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«Studenti abbiano un solido supporto psicologico, soprattutto nelle scuole»

Il disagio giovanile è stato al centro dell'incontro "Il futuro ci spaventa più di ogni altra cosa" organizzato ai giardini dell'Arsenale da Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari

Sabato pomeriggio all'insegna del confronto e del dibattito costruttivo quello di ieri, 14 maggio. Ai giardini dell'Arsenale di Verona, la Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari hanno dato vita all'evento intitolato "Il futuro ci spaventa più di ogni altra cosa", una provocazione volta a chiedere un riscontro alle istituzioni ed alle varie fasce generazionali rispetto al diffuso malessere psicologico dei giovani.
Si è parlato di temi importanti come la prevenzione e il processo di formazione. Un processo che possa rendere ogni persona capace di comunicare il proprio stato psicofisico. Ma si è parlato anche della correlazione che un diffuso sentimento di inadeguatezza presenta con i luoghi del sapere e l'impianto sociale dei ragazzi.

rete studenti medi evento paura futuro-2

«Parlare di giovani in un'ottica unicamente futura è limitativo e fuorviante, chiediamo una finestra di dialogo che sia in grado di ascoltarci e comprenderci nella risorsa che rappresentiamo», ha dichiarato uno dei relatori di ieri, Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. «Non voglio anticipare i risultati del sondaggio che abbiamo sottoposto agli studenti del Paese, ma vi assicuro che si tratta di dati e rilevazioni preoccupanti - ha aggiunto Biancuzzi - Parte della generazione che ci ha preceduti ha vissuto imprigionata nello stigma, tutt'ora vigente, che riguarda il supporto psicologico. Ma non sono mancate le persone che hanno invece dato tutto per iniziare la lotta che noi siamo chiamati a portare avanti. Stare male è un diritto, ma lo è ancor di più poter trovare un solido punto di appoggio e sostegno, soprattutto negli ambienti scolastici, il cui obiettivo sarebbe farci crescere in quanto cittadini attivi e consapevoli».

La partecipazione degli studenti è stata fondamentale, così come fondamentale è stato l'apporto recato al dibattito da parte di rappresentanti di alcuni istituti di Verona e provincia e il prezioso intervento dello psichiatra Giuseppe Battaglia.

«Si è trattato per tutte e tutti di un'opportunità di crescita e presa di consapevolezza che è solo la base per un percorso ampio e inclusivo, che possa cambiare davvero la nostra realtà territoriale, così come alcuni costrutti sociali che è tempo di lasciarsi alle spalle», ha concluso Camilla Velotta, coordinatrice della Rete degli studenti Medi di Verona.

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