rotate-mobile
Attualità Centro storico / Piazza Bra

Diabete, oltre 10mila veronesi malati senza saperlo, Bonora: «Va diagnosticato con tempestività»

Si chiude oggi il convegno "Diabete&Diabete" organizzato in Gran Guardia. Il direttore di endocrinologia e malattie del metabolismo dell'Aoui: «Confermate novità importanti, dai sensori glicemici a nuovi farmaci fino alla medicina rigenerativa»

Nella provincia di Verona vivono circa 60mila persone con il diabete, ma si stima che altre 10mila abbiano la malattia senza saperlo. Non lo sanno perché la varietà più comune di diabete, il tipo 2, può decorrere senza disturbi per molti anni. E senza fare mai esami di laboratorio, la malattia non viene rivelata. Comunque, il ritardo diagnostico medio stimato si è accorciato, passando dai 10 anni di qualche tempo fa agli attuali 5; un periodo durante il quale nell'80% dei casi la glicemia alta può causare danni ad altri organi.
La malattia più diffusa (90% dei pazienti) è il tipo 2, seguito dal 5% di tipo 1 e 5% di altre varianti. L’urgenza, quindi, non è solo della diagnosi precoce ma anche di accuratezza diagnostica per calibrare il trattamento che non è più solo l’insulina.

Convegno sul diabete in Gran Guardia

I dati sono stati diffusi dall'Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona (Aoui) in occasione del convegno di quattro giorni organizzato in Gran Guardia a Verona. L'evento intitolato "Diabete&Diabete" si conclude oggi, 25 marzo, è stato voluto dal professor Enzo Bonora, direttore di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell'Aoui, ed ha portato a Verona circa 500 persone fra cui i più autorevoli diabetologi italiani.
Molte le novità emerse su più aspetti: diagnosi, farmaci, tecnologie, ricerca e medicina rigenerativa. La genetica e i più moderni strumenti diagnostici possono raffinare le diagnosi. Il concetto chiave è l’eterogeneità della malattia e la necessità di caratterizzare meglio ogni singolo paziente per allestire per lui una terapia davvero personalizzata. Molte sono poi le opportunità terapeutiche offerte oggi dalla innovazione farmacologica e dalla tecnologia. Ci sono farmaci che, a prescindere dal loro effetto favorevole sulla glicemia, hanno benefici su cuore, vasi e reni. Inoltre, ci sono sensori glicemici che permettono di monitorare momento dopo momento la glicemia senza farsi buchi nei polpastrelli delle mani. E sono stati fatti molti progressi con la possibilità concreta, e non lontana nel tempo, di guarire dal diabete tipo 1 sostituendo le cellule del pancreas che producono insulina, rendendole anche inattaccabili dal sistema immunitario che ha causato il diabete.

Durante il convegno sono stati ricordati i fattori di rischio del diabete. Eccesso di peso, familiarità, vita sedentaria e età sono i principali indicatori che potrebbero far sospettare l’insorgere della malattia e quindi eventualmente decidere di misurare la glicemia.
Per il diabete è molto importante il comportamento del singolo con regolare attività fisica, che non significa necessariamente la palestra ma è sufficiente camminare con regolarità a passo sia lento sia veloce, e gli accorgimenti nell’alimentazione.

Il professor Bonora ha inoltre evidenziato le molte "C" del diabete. una malattia "comune", con milioni di persone con diabete in Italia. Una malattia "crescente", con casi triplicati in 30 anni. Una malattia "cronica" e che "coinvolge" tutto l'organismo. Il diabete è "complesso" per le sue tante varietà, i tanti esami, i tanti farmaci e i tanti professionisti impegnati nel monitoraggio e nella cura. Una malattia "cangiante" perché il suo quadro clinico spesso cambia nel tempo. Il diabete è "condizionante" perché le persone con la malattia devono imparare a fare e non fare moltissime cose per gestirla al meglio. La malattia non è "curabile" ma è "controllabile". È "cattiva" perché a volte determina disabilità o accorcia la vita. E il diabete è "costosissimo", visto che impegna il 10% della spesa sanitaria.

A Verona, sono circa 10mila i pazienti con diabete assistiti nei centri diabetologici della unità diretta da Bonora nei due ospedali (Borgo Trento e Borgo Roma). In questi centri sono attivi, fra gli altri, ambulatori dedicati al piede diabetico, alla gravidanza con diabete, alla cura basata sulla tecnologia (microinfusori insulinici, sensori glicemici, e altro), alla chirurgia metabolica, alla diagnostica vascolare e neurologica. Ambulatori dove operano medici, infermieri e dietiste. Per le persone con diabete c'è anche un reparto degenza con 16 posti letto, in gran parte destinati ad accogliere persone con lesioni importanti ai piedi ed avviate alla chirurgia.
La struttura veronese è una delle più dotate in Italia ed è impegnata anche in una intensa attività di ricerca e di formazione (studenti, specializzandi, dottorandi) e di aggiornamento (specialisti, medici di famiglia, altri membri del team diabetologico quali infermieri, dietisti, psicologi, podologi).
«Il diabete va cercato con determinazione e diagnosticato con tempestività, ponendolo immediatamente sotto controllo - ha commentato Bonora - Troppi pazienti ancora non stanno assumendo farmaci cardio e nefro-protettori. Infatti, le ricerche veronesi sui pazienti con diabete tipo 2 di nuova diagnosi hanno rivelato che solo il 20% non aveva già danni a carico di occhi, reni, nervi, vasi, cuore, cervello. In aggiunta, il nostro impegno è di affinare sempre più le diagnosi per garantire i trattamenti sempre più personalizzati data l’eterogeneità della malattia. Dal confronto di questi giorni di convegno sono state confermate numerose novità importanti, dai sensori glicemici a nuovi farmaci fino alla medicina rigenerativa per sostituire le cellule del pancreas. La conoscenza in dettaglio della malattia è essenziale per possedere la giusta competenza in chi cura, mentre in chi è curato servono conoscenza e consapevolezza su cosa potrebbe comportare la malattia per poter far di tutto per evitarlo. Per ottenere questo risultato una corretta comunicazione fra chi cura e chi è curato è fondamentale ed una condivisione irrinunciabile. La gestione della malattia è impegnativa ma il diabete non va vissuto con passività o rassegnazione ma con caparbietà, coraggio e spirito combattivo. Solo così potrà essere sconfitto».

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Diabete, oltre 10mila veronesi malati senza saperlo, Bonora: «Va diagnosticato con tempestività»

VeronaSera è in caricamento