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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La protesta degli studenti contro la maturità: «Esame sproporzionato e incoerente dopo anni di pandemia»

Bendati, imbavagliati e con le mani legate per simbolizzare quello che giudicano il fallimento del sistema istruzione nell'epoca Covid, gli studenti hanno manifestato chiedendo un incontro al ministro Bianchi: «Non si può davvero pensare che basti tornare ad una maturità "tradizionale" per fare finta che sia tutto a posto»

Gli studenti e le studentesse si sono date appuntamento oggi pomeriggio sulle scalinate del ministero dell’Istruzione. In più di duecento hanno manifestato, dopo la mobilitazione di venerdì scorso in 40 città, contro la decisione del ministro Bianchi di andare avanti con la propria proposta in merito all'esame di maturità. «Bianchi Ascoltaci» e «Gli immaturi siete voi» sono gli striscioni esposti durante il presidio a Roma e davanti a diverse scuole superiori del Veneto. Bende sugli occhi per sottolineare il «diritto allo studio che è mancato in questi anni», mani legate per simboleggiare le «competenze nella scrittura che la scuola non ha garantito», bavagli sulla bocca per ricordare i «tassi di abbandono e dispersione scolastica post pandemia». Un flash mob della Rete degli Studenti Medi per dare il senso di quello che chiedono su questo esame, ovvero «una prova che non sia unicamente valutativa di conoscenze acquisite in modo sparso, ma che si incentri sui percorsi personali e la crescita degli individui».

Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi, spiega: «Non siamo la generazione dei nullafacenti, hanno provato a dipingerci, dopo le nostre richieste sull’esame, come quelli che non volevano studiare. Non è così. Siamo una generazione consapevole dei propri strumenti e soprattutto consapevole delle mancanze dell’istruzione in questi tre anni di scuola. Sappiamo di chi sono le responsabilità di questo fallimento, non si può davvero pensare che basti tornare ad una maturità "tradizionale" per fare finta che sia tutto a posto. Abbiamo sempre criticato questo modello di esame, lo critichiamo ancora di più con questo contesto. Oggi siamo qui bendati, con le mani legate e imbavagliati per fare vedere quanto questo sistema scolastico abbia fallito e chi siano i responsabili. Bianchi ci riceva, costruiamo insieme un esame vero».

Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi del Veneto, a sua volta aggiunge: «Il Veneto si è mobilitato per la maturità con una sensibilità particolare, già dalle manifestazioni del 4 febbraio, alle assemblee studentesche e alle striscionate di stamattina davanti alle scuole di Venezia, Padova, Vicenza e Verona. La noncuranza verso le istanze studentesche e questa fasulla volontà di dialogo da parte del ministero non fa altro che accrescere lo sconforto e la rabbia nel corpo studentesco: abbandonati e presi in giro, ecco come ci si sente quanto dopo tre anni di pandemia vieni costretto ad un esame sproporzionato e incoerente. - conclude Marco Nimis - Come Rete non possiamo rimanere in silenzio. Il messaggio è chiaro: gli immaturi sono quelli che prendono queste decisioni insensate, non gli studenti!».

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