiegata, che aveva fatto l’aspirantato dieci anni fa ma era al limite del peso necessario, ha già superato la visita medica di idoneità e farà la prima donazione di sangue a metà aprile.

«Se c’è una persona che ha bisogno, si aiuta: fare del bene agli altri ci fa stare bene e non costa niente», conclude il trio di giovani. Ci credono veramente, anche per un triste episodio che ha segnato la loro infanzia. «Nostra sorella Caterina è mancata nel maggio del 2007, a soli 16 anni, mentre era in bici davanti casa, il giorno della festa della mamma, investita da un ragazzo che guidava oltre i limiti di velocità. Gli organi di Caterina, donati, hanno salvato cinque vite - sottolineano -. Questo fatto di sicuro ci ha fatto riflettere in modo profondo: oltre che per le operazioni di routine, il sangue è fondamentale anche per i trapianti; ma per donare il sangue non bisogna per forza aspettare che qualcosa di grave ci tocchi da vicino».

La presidente provinciale di Fidas Verona, Chiara Donadelli, ha ringraziato le tre giovani sorelle per il loro slancio altruistico, a nome dei quasi 12mila donatori associati. «Donare il sangue è un gesto d’amore: nel caso di Adele, Anna ed Elisabetta lo tocchiamo con mano - commenta la presidente -. Le ringraziamo per averci aiutato a portare all’attenzione di tutti, specialmente dei giovani, l’importanza del dono di sangue e plasma, indispensabili per garantire ogni giorno le cure ai malati». A complimentarsi, oltre alla dottoressa Anna Ermini, medico di turno oggi al “San Biagio”, c’era pure una rappresentanza di donatori della sezione Fidas Verona di Bovolone: Carlo Alberto Venturi (volontario di sala), Fausto Bazzani, Matteo Volpi e Costanza Mantese.

Presente anche Silvia Merlin, ventenne di Bovolone, alla sua prima visita per l’aspirantato. Fidas Verona ricorda che per donare sangue e plasma basta godere di buona salute, pesare almeno 50 kg e avere fra i 18 e i 65 anni. Le donne in età fertile possono donare sangue intero al massimo due volte all’anno. La donazione si prenota telefonando al numero verde gratuito 800.310.611 (solo da fisso), allo 0442.622867 e al 339.3607451 (cellulare per telefonate/sms) o inviando una mail a prenota.trasfusionale@aulss9.veneto.it. Informazioni e chiarimenti dettagliati si possono trovare sul sito www.fidasverona.it. Per informazioni sulla donazione di midollo osseo: adocesverona.it.

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